Offtopic... ma non troppo

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LuiCap

2015-06-18 12:17

[...]

Quando entrai nell'aula per frequentare il corso di chimica agraria avevo le idee ben chiare. Detta in breve dovevo rompere le scatole al professore.

E lo feci subito. Stavamo parlando della struttura dell'atomo e appena ne ebbi la possibilità, durante una pausa, tra la descrizione di un modello e un altro, chiesi al professore, un vecchio chimico, un po' ingobbito e con dei bellissimi capelli bianchi lucenti, se aveva senso un corso di chimica agraria, proprio oggi che la chimica sta inquinando gran parte delle risorse naturali.

Il professore di chimica oltre ai capelli bianchi e lucenti aveva una strana caratteristica, non guardava mai in direzione dei suoi studenti. Scriveva le formula alla lavagna e girava lo sguardo verso di noi di pochi gradi, quel tanto che bastava per far arrivare la sua voce. Non dovevamo guardare lui, ma la lavagna, il senso della postura era quello.

In quella strana posizione, senza cercare nemmeno chi avesse fatto la domanda rispose: NaCl, cloruro di sodio.

Se, disse, prendete il sodio puro e lo mettete nell'acqua causerete un'esplosione. Se inalate il cloro morirete. Se però il cloro si unisce con il sodio, si formerà cloruro di sodio, il normale sale da cucina. L'obiettivo di questo corso è fornirvi degli strumenti affinché possiate gestire due sostanze pericolose, come il sodio e il cloro, e trasformarle in sale da cucina. Altre domande?

Non ero mica soddisfatto, ma non avevo altre domande. Per il momento. A fine lezione, il professore disse ancora: meglio tenere le emozioni lontane da quest'aula. Nemmeno questa considerazione capii.

Tempo un paio di mesi, per l'esame, toccò a me rispondere a una domanda di chimica: produzione dell'acido solforico, H2SO4.

Mi doveva capitare proprio questo acido fastidioso, pericoloso, inquinante.

Naturalmente prima dell'esame ignoravo che l'acido solforico trovasse impiego nei fertilizzanti, per la composizione delle fibre sintetiche, nei detergenti che usavo e nelle pitture che talvolta usavamo per riverniciare i muri quando occupavamo una casa per farne un centro sociale.

Dunque: produzione di acido solforico, mi chiese il professore. La sostanza chimica più prodotta al mondo.

Prima di cominciare a rispondere, mi passò la vita davanti agli occhi, come se stessi per morire, io che giocavo con la plastica, mia madre che lavava per terra, mio nonno e mio padre che tutti contenti portavano barattoli di pittura. In realtà, quella che stava per morire era la mia idea di chimica.

Si parte dallo zolfo che viene poi fatto reagire con l'acqua. Si forma così il biossido (SO2). È il nostro primo problema, se si formasse subito il triossido ci avvicineremmo rapidamente alla soluzione, il triossido reagisce con l'acqua e dà l'acido, il gioco è fatto, l'esame è passato, andrei subito a prendermi un caffè, a sciacquarmi la faccia e le mani con un detergente all'acido solforico. Invece ero ancora lontano.

Dunque, per arrivare al triossido (SO3) dovevo riscaldare la miscela, biossido più aria, a circa 400°C e farla passare su un catalizzatore. Qui mi confusi (platino, vanadio?) e cos'è un catalizzatore? Mi chiese il professore e poi aggiunse: faccia un bel respiro, non si emozioni, tenga le emozioni lontane da quest'aula: avanti, rifletta, cos'è un catalizzatore?

Risposi a fatica... Una sostanza che accelera una reazione senza parteciparvi totalmente... e comunque, penna sul foglio, catalizzatore a parte, ancora non si vedeva questo benedetto triossido. La reazione non era finita, il sistema raggiunge l'equilibrio ma il biossido non si converte del tutto in triossido. C'è un residuo di biossido. Che ne fa? mi chiese il professore, con quei suoi capelli bianchissimi.

Non sapevo come proseguire.

Faccia finta, mi disse per aiutarmi, di avere un sistema industriale per la produzione di acido solforico, che ne fa, a questo punto della reazione, dell'eccesso di biossido? Lo butta nell'aria? Sì, no, non lo so, no, no. E perché? Perché poi a contatto con l'atmosfera, mi incitava il professore in questo benevolo tentativo di darmi il la, di catalizzare, per così dire, la reazione...

Non risposi. M'ero dimenticato tutto.

