Energia chimica

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Mario

2013-12-01 09:29

Buongiorno,

voglio segnalarvi l'uscita sul mercato di un innovativo dispositivo atto a generare energia elettrica a partire da una cartuccia di idrogeno.

Maggiori informazioni potranno essere attinte dal sito http://www.brunton.com/products/hydrogen-reactor

In pratica si infila la cartuccia nel dispositivo (vedi foto seguente)

ed ecco che il dispositivo inizia a erogare corrente elettrica (5 V/2 A) prelevabile dalla presa (non visibile nella foto perché coperta da una guaina in gomma) posta sopra la cartuccia. La quantità di energia disponibile per ogni cartuccia è tale da poter ricaricare per sei volte di fila un iPhone5.

E una volta consumato l'idrogeno?

Niente paura. Si infila la cartuccia esaurita nel seguente apparecchio

http://uptiki.altervista.org/viewer.php?file=ehx7dsqvx1zlhk3a3re.jpg

il quale provvederà a riformare l'idrogeno al suo interno (mediante elettrolisi).

saluti

Mario

I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: TrevizeGolanCz

Max Fritz

2013-12-01 12:15

Ahahahah, questa sì che è bella! Chissà con quale energia viene fatta l'elettrolisi per ricaricare la cartuccia... *Fischietta*

TrevizeGolanCz

2013-12-01 13:37

Max Fritz ha scritto:

Ahahahah, questa sì che è bella! Chissà con quale energia viene fatta l'elettrolisi per ricaricare la cartuccia... *Fischietta*

Penso che l'elettrolisi venga fatta con l'energia prodotta dal nostro caro ossigeno paramagnetico XD.

Scherzi a parte, l'idea è buona però visto il costo (20 dollari una pila, 169 il reattore per l'idrogeno ed altri 279 per il macchinario dell'idrolisi) conviene comprarsi 6 pile per iphone. Costano meno e forse hanno un minor impatto ambientale ;-)

Resta però il fatto che hanno ottenuto un ottimo risultato. Tutt'oggi il problema principale delle pile ad idrogeno sono le dimensioni.

Max Fritz

2013-12-01 14:06

Mi riferivo ad un altro problema: la cartuccia non è utilizzata come pila, dato che non va inserita nel dispositivo finale (iPhone o altro), ma trasforma semplicemente la corrente di casa in energia chimica e poi di nuovo in corrente da utilizzarsi per caricare una normale batteria. In pratica interpone una trasformazione energetica in più tra la tua presa di corrente e il tuo cellulare, abbassando il rendimento e basta.

al-ham-bic

2013-12-01 18:29

Ho visto il servizio in TV (RAI 3 pomeriggio) pubblicizzante con grande enfasi questo marchingegno o uno quasi identico.

Nemmeno a domanda diretta il "ricercatore" si sogna di dichiararne il costo nè quello della bomboletta per la pila a combustibile.

Afferma tuttavia che la medesima si trova in vendita "anche a Roma"...

Abbè, allora, se c'è a Roma siamo esattamente a cavallo *help* *Fischietta*

Dott.MorenoZolghetti

2013-12-01 20:10

Bello, ma scusate, che cos'è un iPhone5?

Come sto messo indietro... medioevale sono! :-D

Almeno però nel Medioevo si viveva con l'essenziale: bastavano tre galline, due pecore e un orticello.

Frank

2013-12-01 22:35

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Almeno però nel Medioevo si viveva con l'essenziale: bastavano tre galline, due pecore e un orticello.

Ah beh se per questo nel Paleolitico si viveva in modo ancora più essenziale :-)

I seguenti utenti ringraziano Frank per questo messaggio: MaXiMo, Mario

Mario

2013-12-02 17:38

Mi sorprende che voi tutti non abbiate colto il target di persone potenzialmente utilizzatori di questo marchingegno.

Qui non si parla di risparmio energetico o energia alternativa.

