Epifania e la stella

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Mario

2014-01-07 18:57

L’evento astronomico

Se si escludono il Sole e la Luna, i due corpi celesti regolari più luminosi sono i pianeti Giove e Venere.

La loro presenza sulla volta celeste non passa inosservata perché sono entrambi ben più brillanti di qualsiasi stella. Anche il loro movimento tra gli astri è peculiare: ad occhio nudo Giove è visibile in alcuni (variabili) periodi dell’anno sia nelle ore notturne che crepuscolari e lo si rintraccia sempre in una ben delimitata e ristretta fascia di cielo. Venere si differenzia dal fatto che non è mai visibile in piena notte, ma solo all'alba o al tramonto, alternativamente e per poche ore. Può accadere, con una frequenza all'incirca annuale, che il loro tragitto celeste si sovrapponga, come avviene tra due autovetture durante un sorpasso.

Quando ciò si verifica la distanza angolare apparente è di solito relativamente grande (si parla di parecchie volte il diametro lunare) ma talvolta accade che sia talmente piccola da non poter più distinguere con la vista i due pianeti separatamente.

Non sempre l’evento è facilmente osservabile. Molte volte i due pianeti si trovano immersi nell'abbagliante luce solare e diventa difficile distinguerli anche perché presentano una bassa luminosità, specialmente Venere. Le condizioni più spettacolari in assoluto per un osservatore visuale si hanno quando il pianeta Venere si trova in prossimità della massima distanza angolare dal Sole e intorno al solstizio d’estate (per l’emisfero boreale), quando l’altezza sull'orizzonte è maggiore. Meglio ancora poco dopo il tramonto, quando l’osservatore non deve sobbarcarsi l’onere di una sveglia mattutina e in una località situata a latitudine non troppo elevata. Come se non bastasse occorre pure che il pianeta Giove transiti da quelle parti e che lo faccia ad una distanza angolare inferiore a 1/60 di grado. Si tratta, come è facile intuire, di circostanze estremamente rare, che si ripetono mediamente solo dopo vari millenni.

Sapete quando accadde l’ultima volta?

La risposta è il 17 giugno 2 BC.

Con ogni probabilità, alcuni ristretti gruppi di eruditi erano a conoscenza dell’avvenimento ed erano in grado di calcolarne con un certo anticipo la data e la sequenza temporale. E senza dubbio avevano cognizione di quanto sarebbe stato affascinante osservarlo.

Immaginiamoci allora cosa avremmo visto. Il luogo esatto non ha molta importanza, ma le migliori condizioni osservative si sarebbero avute lungo una fascia piuttosto estesa a circa 30° latitudine Nord, su uno dei tanti vasti altopiani dal clima arido per avere un orizzonte sgombro da ostacoli. Nelle settimane precedenti il fenomeno avremmo notato i due pianeti ancora molto distanti tra loro. Poi, lentamente ma inesorabilmente, quei due brillanti punti luminosi avrebbero iniziato il reciproco avvicinamento, fino a quando si sarebbero congiunti in un unico corpo ancora più splendente. Quale migliore auspicio per annunciare una nascita!

Possiamo quindi iniziare a descrivere la catena degli eventi a partire dal mese precedente, precisamente l’8 maggio, quando le ombre della sera iniziano a lasciare il posto alle tenebre.

Foto1 – 8 maggio 2 B.C.

Venere è indiscutibilmente ben visibile, piuttosto alto sull'orizzonte e parecchio luminoso. Alla sua destra c’è la coppia di stelle Castore-Polluce della costellazione dei Gemelli. Il Sole è calato sotto la linea dell’orizzonte. Alto in cielo appare Giove con accanto la stella Regolo (α del Leone), separata da soli 43’, poco più di un diametro lunare. Radente all'orizzonte si mostra la più luminosa stella del firmamento, Sirio. Compare anche il pianeta Marte, rintracciabile con qualche difficoltà poco sotto Venere. Non manca neppure la Luna crescente, vecchia di 5 giorni.

Foto 2 - 4 giugno 2 B.C.

http://uptiki.altervista.org/viewer.php?file=qtou84g0yhihbkre99pq.jpg

La danza dei corpi celesti continua ad offrire splendide visioni. Siamo adesso al 4 giugno verso le 19:00 e c’è un eccezionale allineamento. A partire dal basso abbiamo Mercurio, Marte, una sottile falce di Luna (luce cinerea compresa) e infine Regolo e Giove.

Siamo giunti finalmente al fatidico giorno.

Foto 3 - 17 giugno 2 B.C.

http://uptiki.altervista.org/viewer.php?file=1qfkvnv330tjtswk57ig.jpg

Visuale ad Ovest, ore 18:38 del 17 giugno 2 BC. Il sole è tramontato da poco e ne viene rappresentata la posizione. Sono visibili Regolo e il pianeta Mercurio, pure lui quasi alla massima elongazione e luminosità.

