Libro: Le apocalissi

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Dott.MorenoZolghetti

2014-06-07 13:16

Avendo sostenuto giorni di malessere per causa microbica, ho potuto rileggere un vecchio libro conservato gelosamente nella sezione speciale della libreria.

Si tratta di un saggio che ormai ha compiuto di trent'anni e che, a onor del vero, ancora se li porta molto bene. L'Autore è uno studioso di culture passate (e oggi avrebbe un enorme lavoro...) che si è preso la briga di documentarsi su vari testi (qualche centinaio, a leggere la bibliografia a fine volume) inglesi, tedeschi, spagnoli e francesi, oltre che greci, russi, latini. Il grande vantaggio di Teobaldo del Tanaro (laureato in Lettere Antiche e in Filosofia, fine linguista e dotto traduttore astigiano) è la conoscenza di molte lingue sia attuali, sia del passato. Non gli è mancata una spiccata capacità di sintesi e di confronto, così da produrre un volume di 280 pagine, fresco e limpido. L'argomento, come da titolo, è il parallelismo dell'apocalisse (intesa come fine della civiltà) nelle varie culture che hanno abitato o che abitano il pianeta Terra. Ci sono citate pagine antiche di secoli davvero suggestive, dove si fanno cenni a immagini talmente astratte che immediatamente conducono l'immaginazione dell'uomo moderno a invenzioni e scoperte del suo tempo. Energia imprigionata nella materia, luci intense, macchine volanti, uova metalliche che piovono dal cielo, portando distruzione, solo soltanto alcuni esempi di come antichi popoli appena capaci di rudimentale scrittura, ci abbiano tramandato scenari di distruzione finale del genere umano. Teobaldo del Tanaro non aggiunge nulla alla visione profetica, ma la riporta tradotta fedelmente (cosa non da poco) e la propone a chi non ne saprebbe ottenere molto dai testi originali. Il concetto di apocalisse giovannea, come s'intuisce subito dalle prime pagine, non è affatto originale, anzi è piuttosto un adattamento in chiave cristologica di altre apocalissi ben più antiche.

Se qualcuno di voi è interessato alla parusia finale e a ciò che ne seguirà, provveda a fornirsi copia di questo libretto: troverà le risposte a tutta una serie di domande.

Autore: Teobaldo del Tanaro

Gruppo Editoriale Muzzio - Padova

Collana Mondi Sconosciuti - 18.000 L

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Mario

2014-06-08 11:06

Ottima recensione la sua.

Mi associo nel consigliarlo.

Ma è pur sempre un libro che affronta tematiche attualissime con un piglio non adeguato alla situazione odierna.

Abbiamo davanti un futuro prossimo distopico che per essere parzialmente compreso richiede strumenti come World3.

Il declino (pardon, volevo dire collasso) di un organismo costituito da sette e rotti miliardi di simbionti farà impallidire le antiche scritture.

Verrà il tempo, ormai prossimo, di fare l'unica cosa che ci riesce bene: invocare tremanti e piangenti il ritorno del Salvatore e recitare il mantra "Maranatha", dimentichi del fatto che chi è la causa dei propri errori deve solo piangere se stesso.