Pensate piuttosto ad un trekker o ad un individuo (o gruppo) in missione speciale in una landa isolata e ostile, lontani giorni di cammino da qualsiasi fonte di elettricità.

Grazie a questo dispositivo può comunicare con la base sia per inviare/ricevere informazioni che per chiedere soccorsi.

L'autonomia è più che sufficiente e poi, una volta in riserva, si ha la possibilità di ricaricarla con un pannello solare o con un minialternatore eolico o azionato manualmente.

Capirete inoltre che il costo in questi frangenti è l'ultima cosa da prendere in considerazione.

saluti

Mario

Dott.MorenoZolghetti

2013-12-02 18:04

Beh, allora per questo ci sono le pilette al plutonio. Costano meno! :-)

Mario

2013-12-02 18:17

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Beh, allora per questo ci sono le pilette al plutonio. Costano meno! :-)

Non sapevo che esistesse questa possibilità.

E' possibile avere un'indicazione sul come reperirle?

grazie

Mario

MaXiMo

2013-12-02 20:58

Mario ha scritto:

... in missione speciale in una landa isolata e ostile, lontani giorni di cammino da qualsiasi fonte di elettricità.

Grazie a questo dispositivo può comunicare con la base sia per inviare/ricevere informazioni che per chiedere soccorsi.

saluti

Mario

Per i professionisti del settore esistono dei dispositivi...tipo telefonino satellitari, autocalibranti a ricerca automatica via GPS e segnale di emergenza incorporato con pile LiAlH speciali..con autonomia di oltre 30 giorni..per missioni e missionari:-P .. dal peso di circa 1,5 Kg a qualche migliaio di €...il prezzo è chiaramente l'ultimo aspetto.

Dott.MorenoZolghetti

2013-12-03 15:49

Mario ha scritto:

Non sapevo che esistesse questa possibilità.

E' possibile avere un'indicazione sul come reperirle?

grazie

Mario

Certamente: cimitero, con torcia e Geiger. Alimentavano, fino a qualche anno fa, quei gingilli sottopelle usati per far battere i cuori infranti. ;-)

Mario

2013-12-03 17:20

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Mario ha scritto:

Non sapevo che esistesse questa possibilità.

E' possibile avere un'indicazione sul come reperirle?

grazie

Mario

Certamente: cimitero, con torcia e Geiger. Alimentavano, fino a qualche anno fa, quei gingilli sottopelle usati per far battere i cuori infranti. ;-)

Francamente mi aspettavo una risposta migliore.

I pacemaker alimentati con radioisotopi al plutonio sono improponibili per via delle minime potenze generate. Nel generatore ad idrogeno di inizio post si parlava di potenze intorno ai 10 W, mentre questi riescono a malapena fornire potenze di 300 µW.

Evidentemente le è sfuggito il particolare delle potenze emesse così come il costo, in moneta e ambientale.

E poi, suvvia, dovrebbe ben sapere che con il Geiger non si riesce a rilevarli, schermati come sono. Senza parlate del fatto che il Pu239 in essi presente (principalmente come PuO2) emette soprattutto energia termica con bassi livelli di raggi gamma e particelle.

Per avere potenze come quelle richieste, basta fare due conti.

Un kg di plutonio rilascia circa 500 W. Questa energia viene poi convertita da un generatore termoelettrico dotato di termocoppie, il cui rendimento, molto basso, si attesta solitamente sul 5%. Ne viene fuori una potenza elettrica di 25 W. Tenuto conto che il plutonio non è mai puro (si arriva all'80%) ed è sotto forma di ossidi, per avere una potenza paragonabile al già citato generatore ad idrogeno, uno dovrebbe caricarsi di almeno 400/500 g di materiale fissile. Senza contare il peso dell'elettronica e della schermatura.

E poi il costo, diciamo intorno ai 4000 Euri al grammo. che elimina ogni dubbio in proposito.