Me lo spiegò il professore che il biossido poteva incontrare qualche granello di pulviscolo che magari conteneva sostanze in grado di catalizzare la reazione a SO3. Qualora accadesse poi il triossido reagirebbe con l'acqua dando luogo a H2SO4. E dunque? mi chiese sempre per darmi il la.

E dunque non lo so, dissi io.

E quindi, disse il professore, se ne va a casa, perché se lei non conosce questa reazione poi può contribuire al fenomeno delle piogge acide. Non posso certo prendermi questa responsabilità.

Il premio Nobel per la chimica (1981) Roald Hoffmann sostiene che l'ignoranza della chimica costituisce una seria barriera per lo sviluppo democratico di una civiltà. Hoffmann insiste parecchio su un punto: la cosiddetta gente comune ha il dovere, sì, di essere informata correttamente su scelte che riguardano l'ingegneria genetica, il rischio e i benefici che alcune fabbriche possono, ad esempio, arrecare o offrire a una comunità, ma, di contro, la gente comune ha il dovere di studiare chimica abbastanza bene, affinché possa resistere sia alle rassicuranti seduzioni dei chimici esperti (quelli che secondo Hoffmann sono capaci di vendersi al miglior offerente), sia all'atteggiamento apocalittico dei letterati puri che, da veri presuntuosi, sono fermamente convinti di essere così fortunati da vedere la fine del mondo. È fondamentale, secondo Hoffmann, che la chimica si rivolga soprattutto agli studenti delle discipline umanistiche, ai cittadini informati, ai non professionisti: «Nuovi chimici, brillanti trasformatori di materia usciranno dai corsi di chimica. Essi però non saranno in grado di sfruttare appieno le loro potenzialità se noi non insegneremo a quel 99% di persone che non sono chimici, cosa fanno i chimici».

[...]

tratto da Antonio Pascale, Scienza e sentimento, Einaudi, 2008

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LuiCap

2015-06-19 09:38

Neanche a farlo apposta, uno dei tre quesiti della seconda prova scritta all'esame di stato per gli Istituti Tecnici, articolazione "Chimica e materiali" (svolta ieri) verteva proprio su una reazione di equilibrio di importanza industriale. :-)

3. Alcuni importanti processi industriali si basano su reazioni chimiche interessate da equilibrio. Il candidato, sulla base degli studi fatti, prendendo ad esempio un processo industriale, illustri i principi termodinamici che permettono di individuare le condizioni operative ottimali per la migliore resa delle reazioni chimiche.

http://www.istruzione.it/esame_di_stato/Secondo_Ciclo/tracce_prove_scritte/2015/allegati/M633.pdf

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quimico

2015-06-19 11:29

A me non è dispiaciuto la Maturità. Ai tempi, feci come Seconda Prova (sono uscito da un LSS) l'analisi di una funzione. E presi anche voto alto.

Alla Prima Prova feci analisi di un brano. Sono passati ormai 12 ANNI. Sticazzi asd

Comunque, Hoffmann è un tipo strano e particolare. A molti sta sul c...o per il suo essere, pare, una persona arrogante, super partes.

I suoi libri divulgativi sono bei libri ma finisco lì, non escono molto dal libro, nel senso che sono fini a sé stessi... Li ho letti, niente di entusiasmante.

Diciamo che io sono uno Scienziato molto legato alla Scienza; a volte forse sono un po' troppo integralista in questo senso.

C'è sicuramente da dire che manca una cultura di base scientifica, in tutti i campi. E so bene che è difficile che la gente comune possa avere tale cultura, visto che è impossibile essere conoscitore di ogni cosa (a meno di essere un Angela) e non a tutti interessa la Scienza. Senza contare che quella che dovrebbero insegnarti a scuola spesso è ridicola, insipida, sommaria, così superficiale da essere inutile. Non è altresì pensabile che a scuola si facciano troppe ore di Scienza a scapito di altre materie. Però c'è troppa ignoranza, non solo in termine scientifico.

A parte eccezioni, la maggior parte degli studenti che escono oggi dalle scuole è ignorante, non studia, non sa parlare e scrivere in Italiano.

Non è ammissibile una cosa del genere. NO NO NO. All'università si trovano persone che negli esami scritti sbagliano a coniugare tempi verbali. Io fortunatamente ho sempre avuto insegnanti, salvo rari casi, all'altezza del loro compito. E madre è un'insegnante. Quindi erano legnate sui denti se sbagliavo. E ancora oggi mi irrito a leggere e sentire certe cose. Sono un cosidetto Grammar Nazi. Idem quando sento certa gente che non sa l'Inglese. Oggi NON si può non sapere l'inglese. NO NO NO. Cazzo.