Altezza Venere sull’orizzonte: 37°

Elongazione Venere: 45,4°

Distanza Venere-Terra: 0,655 UA Distanza Giove-Terra: 6,07 UA

Luminosità Venere: - 4,33 Luminosità Giove: -1,77

Distanza angolare Venere-Giove: 3’10”

Un occhio allenato e in piena condizione avrebbe forse ancora distinto i due pianeti . Poi con il trascorrere dei minuti li avrebbe visti avvicinarsi sempre più fino a diventare un unico luccicante punto.

http://uptiki.altervista.org/viewer.php?file=hxe6yjvnhu5rbjqf47pj.jpg

Ingrandimento che mostra i dischi planetari, come apparirebbero all’oculare di un telescopio. Stessa ora della foto precedente. Notare la fase di Venere con il 46% di disco illuminato

La distanza angolare si riduce rapidamente e raggiunge il minimo alle 20:25 con soli 37”. Oramai sono un unico oggetto, di una luminosità mai vista prima. L’altezza di Venere sull'orizzonte si è ridotta, ma siamo ancora a 15°. Con il calare della luminosità diventano visibili i satelliti di Giove, ma per osservarli ci vorrebbe almeno un binocolo.

http://uptiki.altervista.org/viewer.php?file=fqodc36y4ql8wh7uapyo.jpg

A partire dall’alto a sinistra: Callisto,Io, Europa e Ganimede. In basso sono visibili due stelle, la più luminosa delle quali è intorno alla 11 magnitudine.

In alcune zone del nostro pianeta si sarebbe potuto osservare addirittura una parziale occultazione.

Ecco cosa sarebbe apparso ad un ipotetico osservatore nell'Atlantico del sud (latitudine 55° - longitudine 27°) alle 16:20 ora locale.

http://uptiki.altervista.org/viewer.php?file=3fm95xt1xfs3y35kpak9.jpg

Poi tutto scompare rapidamente, come se gli attori avessero fretta di lasciare il palcoscenico. Venere è l’ultima ad andarsene e ad agosto non è già più osservabile.

Il sipario è calato, ma la leggenda ha inizio. E se ne parla ancora due millenni dopo.

saluti

Mario

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al-ham-bic

2014-01-07 21:13

Avevo seguito tempo fa delle conferenze informali di astronomia e ricordo che il relatore aveva espresso le medesime considerazioni riguardo questa rara congiunzione, ora così ben descritta.

Peccato solo per l'anno, che non è quello zero... Rolleyes

(curiosità: a quando la prossima?)

Dott.MorenoZolghetti

2014-01-07 21:55

BC sarebbe a.C.?

Neppure così risulta molto corretto, stando ai documenti storici, la nascita di Cristo è oggi datata in un periodo compreso tra il 6 e il 4 a.C., non il 2. Certamente non in dicembre e neppure "al freddo e al gelo".

I seguenti utenti ringraziano Dott.MorenoZolghetti per questo messaggio: NaClO3

Mario

2014-01-07 22:18

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

BC sarebbe a.C.?

Neppure così risulta molto corretto, stando ai documenti storici, la nascita di Cristo è oggi datata in un periodo compreso tra il 6 e il 4 a.C., non il 2. Certamente non in dicembre e neppure "al freddo e al gelo".

Si, sarebbe l'anno -2.

Invito a leggere con più attenzione quanto ho scritto.

Sostengo infatti che quel raro evento astronomico e la nascita di Cristo siano due eventi assolutamente disgiunti. Accaddero più o meno nello stesso periodo e la coincidenza fu ripresa ad arte in epoca più tarda per avvalorare collegamenti con il trascendente.

saluti

Mario

Dott.MorenoZolghetti

2014-01-08 17:20

Lei dice che la cosa fu ripresa ad arte in epoca più tarda? Allora cosa dire dell'eclisse solare che interessò quel fatidico giorno di Parasceve, dall'ora sesta all'ora nona e che portò il buio su tutta Gerusalemme?

Mario

2014-01-08 18:48

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Lei dice che la cosa fu ripresa ad arte in epoca più tarda? Allora cosa dire dell'eclisse solare che interessò quel fatidico giorno di Parasceve, dall'ora sesta all'ora nona e che portò il buio su tutta Gerusalemme?

Le dico che le eclissi di sole durano al massimo 7 minuti, quando va bene. Non so esattamente quanto tempo trascorra tra l'ora sesta e la nona, di certo moooooolto più di 7 minuti.

Senza poi parlare che le eclissi non possono avvenire in corrispondenza della Pasqua ebraica, per il semplice fatto che la Luna si trova esattamente dalla parte opposta!

Questa festività si calcola infatti a partire dal novilunio e cade 14 giorni dopo, proprio con la luna piena.

saluti

Mario

Dott.MorenoZolghetti

2014-01-08 21:17

Dall'ora sesta all'ora nona ci sono esattamente 180 minuti. I Vangeli sono molto precisi a riguardo: dall'ora sesta all'ora nona (dalle 12 alle 15) si fece buio ... e si potrebbe presumere che il fenomeno sia durato tre ore, ma non è scritto in modo esplicito. Quanto scritto potrebbe intendersi: tra l'ora sesta e l'ora nona e magari l'oscurità potrebbe essere durata 7 minuti. Sette nella Bibbia è un numero magico.