Senza parlare che costa poi un sacco anche provvedere allo smaltimento.

E' vero che dura una vita, letteralmente, ma spero ora che le sia chiaro del perché non venga usato per certe applicazioni.

saluti

Mario

al-ham-bic

2013-12-03 20:16

Mario, io ho scherzato vedendo quel brutto servizio in TV.

Dico brutto perchè in questi servizi la parte tecnologica o termodinamica non viene mai affrontata (gravissimo! ma non c'è speranza in tal senso), ma viene invece sottolineato mille volte che il prodotto "non inquina", "non rilascia CO2", "emette solo acqua" e altre affermazioni estremamente di moda ma che non mi interessano dal punto di vista scientifico.

Però mi chiedo dove stia la reale convenienza (il costo non lo considero) di un aggeggio del genere in situazioni di emergenza.

Quant'è la capacità (A/h equivalenti) di una bomboletta? MOLTO di più di una buona cella tradizionale professionale? O anche di più di esse, a parità di peso e ingombro?

Con cosa ricarico la bomboletta se sono al Polo Nord o dovunque si voglia? Con il fotovoltaico? Ma con esso ricarico anche le batterie convenzionali, in maniera banale, senza idrogeno, alte pressioni da gestire, moltiplicazioni di tanti rendimenti ognuno col suo zero virgola...

Insomma, mi sfugge finora la genialità dell'invenzione (ammesso che sia una cosa seria, altrimenti il discorso non si pone nemmeno).

Mario

2013-12-03 21:25

Al-ham-bic,

ad alcuni dei suoi quesiti ho già risposto.

Nessun problema nel ripetere alcune cose.

Come ho detto il dispositivo dovrebbe ricaricare un iPhone5 per 6 volte di fila.

L'accumulatore di questo smartphone eroga 5,5Wh.

Ammettiamo che per la ricarica siano necessari 8Wh e che il tempo richiesto sia 2 ore.

In totale quasi 100Wh per le sei ricariche. Questa è l'energia presente nella cartuccia di idrogeno.

Usi a parte, tecnologicamente parlando, è un progetto innovativo. Nessuna scoperta sensazionale, solo una bella performance realizzativa.

L'aspetto più green è l'utilizzo dell'idrogeno come vettore energetico.

Non conosco al momento le prestazioni in climi rigidissimi o verso l'altro estremo climatico. nemmeno per quante volte sia possibile ricaricare la cartuccia.

Rimane pur sempre un bel giocattolo tecnologico, forse tra i primi del genere ad essere pubblicizzato al grande pubblico.

saluti

Mario

al-ham-bic

2013-12-03 21:32

Grazie.

L'ultima frase è quella che mi aspettavo e che mi convince di più.

Dott.MorenoZolghetti

2013-12-04 22:37

Mario ha scritto:

Per avere potenze come quelle richieste, basta fare due conti.

Un kg di plutonio rilascia circa 500 W.

Mario

Avere un Kg di plutonio in due pezzi da mezzo Kg e tenerli separati da un cubetto di ghiaccio... poi attendere la fusione del ghiaccio e chiudere gli occhi... questo è il segreto della fissione! Bravo Mario! ;-)

Mario

2013-12-06 19:35

E' riuscito a scrivere due errori in una sola frase. Sta perdendo colpi.asd

Mai mettere in contatto acqua e plutonio. Questo metallo infatti reagisce con essa (e pure con l'ossigeno dell'aria) con gravi rischi di incendio o esplosione. Non per niente lo si conserva in atmosfera inerte e anidra.

La fissione poi semplicemente non avviene per il mancato raggiungimento della massa critica. In letteratura si riporta il dato di 16 Kg, ben al di sopra delle quantità ipotizzate.

saluti

Mario

Dott.MorenoZolghetti

2013-12-20 02:19

Mi ero perso la perla. :-)

Non so in quale letteratura si trovi 16 Kg.