Va beh la chiudo qui.

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contefra95

2015-06-19 15:29

Si però agli insegnamenti in lingua inglese viene data anche fin troppa importanza. Alle università vengono tenuti diversi corsi in lingua straniera ma per me non ha senso perché l'italiano è una lingua ricca parole che rappresentano concetti ben definiti. Le sfumature dei significati si perdono quando apprendi attraverso una lingua che non è la tua.

quimico

2015-06-19 15:37

Ok, i corsi di laurea solo in inglese in Italia forse sono troppo, visto che molti manco in Italiano sanno parlare e scrivere.

Ma nel 2015 NON si può non sapere almeno l'inglese come seconda lingua. Il livello medio degli Italiani per quanto concerne l'inglese è ridicolo se paragonato a quello in Europa. I tedeschi (ci ho lavorato assieme) lo parlano BENE. Nonostante la loro pronuncia teutonica.

Noi? Facciamo ridere.

luigi_67

2015-06-22 06:19

quimico ha scritto:

.........

Noi? Facciamo ridere.

Facciamo ridere, purtroppo, anche per tante altre cose... :-(

La conoscenza della lingua inglese oggi è un requisito fondamentale se si vuole comunicare con il resto del mondo, dato che è l'unico mezzo con il quale si capisce e ci si fa capire praticamente ovunque.

Il problema che vedo anche io però è che ci sono davvero grossi problemi con l'italiano: mi vedo spesso arrivare relazioni e scritti vari, redatti in un modo allucinante, frasi sconnesse senza ne capo ne coda, punteggiatura inesistente e messa a casaccio... se vi dico che certe vole mi tocca fare il correttore di bozze prima di autorizzare l'invio di documenti al cliente forse vi verrà da ridere, ma è purtroppo così.

E chi scrive queste cose è gente laureata, gente dalla quale ti aspetteresti di più in questo senso... che disastro...

Un saluto

Luigi

quimico

2015-06-22 10:39

Sempre peggio...

Beefcotto87

2015-06-22 11:08

Scusate se mi intrometto, "deviando" leggermente il discorso verso altro, ma ho un tarlo che mi rode.

Spesso, in giro sulla rete (quindi con un basso livello di sicurezza), ho trovato scritto che nelle università estere, specialmente in UK, gli esami siano ormai spinti verso una tipologia più "schematica", a crocette, più equi e meno influenzabili da estro ed inventiva: non posso fare a meno di confrontare questa idea con la mia università (UPO), e i risultati sono assai deludenti...

Esami orali la fan da padrone, ed ovviamente non viene premiato solo chi le cose le sa (perché comunque è un esame), ma chi giustamente sa destreggiarsi con le parole e le cose le sa "a mezzo", mentre viene PESANTEMENTE messo in difficoltà chi, come me, soffre d'ansia e soffre della figura pressante e dell'eventuale umiliazione di altre persone presenti! Oltre a questo, è mia opinione che, avere esami orali, sia scomodo anche per la logistica: tempi allungati all'infinito, scomodare più professori, stancare sia loro che noi (c'è gente che magari deve farsi Km per arrivare in università, e farlo per più giorni, magari pure staccati, è anche una spesa inutile), soggettivismo che si traduce in comportamenti magari meno giusti, ecc... Voi cosa ne pensate? Vecchia scuola (commissione, orali lunghissimi, soggettività) o innovazione (esami più brevi, oggettività, ecc...)?

luigi_67

2015-06-22 15:05

Guarda, io posso darti un parere sulla base della mia esperienza. Concordo con te che un esame basato su test "a crocette" sia senz'altro auspicabile e dia sicuramente una valutazione più oggettiva sulle effettive consocenze del candidato, però non si può prescindere, a mio avviso, dalla prova orale davanti ad una commissione. Capisco l'emotività, capisco l'ansia, capisco tutto, però posso dire che poi finita l'Università e una volta nel mondo del lavoro, ci si troverà miriadi di volte a dover spiegar cose mentre si hanno davanti persone spesso prevenute e "ostili" professionalmente, ti potrai trovare a fare da tutor verso altre persone, magari straniere, ti potrai trovare a dover portare avanti con le tue argomentazioni e idee la causa della azienda dove un giorno lavorerai... capita di tutto guarda e secondo me quindi, il trovarsi ORA davanti ad una commissione di esame pronta a fucilarti al minimo errore o qualora non riuscissi ad esporre bene le tue idee ti formerà per quando ti troverai POI davanti ad un cliente o a un concorrente dove dovrai saper far valere le TUE ragioni... Avere una commissione di persone davanti, ti fa scuola per la vita, fidati, e più sono str...i meglio impari. Mi auguro che tra qualche anno tu possa darmi ragione. :-) Un saluto Luigi