saluti

Mario

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Dott.MorenoZolghetti

2014-06-08 14:14

L'Autore è stato un uomo pieno di risorse culturali, forse la persona più dotta che io abbia mai incontrato. Dotato di una memoria prodigiosa, costruita con uno studio enciclopedico e molto curato. Mi fanno ridere gli studenti di oggi, pieni di problemi nello studiare a memoria il ciclo di Krebs, una decina di reazioni demenziali. Conoscere a memoria non vuol dire essere intelligenti, per carità, ma quando ti trovi a cena con uno che recita a memoria un qualunque canto della Divina Commedia, o attacca a proclamare l'Aminta da dove ti sei interrotto nel leggerla...beh a me fa un certo effetto. La cosa che forse conosceva meglio era la storia: date, luoghi, genealogie...tutte a menadito, senza errori. Incredibile uomo, semplice nella sua complessità. Incompreso e sognatore. Questo forse il motivo per cui, come giustamente rileva lei, scrive con "un piglio non adeguato alla situazione odierna". Credo che se potesse vedere l'attuale società, sospesa nel limbo dell'"ipercomunicazione virtuale", depauperata di qualsivoglia sentimento mistico (ma forse basterebbe fermarsi a 'sentimento';-), affannata a dimostrare la propria immortalità, fallendo però miseramente, forse (dico forse), da pacifico uomo di lettere, si trasformerebbe in un dinamitardo mazziniano.

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MaXiMo

2014-06-08 18:02

Mario ha scritto:

Il declino (pardon, volevo dire collasso) di un organismo costituito da sette e rotti miliardi di simbionti farà impallidire le antiche scritture. Verrà il tempo, ormai prossimo, di fare l'unica cosa che ci riesce bene: invocare tremanti e piangenti il ritorno del Salvatore e recitare il mantra "Maranatha", dimentichi del fatto che chi è la causa dei propri errori deve solo piangere se stesso. saluti Mario

Quindi siamo di fronte ad una nuova (vecchia) apocalisse ? Forse un sogno potrà salvarci ? Quoto solo Mario ma la recensione del DOC è sufficiente per invogliare all'acquisto del libro.....in che anno è stato pubblicato ?

Mario

2014-06-08 20:36

MaXiMo ha scritto:

Quindi siamo di fronte ad una nuova (vecchia) apocalisse ?

Si, e di dimensioni inedite.

Forse un sogno potrà salvarci ?

Intanto la specie "Homo sapiens" continua a riposare sugli allori. Quando verrà svegliata inizierà a precipitare nell'incubo. La stagione dell'energia facile e a basso costo si è appena conclusa. E sognare non ha mai sfamato nessuno.

saluti

Mario

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Dott.MorenoZolghetti

2014-06-09 05:43

MaXiMo ha scritto:

Quoto solo Mario ma la recensione del DOC è sufficiente per invogliare all'acquisto del libro.....in che anno è stato pubblicato ?

Come ho scritto, ha compiuto 30 anni: 2014-30=1984. ;-)

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Dott.MorenoZolghetti

2014-08-17 19:47

Un mio carissimo amico ha letto questa discussione (credo cercando in Rete il testo) e mi ha contattato per alcuni chiarimenti.

Li estendo a tutti, pensando di non commettere nulla di sacrilego.

Lo stimato Autore di questo saggio è deceduto nell'estate del 1992, dopo una breve malattia ed è sepolto al cimitero di Asti, in una fossa priva di ornamenti, all'ombra di un cipresso piantato dopo la tumulazione. Il suo sepolcro, a testimonianza del motto oraziano "carmina non dant panem", è disadorno tutto l'anno, tranne quando vi faccio visita e vi depongo un fiore. Mi rattrista molto e mi commuove al tempo stesso, pensare a come ci si dimentichi di chi ti ha insegnato tanto mentre eri studente. Insegnava infatti in una scuola superiore astigiana e amava tanto il suo lavoro, la sua "missione" come la definiva lui. Ci ha lasciato molte traduzioni e due testi. Uno è quello recensito sopra e l'altro è una raccolta di racconti costruiti sulla base di vecchie leggende popolari che si tramandavano dagli anziani ai giovani, nelle sere d'inverno, ritirati nelle stalle dei paesi astigiani. Un'opera intensa e suggestiva, a tratti comica, a tratti drammatica. Nel Canzoniere Petrarca scrive: "Povera e nuda vai, Filosofia, dice la turba al vil guadagno intesa" e così è: visse umile e povero e tale morì.

Quella triste mattina di giugno, nella chiesa di san Martino in Asti, all'estremo saluto ci siamo contati: nove persone in tutto, prete compreso.