Acido 2-iodobenzoico

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Mario

2016-05-14 07:48

Non poteva mancare questa sintesi dopo quella dell'analogo bromoderivato. 

Uno dei migliori metodi per introdurre lo iodio nell’anello aromatico passa attraverso l’impiego dei sali di diazonio. Siamo sempre nel campo della Sandmeyer, ma questa volta non servono i sali rameosi come coadiuvanti. Nel corso della reazione, parte del KI viene ossidato a iodio dall’eccesso di nitrito e anche dal sale di diazonio stesso e trasformato in I3-. Questa è la specie ionica responsabile dell’attacco sull’azoto adiacente all’anello. Poi la reazione procede con liberazione di azoto gassoso e il radicale diazo che si forma reagisce con lo iodio e si ottiene l’alogeno derivato.

Preparazione:

Si prepara una soluzione di acido antranilico (1,96 g) in acido solforico diluito (1,2 ml di acido al 96% + 14,5 ml di acqua). Si scalda per sciogliere il prodotto e poi si fa raffreddare la soluzione in frigo a 5 °C. A parte si prepara una soluzione con NaNO2 (1,07 g) in 5 ml di acqua, la quale è poi aggiunta goccia a goccia alla soluzione dell’acido antranilico. Si deve ottenere una soluzione limpida appena giallina. Si aggiunge poi ancora, agitando, una soluzione di KI (3,6 g di KI + 18 ml di acido solforico 1M). Il liquido diventa subito bruno scuro. Si pone il beker su piastra e si inizia a riscaldare. Ad un certo punto, intorno ai 50 °C, si inizia a sviluppare del gas e contemporaneamente la soluzione inizia a schiarirsi. Si fa bollire per alcuni minuti e poi si raffredda. Nel corso dell’ebollizione si libera anche dello iodio violaceo.

Il risultato finale è un'abbondante precipitato del prodotto:

2-iodobenzoico acido prep._.jpg
2-iodobenzoico acido prep._.jpg

Si filtra su Gooch lavando con acqua. Si ottiene, dopo essiccazione a 40 °, 2,82 g di una polvere marrone chiaro del prodotto grezzo:

2-iodobenzoico grezzo_.jpg
2-iodobenzoico grezzo_.jpg

Si purifica ricristallizzando da alcool etilico diluito a caldo (25 ml di etanolo + 15 acqua) e si hanno così aghi giallo chiari:

2-iodobenzoico crist._.jpg
2-iodobenzoico crist._.jpg

saluti

Mario

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quimico

2016-05-14 08:57

Se ci fa anche il fluorobenzoico le costruisco una statua asd

A parte gli scherzi, complimenti. Come sempre.

Mario

2016-05-16 17:59

L'acido 2-iodobenzoico lo si può ulteriormente purificare mediante cristallizzazione da acqua bollente. A freddo è poco solubile (0,095% a 25 °C) ma a caldo si riesce a scioglierne qualcosa in più. Per raffreddamento si separa sotto forma di lunghi e bellissimi aghetti di colore giallo chiaro:

iodobenzoico crist. acqua_.JPG
iodobenzoico crist. acqua_.JPG

Dopo la solita filtrazione ed essicazione all'aria si ha:

iodobenzoico crist. acqua.._.jpg
iodobenzoico crist. acqua.._.jpg

Il prodotto ottenuto è molto puro, direi di grado analitico.

Potrebbe essere impiegato come standard per alcalimetria. Infatti la sua Ka è piuttosto alta (le sue soluzioni acquose sature a temperatura ambiente hanno un pH di circa 2). Ho voluto fare una prova con una soluzione idroalcolica titolando con NaOH 0,1N fino a viraggio della fenolftaleina e il risultato è quello previsto.

0,3173 g di prodotto hanno richiesto 12,7 ml di NaOH 0,1N.

saluti

Mario

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