quimico

2015-06-22 16:17

Mah, io le crocette non le ho mai considerate come un modo di valutare la preparazione di un individuo. A meno che questa persona non studi Scienza delle merendine.

A Chimica non si possono fare esami del genere. Magari a Medicina, ma sottolineo magari. Non lo considero un metodo di esame.

A Chimica si possono fare esami a risposta chiusa o aperta. È una materia che come le altre Scienze dure necessita di esami appositi. Dove si valuta la reale conoscenza della persona. L'orale spesso era accessorio. In alcuni esami era più d'aiuto che d'intralcio.

E poi sono d'accordo con Luigi sul fatto che sia meglio (ma non sempre) avere docenti che un po' stronzi sono. Almeno si vede subito chi sa e chi non sa.

Ci sta poi tutto il discorso che hai fatto. Non lo nego. La distanza, le tante ore sui libri... Ma c'è anche gente che viene a cazzeggiare e a scaldare la sedia. Prendetevela con loro. Sono loro il problema. Spezzo una lancia in tuo favore Beef su una cosa: alcuni docenti, e spesso assistenti/ricercatori, NON dovrebbero MAI fare esami. Non sono capaci, non è la loro strada. Meglio se ne restino in laboratorio o nel loro studio.

L'università è solo una sorta di limbo. Il vero casino, vedrai, è fuori. E allora rimpiangerai l'università. Fidati.

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Beefcotto87

2015-06-22 16:22

Mi spiace Luigi, ma non mi piace questo discorso da "si può perdonare qualunque nefandezza, tanto ti serve per 'imparare'", perché è la massima scusa usata per farsi i propri comodi, specie in Italia! Lavorare gratis per fare esperienza, pagare più del dovuto, ecc... Ti assicuro che non è stare davanti ad un professore che ti forgerà più avanti, anzi, ti insegna piuttosto che chi è di grado superiore al tuo, ha sempre ragione ;-) E infatti se ad ora io dovessi diventare professore, farei davvero schifo XD Certo, tutto nella vita fa esperienza, ma entro certi limiti, altrimenti non ne usciremmo più!! Non puoi sacrificare voti e salute per una fantomatica esperienza, ti pare?


quimico ha scritto:

Mah, io le crocette non le ho mai considerate come un modo di valutare la preparazione di un individuo. A meno che questa persona non studi Scienza delle merendine.

A Chimica non si possono fare esami del genere. Magari a Medicina, ma sottolineo magari. Non lo considero un metodo di esame.

A Chimica si possono fare esami a risposta chiusa o aperta. È una materia che come le altre Scienze dure necessita di esami appositi. Dove si valuta la reale conoscenza della persona. L'orale spesso era accessorio. In alcuni esami era più d'aiuto che d'intralcio.

E poi sono d'accordo con Luigi sul fatto che sia meglio (ma non sempre) avere docenti che un po' stronzi sono. Almeno si vede subito chi sa e chi non sa.

Ci sta poi tutto il discorso che hai fatto. Non lo nego. La distanza, le tante ore sui libri... Ma c'è anche gente che viene a cazzeggiare e a scaldare la sedia. Prendetevela con loro. Sono loro il problema. Spezzo una lancia in tuo favore Beef su una cosa: alcuni docenti, e spesso assistenti/ricercatori, NON dovrebbero MAI fare esami. Non sono capaci, non è la loro strada. Meglio se ne restino in laboratorio o nel loro studio.

L'università è solo una sorta di limbo. Il vero casino, vedrai, è fuori. E allora rimpiangerai l'università. Fidati.

Allora magari è meglio dire "severi", stronzo è ben altro...

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quimico

2015-06-22 16:29

Ok, vada per severi. Quelli stronzi spesso non hanno mai capito un cazzo della/dalla vita.