A me risulta che Nagasaki fu illuminata da 6,5 Kg di Pu 239 e fu un bel botto di energia.

Inoltre Harry Daghlian morì a Los Alamos per un'esplosione causata da una sfera di plutonio del peso di appena 6,2 Kg.

Anche la questione "reattività" non è proprio corretta. Ho avuto modo di osservare quanto lento sia il processo di ossidazione se il Pu è compatto e molto puro. Certo, se finemente suddiviso o reso poroso, allora la reazione è veloce, anzi diviene addirittura piroforico. Quando è compatto, la corrosione si limita alla superficie esterna. Si forma una crosta che facilmente s'increspa ed espone il metallo a successiva corrosione. E' un processo opposto alla passivazione dell'alluminio: l'ossido rende più attaccabile il metallo sottostante. Tuttavia, torno a dire, se il blocco è compatto, il processo è sufficientemente lento.

Kiwipedia riporta 16 Kg, ma temo lo abbia scritto mia nonna: non si fidi di mia nonna, si crede Maria Antonietta ...


Comunque è vero (e preoccupante per me ...): sto perdo colpi. :-(

Mario

2013-12-20 15:41

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Mi ero perso la perla. :-)

Non so in quale letteratura si trovi 16 Kg.

Gliela indico senz'altro.

La tabella che troverà in allegato è reperibile sul sito della ENS (European nuclear society). Si va da 10 Kg per il 239Pu ai 36kg del 240Pu. Tenuto conto dei rapporti isotopici ho fatto una media approssimativa.

A me risulta che Nagasaki fu illuminata da 6,5 Kg di Pu 239 e fu un bel botto di energia.

Sono sempre molto dubbioso dei dati lasciati trapelare (ad arte) dagli yankee. La verità su quell'ordigno la conoscono in pochi e di sicuro non la divulgano.

Inoltre Harry Daghlian morì a Los Alamos per un'esplosione causata da una sfera di plutonio del peso di appena 6,2 Kg.

Dicono così. Vale il discorso appena fatto. Quello che successe realmente lo sanno solo loro (forse) e il buon Dio

Anche la questione "reattività" non è proprio corretta. Ho avuto modo di osservare quanto lento sia il processo di ossidazione se il Pu è compatto e molto puro. Certo, se finemente suddiviso o reso poroso, allora la reazione è veloce, anzi diviene addirittura piroforico. Quando è compatto, la corrosione si limita alla superficie esterna. Si forma una crosta che facilmente s'increspa ed espone il metallo a successiva corrosione. E' un processo opposto alla passivazione dell'alluminio: l'ossido rende più attaccabile il metallo sottostante. Tuttavia, torno a dire, se il blocco è compatto, il processo è sufficientemente lento.

Kiwipedia riporta 16 Kg, ma temo lo abbia scritto mia nonna: non si fidi di mia nonna, si crede Maria Antonietta ...

Chissà se almeno le brioches le riescono bene.asd


Comunque è vero (e preoccupante per me ...): sto perdo colpi. :-(

Non si lasci andare. C'è sempre il Gerovital.

con immutato affetto

Mario

Isotopi masse critiche.docx
Isotopi masse critiche.docx

MaXiMo

2013-12-21 12:59

Stavo sonnecchiando e al pensiero di una esplosione nucleare mi sono sveglicchiato..appena sveglicchiato.

Scusate che centra l'esplosione nucleare con l'esplosione chimica ?

Ho letto dei 6,2 Kg di plutonio esplosi "chimicamente" ; sfido che uno schiatta (ovvero muore)..sono sempre 6,2 Kg di polvere/prodotto.

L'esplosione atomica nelle vicinanze di 6,2 Kg di materiale fissile credo che riesca proiettare l'ombra dell'anima direttamente nell'altra dimensione senza passare dal VIA, non solo a far schiattare una persona.

E poi l'esplosione nucleare vera e propria deve essere sempre innescata oppure no ?