Sul fatto che la Luna fosse altrove... non so che dire.

Mario

2014-01-08 21:51

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Dall'ora sesta all'ora nona ci sono esattamente 180 minuti. I Vangeli sono molto precisi a riguardo: dall'ora sesta all'ora nona (dalle 12 alle 15) si fece buio ... e si potrebbe presumere che il fenomeno sia durato tre ore, ma non è scritto in modo esplicito. Quanto scritto potrebbe intendersi: tra l'ora sesta e l'ora nona e magari l'oscurità potrebbe essere durata 7 minuti. Sette nella Bibbia è un numero magico.

Sul fatto che la Luna fosse altrove... non so che dire.

Una attenta lettura delle Sacre scritture rivela che era un venerdì e che si era alla vigilia della Pasqua ebraica.

Vi si narra che a partire dall’ora sesta (mezzogiorno) si fece buio su tutta la terra e la cosa andò avanti fino all’ora nona (le tre del pomeriggio). Un altro evangelista, Luca, parla di un oscuramento del Sole.

Ma un’eclisse non poteva essere, visto che in quel giorno la Luna si trovava addirittura dalla parte opposta.

D’altra parte non conosciamo nessun altro fenomeno, oltre all’eclisse, in grado di oscurare il Sole.

Come ho già avuto modo di ricordare, chi scrisse il Vangelo di Matteo (o di Luca) era tutt’altro che stupido.

Le eclissi di Sole non sono un fenomeno raro. Per una data località, c’è la concreta possibilità di osservarne almeno una nel corso di una vita. Magari non sarà proprio totale, ma anche una parziale con una elevata % di disco solare occultato e quindi con un ben osservabile calo della luminosità solare è un evento che rimane comunque nella memoria.

Il calare delle tenebre in pieno giorno sarebbe stato un degno corollario allo spegnersi della vita di colui che si era fatto uomo e un segno inequivocabile della collera divina.

E ancora una volta si attinse al serbatoio dei ricordi popolari.

Si, un’eclisse c’era stata, a Gerusalemme, parecchi anni prima. La memoria dell’evento si era un poco affievolita (ricordiamo che i Vangeli furono scritti decenni dopo i fatti menzionati) ma, con sapienti allusioni e virtuosismi lessicali si poteva in ogni caso tessere una storia plausibile. E così fecero.

Siamo a Gerusalemme, il 24 novembre del 29 AC.

Il Sole è sorto da poco più di tre ore quando il disco lunare inizia a coprire quello solare. Il Sole, vista la stagione, non è molto alto nel cielo, appena 31°.

Trascorrono i minuti e man mano il Sole viene nascosto. Ottanta minuti dopo l’eclisse è al suo massimo. Non è totale ma poco ci manca visto che la parte non eclissata è ridotta ad una piccola falce. L’oscurità non è certo quella notturna, tuttavia la luce è quella che si ha al crepuscolo. Passano altri 90 minuti e l’ultimo lembo lunare si toglie di mezzo. Durata totale quasi tre ore. Non vi dice niente?

Si, lo so, era novembre, ma poco importava agli agiografi del tempo.

Anche l'orario non coincide perfettamente, ma non andiamo a guardare il pelo nell'uovo.

Contava invece quello che sarebbe rimasto impresso nella mente influenzabile dei devoti. Tanto nessuno sarebbe mai andato a verificare. Dopotutto i software astronomici non esistevano ancora.

saluti

Mario

al-ham-bic

2014-01-08 22:46

Mi sembra che si ricorra anche qui a quei virtuosismi... spostandosi in su e in giù lungo l'asse del tempo si trova tutto quello che si vuole, eclissi comprese.

Ma se il range temporale che interessa è ristretto, e in quel range non potevano esserci eclissi importanti, credo sia ragionevole ritornare a quella citata congiunzione come fenomeno astronomico.

Per quanto riguarda invece l'oscuramento, di cui ora si parla, mi sembra ancora più ragionevole poterlo attribuire (vista la libertà di qualsiasi ipotesi) ad un inconsueto oscuramento metereologico, che, vista la tragica situazione, poteva essere senza problemi correlato alla situazione medesima.

Tutti conosciamo l'effetto di quei cumulo nembi estivi e pomeridiani, che, se potenti, oscurano letteralmente il cielo, dando la sensazione di qualcosa di drammatico e incombente.

Del resto "oscurare il cielo" è una affermazione quanto mai elastica e quantitativamente indefinita e quindi anche se la zona non è propriamente la nostra, tutto è possibile, come qualsiasi ipotesi indimostrabile a posteriori.

MaXiMo

2014-01-09 07:46

Date, ore, stelle,-2,2,nubi, pianeti, judei, creduloni,Yerusaloim, Yahwshua....Cristo

"Il grande inquisitore" ha già risposto a tutto..anche ai vostri dubbi, in maniera più esatta di "e quindi uscimmo a riveder le stelle".