Beefcotto87

2015-06-22 16:32

In genere sono quelli che non sanno o sanno molto, a diventare stronzi, almeno è quello che ho visto...

luigi_67

2015-06-22 16:57

Non devi perdonare nessuna nefandezza, ti dico soltanto che la situazione in cui uno si può trovare in imbarazzo davanti ad una commissione di esame è la stessa che nella vita lavorativa si ripete molto spesso. Per questo dico che anche questa esperienza, seppur negativa, serve a farsi le ossa. Ti abitui oggi a fronteggiare un professore, domani saprai anche fronteggiare il tuo capo incompetente e fargli capire che quello che sta facendo è sbagliato.

Ha detto bene quimico, rimpiangerai l'università... :-)

Un saluto

Luigi

Beefcotto87

2015-06-23 06:13

Rimpiango già molte cose, fidati XD Una su tutte? L'infanzia XD

Funzionasse così, ora saprei davvero fare molte cose ;-)

zodd01

2015-06-23 06:21

Più che gli orali io toglierei il voto. Quello sì che è una cacata pazzesca. Sapete cosa misura il voto ? Solo quanto il professore e lo studente si capiscono. Non la preparazione, la bravura o chissà cosa ma solo quanto si intendono i due protagonisti. Lascerei solo ID, idoneo. Senza voto. Vi faccio un esempio. Chimica Inorganica III, il prof fa una domanda e quelli con 30 chimica inorganica II non sanno rispondere mentre io che non avevo fatto manco l'esame sì. E poi non ci prenderò 30 ovviamente. Vi sembra giusto che io rimanga discriminato impropriamente per non essermi inteso col prof quando quelli ' intesi ' alla fine non sanno rispondere ai problemi ? La bravura di un chimico si vede sul campo, di fronte ai problemi, non nei voti. Questo toglierei.

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Beefcotto87

2015-06-23 09:04

Il problema, in quel caso, sarebbe quello di "quantificare" la preparazione (non che ora sia perfetta come cosa, anzi...)

zodd01

2015-06-23 18:20

Penso pure che l'esame debba essere pratico per molte materie le quali adesso si sostengono oralmente. Esempio: corso di cromatografia e spettrometria di massa. Spiegato benissimo per l'esame un malloppone di fotocopie, diapositive e chi più ne ha ne metta a MEMORIA ! Le domande dell'esame vertono su il vuoto formato da una pompa turbomolecolare. Ma che cosa mi chiedi, sono bravo se so a memoria a quanto arriva di vuoto una pompa del genere ? Anche se lo sapessi appena esco dall'aula d'esame l'ho scordato. Questi dettagli si sanno quando ci si lavora e sopratutto se ci si lavora con la spettrometria di massa, inutile chiedermelo ora dato che non l'ho mai vista una pompa del genere e manco me lo volete fare usare sto cazzo di spettrometro, c'hanno paura di averlo guastato. L'esame dovrebbe essere piuttosto ' Hai studiato cromatografia e spettrometria di massa ? Ok vediamo, analizzami quest'estratto naturale, quale tecnica usi ? GC o HPLC ? E per la massa ? EI o ESI ? '. No invece non ce lo fanno manco vedere un apparecchio del genere, hanno paura che glielo rompiamo. E allora ? Lo dobbiamo sfasciare tutto per imparare a usarlo, come lo avete sfasciato voi ora tocca a noi, vecchiacci di merda !

Scusate lo sfogo è tempo d'esami.

Beefcotto87

2015-06-23 19:42

Zodd1, su questo hai ragione... Ma sai cosa? Sono bravissimi a farti perdere tempo! Ti faccio un esempio, quello che mi sta capitando ora: la nostra università "dovrebbe" aver implementato il sistema di registrazione dei voti online (ma ovviamente non tutti lo fanno, anzi), ebbene, io ho fatto un esame giusto venerdì (e ci han fatto cambiare anche sede senza preavviso -.-';-), che in teoria userebbe già questo nuovo sistema, solo che, ovviamente, il professore in questione (non attinente nemmeno alla classe di Laurea, con un corso da 1 credito), ci farà andare lì domani mattina per dirci i voti, roba che ha sorpreso anche mia madre, che l'università la faceva negli anni '70... Abbiamo i mezzi, ma ci comportiamo come se non ci fossero! Perché snellire i tempi? Fai spendere alla gente ore di treno, di attesa, ansia e tempo tolto allo studio, ne avrai di sicuro guadagno in ego e auto-compiacimento!

LuiCap

2015-06-24 12:02

La valutazione è una scienza che non funziona senza il 90% di buon senso :-)

evoluzione sistema scolastico.jpg
evoluzione sistema scolastico.jpg

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zodd01

2015-06-24 15:08

Bella questa.

quimico

2015-06-24 17:36

Geniale asd

Beefcotto87

2015-06-24 19:31

Maledetti INVALSI XD

LuiCap

2015-07-03 10:02

Tornando all'inizio della discussione, consiglio la lettura di questo articolo:

https://ilblogdellasci.wordpress.com/

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ohilà

2015-07-03 10:13

E' una vergogna incredibile come la chimica sia quasi dimenticata nella scuola italiana, tranne, forse, nell'ITIS dedicato.

Con quale coraggio si definisce con l'aggettivo "scientifico" un liceo che si scorda senza problemi di questa splendida materia? 

Alle superiori penso che le ore di chimica che ho fatto siano state un decimo di quelle di latino... Curioso no?  >_>

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Beefcotto87

2015-07-03 11:11

Io ne so qualcosa Ohilà! Scientifico solo di nome, fra italiano e latino si superava di gran lunga la somma di matematica e fisica, per non contare le 2 o 3 ore di "scienze"... Si faceva ben di più al Bonfantini, un "agricolo"!

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quimico

2015-07-03 13:22

Io feci nel 1998 il Liceo Scientifico. Avrò visto neanche 10 volte il laboratorio, esperimenti pari a 0, chimica fatta sommariamente (e la prof.ssa era laureata in Chimica nonché moglie di un mio professore dell'Università)... Matematica e fisica la facevano da padroni, come docenti di Scienze a parte la sopracitata prof.ssa il resto delle prof.sse lasciavano MOLTO a desiderare. Per fortuna amo da sempre la Scienza e quindi me la sono sempre cavata da solo.

Ma è, come sottolineato sopra, ridicolo che in un Liceo Scientifico la Scienza sia solo accessoria. Che rabbia.


LuiCap ha scritto:

Tornando all'inizio della discussione, consiglio la lettura di questo articolo:

https://ilblogdellasci.wordpress.com/

Da tanto tempo vorrei iscrivermi alla SCI ma servono due soci che ti presentino. E poi sono comunque 75€ all'anno.

Con l'iscrizione all'Albo dei Chimici oltre ad esser automaticamente (pagando) iscritti al CNC, sarebbe buona cosa esser iscritti anche alla SCI.

Specie per un laureato in Chimica che lavora in campo chimico... Invece nisba. Paghi e poi sei a posto. Assurdo.

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Beefcotto87

2015-07-03 14:06

10 volte? Ti è andata bene! Io meno della metà, 2 per chimica e 2 per fisica... Per altro, nemmeno interattivi!

quimico

2015-07-03 14:15

Sì ma ci portavano a vedere esperimenti del cazzo, niente pratica fatta da noi o quasi. Erano giri dall'aula al laboratorio.

Avremo visto forse più VHS che altro... Meglio di niente ma non c'eravamo proprio. Bella merda.

Beefcotto87

2015-07-03 14:47

Si, solo giri, figurati che uno era una vecchia aula (niente banconi, allacci, ecc...) con una cattedra come bancone! Roba che qui sul forum è peggiore del 90% dei laboratori casalinghi...

Rosa

2018-09-03 20:29

LuiCap ha scritto:

[...]

Quando entrai nell'aula per frequentare il corso di chimica agraria avevo le idee ben chiare. Detta in breve dovevo rompere le scatole al professore.

E lo feci subito. Stavamo parlando della struttura dell'atomo e appena ne ebbi la possibilità, durante una pausa, tra la descrizione di un modello e un altro, chiesi al professore, un vecchio chimico, un po' ingobbito e con dei bellissimi capelli bianchi lucenti, se aveva senso un corso di chimica agraria, proprio oggi che la chimica sta inquinando gran parte delle risorse naturali.

Il professore di chimica oltre ai capelli bianchi e lucenti aveva una strana caratteristica, non guardava mai in direzione dei suoi studenti. Scriveva le formula alla lavagna e girava lo sguardo verso di noi di pochi gradi, quel tanto che bastava per far arrivare la sua voce. Non dovevamo guardare lui, ma la lavagna, il senso della postura era quello.

In quella strana posizione, senza cercare nemmeno chi avesse fatto la domanda rispose: NaCl, cloruro di sodio.

Se, disse, prendete il sodio puro e lo mettete nell'acqua causerete un'esplosione. Se inalate il cloro morirete. Se però il cloro si unisce con il sodio, si formerà cloruro di sodio, il normale sale da cucina. L'obiettivo di questo corso è fornirvi degli strumenti affinché possiate gestire due sostanze pericolose, come il sodio e il cloro, e trasformarle in sale da cucina. Altre domande?

Non ero mica soddisfatto, ma non avevo altre domande. Per il momento. A fine lezione, il professore disse ancora: meglio tenere le emozioni lontane da quest'aula. Nemmeno questa considerazione capii.

Tempo un paio di mesi, per l'esame, toccò a me rispondere a una domanda di chimica: produzione dell'acido solforico, H2SO4.

Mi doveva capitare proprio questo acido fastidioso, pericoloso, inquinante.

Naturalmente prima dell'esame ignoravo che l'acido solforico trovasse impiego nei fertilizzanti, per la composizione delle fibre sintetiche, nei detergenti che usavo e nelle pitture che talvolta usavamo per riverniciare i muri quando occupavamo una casa per farne un centro sociale.

Dunque: produzione di acido solforico, mi chiese il professore. La sostanza chimica più prodotta al mondo.

Prima di cominciare a rispondere, mi passò la vita davanti agli occhi, come se stessi per morire, io che giocavo con la plastica, mia madre che lavava per terra, mio nonno e mio padre che tutti contenti portavano barattoli di pittura. In realtà, quella che stava per morire era la mia idea di chimica.

Si parte dallo zolfo che viene poi fatto reagire con l'acqua. Si forma così il biossido (SO2). È il nostro primo problema, se si formasse subito il triossido ci avvicineremmo rapidamente alla soluzione, il triossido reagisce con l'acqua e dà l'acido, il gioco è fatto, l'esame è passato, andrei subito a prendermi un caffè, a sciacquarmi la faccia e le mani con un detergente all'acido solforico. Invece ero ancora lontano.

Dunque, per arrivare al triossido (SO3) dovevo riscaldare la miscela, biossido più aria, a circa 400°C e farla passare su un catalizzatore. Qui mi confusi (platino, vanadio?) e cos'è un catalizzatore? Mi chiese il professore e poi aggiunse: faccia un bel respiro, non si emozioni, tenga le emozioni lontane da quest'aula: avanti, rifletta, cos'è un catalizzatore?

Risposi a fatica... Una sostanza che accelera una reazione senza parteciparvi totalmente... e comunque, penna sul foglio, catalizzatore a parte, ancora non si vedeva questo benedetto triossido. La reazione non era finita, il sistema raggiunge l'equilibrio ma il biossido non si converte del tutto in triossido. C'è un residuo di biossido. Che ne fa? mi chiese il professore, con quei suoi capelli bianchissimi.

Non sapevo come proseguire.

Faccia finta, mi disse per aiutarmi, di avere un sistema industriale per la produzione di acido solforico, che ne fa, a questo punto della reazione, dell'eccesso di biossido? Lo butta nell'aria? Sì, no, non lo so, no, no. E perché? Perché poi a contatto con l'atmosfera, mi incitava il professore in questo benevolo tentativo di darmi il la, di catalizzare, per così dire, la reazione...

Non risposi. M'ero dimenticato tutto.

Me lo spiegò il professore che il biossido poteva incontrare qualche granello di pulviscolo che magari conteneva sostanze in grado di catalizzare la reazione a SO3. Qualora accadesse poi il triossido reagirebbe con l'acqua dando luogo a H2SO4. E dunque? mi chiese sempre per darmi il la.

E dunque non lo so, dissi io.

E quindi, disse il professore, se ne va a casa, perché se lei non conosce questa reazione poi può contribuire al fenomeno delle piogge acide. Non posso certo prendermi questa responsabilità.

Il premio Nobel per la chimica (1981) Roald Hoffmann sostiene che l'ignoranza della chimica costituisce una seria barriera per lo sviluppo democratico di una civiltà. Hoffmann insiste parecchio su un punto: la cosiddetta gente comune ha il dovere, sì, di essere informata correttamente su scelte che riguardano l'ingegneria genetica, il rischio e i benefici che alcune fabbriche possono, ad esempio, arrecare o offrire a una comunità, ma, di contro, la gente comune ha il dovere di studiare chimica abbastanza bene, affinché possa resistere sia alle rassicuranti seduzioni dei chimici esperti (quelli che secondo Hoffmann sono capaci di vendersi al miglior offerente), sia all'atteggiamento apocalittico dei letterati puri che, da veri presuntuosi, sono fermamente convinti di essere così fortunati da vedere la fine del mondo. È fondamentale, secondo Hoffmann, che la chimica si rivolga soprattutto agli studenti delle discipline umanistiche, ai cittadini informati, ai non professionisti: «Nuovi chimici, brillanti trasformatori di materia usciranno dai corsi di chimica. Essi però non saranno in grado di sfruttare appieno le loro potenzialità se noi non insegneremo a quel 99% di persone che non sono chimici, cosa fanno i chimici».

[...]

tratto da Antonio Pascale, Scienza e sentimento, Einaudi, 2008

"l'ignoranza della chimica costituisce una seria barriera per lo sviluppo democratico di una civiltà. "Ma alla fine pure l'ignoranza del minimo indispensabile della matematica o della storia o della geografia  o della x discipina "costituisce una seria barriera allo sviluppo democratico ",

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NaClO

2018-09-04 08:32

Sapete perché, in America, quando fanno il notiziario mondiale, mettono il planisfero con le città dove avvengono i fatti, indicate? Non fanno per niente geografia. Non hanno la più pallida idea di dove sia, per esempio, Ankara o Stalingrado.

Storia? Quasi nulla, se non la loro. Guerre di secessione a menadito, caduta di Costantinopoli... eh?!?!?

Il latino. L’inglese è la lingua che ha preso più parole dal latino. Al liceo scientifico si fa latino. Anziché farlo tre ore, personalmente ritengo che si potrebbe mettere un’altra ora di greco. E l’ora che avanza? Magari si può fare chimica.

Il metodo con cui fanno gli esami in America può anche starci, però non si valutano le capacità di sintesi e la proprietà di linguaggio del candidato. In Italia, i concorsi pubblici li fanno così: pubblicano 2000-3000 quiz con le relative risposte che vanno imparate tutte a memoria!!! Poi ne pescano trenta e l’esame è quello. Quindi, il più bravo, non è quello che si è fatto, perdonatemi l’espressione ma è l’unica che rende bene, il bucio di culo sui libri, ma chi ha la memoria migliore (io sono non ho memoria, per niente. Immaginate un po’ voi...). Una ragazza al maneggio da me fa storia medievale. All’esame (che fa sempre la professoressa) chiedono i fatti, non le date.

Noi italiani saremo anche ignoranti (verissimo), ma gli americani, appena escono dalla loro sfera, nulla.

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Rosa

2018-09-05 04:52

Come se noi a scuola facessimo geografia secondo Lei scusi? :-D ho i miei dubbi su quanti nella mia classe potevano sapere dove fosse Ankara...il mio docente di Filosofia era scioccato della ignoranza geografica della media della nostra classe. È vero che lo spirito pragmatico americano ha le conseguenze che dice Lei sulla scuola, tuttavia pure la scuola italiana non scherza con il suo degrado: dalle elementari al liceo nella mia esperienza breve e in quella del 90% della gente che conosco la scuola si basa molto più sulla teoria "spiegata "a vanvera,leggendo dal libro o dalle slide, trascurando aspetti pratici.E alle medie ci insegnava il prof di geografia :"quando si studia si fa così: si legge e si ripete il paragrafo fino a impararselo [a memoria?]" e si mise a leggere un periodo del libro e a ripeterlo a pappagallo per insegnarci il metodo di studio. Metodo del pappagallo era pure quello della prof di Italiano, di Storia: leggeva riga per riga le parole del libro come se non portessimo leggere soli. Per non parlare della Matematica nei licei umanistici ma anche alle medie consiste nello svolgere argomenti meccanici (sistemi di equazioni, equazioni di 2 grado ecc), non applicati alla realtà: il capitolo relativo alla risoluzione di problemi pratici veniva sempre saltato. Basti pensare che alle medie un bambino in classe mia risolveva le prove invalsi alla mia docente di Matematica che non sapeva proprio come procedere, per niente. La scuola italiana in particolare negli indirizzi umanistici (che dovrebbero almeno insegnare qualche base scientifica ) pone troppe attenzioni alle tonnellate di versioni latine, romanzi e relazioni dei libri letti . ..troppa teoria 0 praticità: residui della scuola,fascista, di Gentile...questo ripeto è relativo alla mia piccola esperienza e a quella di quasi tutti i coetanei che conosco.

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