Sintesi dell'idrazina solfato

Myttex Forum ha chiuso definitivamente. Non è più possibile inviare messaggi, ma il contenuto è ancora consultabile in questo archivio.

Max Fritz

2010-03-21 10:16

Premetto che questa sostanza è tossica e cancerogena, ma la sua preparazione laboriosa è un ottimo deterrente.

Occorrente:

-Urea

-Sodio ipoclorito sol. conc. (candeggina concentrata 5-6% di Cl attivo)

-H2SO4 al 50%

-Colla di pesce (quella x alimenti va bene)

-Tanto ghiaccio tritato + sale

-Vetreria comune (+ 1 buretta, o imbuto, o altro apparecchio

gocciolatore)

Procedura;

In 40ml di H2O dist. sciogliere 10g di urea. Raffreddare sotto i 5°C in un bagno di ghiaccio e sale. Aggiungere a piccole porzioni 18g di NaOH evitando un eccessivo riscaldamento e riportare la sol. sotto i 5°C. Addizionare con l'aiuto di un imbuto gocciolatore (io ho usato una buretta) 130/150ml di sol. concentrata di ipoclorito di sodio con ca. il 5-6% di cloro (per aumentarne il potere ossidante si può aggiungere qualche goccia di bromo e poi altra NaOH fino a dissoluzione) e, contemporaneamente, 0,7g di colla di pesce sciolti nella minor quantità possibile di acqua bollente. Ogni goccia cadendo produce un'abbondante quantità di schiuma. Terminata l'aggiunta mettere in frigorifero o altro luogo fresco per 14 ore. E' consigliabile tappare il recipiente (non ermeticamente dato che potrebbe saltare il tappo) e lasciare la minor quantità possibile di aria sopra il liquido.

Terminato il "riposo" si sarà messa in libertà l'idrazina (sotto forma di N2H4 disciolta). Scaldare la sol. ad ebollizione e poi raffreddarla nuovamente in bagno di ghiaccio, travasandola in una beuta da 500ml. Il Salomone consiglia di farla bollire per qualche minuto, ma temo che si perda parte dell'idrazina ottenuta.

Addizionare quindi sempre goccia a goccia 60ml di H2SO4 al 50%.

Sempre sotto i 5°C, lasciar riposare per un'oretta; si deposita un ppt. cristallino di Na2SO4 e N2H6SO4. Si elimina il liquido sovrastante inclinando la beuta e si aggiungono 300ml di H2O distillata e molto fredda. Si sbatte il ppt., si lascia decantare, si elimina l'H2O avendo cura di non trascinare l'idrazina e si aggiungono altri 40ml ca. di H2O.

Si scalda sino ad ebollizione, si travasa la soluzione in una capsula e si lascia raffreddare per 1 ora in frigorifero. Si depongono i cristalli di idrazina solfato, prismatici, lucenti, che, una volta eliminata l'acqua, vanno asciugati all'aria.

Resa: 0,5g azz! idrazina solfato N2H6SO4.

I seguenti utenti ringraziano Max Fritz per questo messaggio: Roberto, Claudio, NaClO

al-ham-bic

2010-03-21 17:59

Ancora merito al buon vecchio prof. Salomone e a chi prova le sue sintesi.

Come ti dicevo, questa non l'avevo provata proprio perchè mi aspettavo una resa del genere. Comunque molto bene, se hai una foto del prodotto ancora meglio ;-)

Max Fritz

2010-03-21 18:25

Sì, è vero che la resa è scarsissima, ma i reagenti sono molto economici, quindi volendo si può ripetere la sintesi con il doppio delle quantità per arrivare almeno al grammo....

--------------------------

Per le foto appena avrò tempo metterò quella del risultato e, se riesco, l'immagine dei cristalli al microscopio (ancora non li ho visti).

I seguenti utenti ringraziano Max Fritz per questo messaggio: None

al-ham-bic

2010-04-04 20:14

Aggiungo, per confrontare le procedure, quella ufficiale di OrgSyn per l'idrazina solfato. Ho già diviso per dieci le quantità.

A normal solution of sodium hypochlorite is prepared as follows: in a 0,5-l. roundbottomed flask are placed 180 g. of sodium hydroxide solution [30 g. of sodium hydroxide to 150 g. of water] and 150 g. of ice. Chlorine gas is then passed into the solution until it has gained in weight approximately 21,3 g. During this addition, the solution must be kept thoroughly cooled with ice, in order that chlorates will not be formed. After all the chlorine has been passed in, it is necessary to be certain that the mixture is slightly alkaline, since any free chlorine in the solution prevents the formation of hydrazine.

In evaporating dish are placed 135 g. (150 ml) of c.p. aqueous ammonia (sp. gr. 0.90), 90 cc. of distilled water, 37,5 cc. of 10 per cent gelatine solution, and 120 cc. of the normal sodium hypochlorite solution prepared as above. This mixture is heated as rapidly as possible and boiled down until one-third of the original volume is left. This solution is then cooled thoroughly with ice and filtered with suction, first through two layers of toweling and then through one thickness of ordinary filter paper over cloth, in order to remove finely divided solid impurities. The solution is then placed in a precipitating jar, and cooled thoroughly (0°) with ice and salt; 1 cc. of concentrated sulfuric acid for each 10 cc. of solution is gradually added with constant stirring. A precipitate of hydrazine sulfate (NH2NH2 · H2SO4) forms. The mixture is allowed to stand in the cold for a few hours in order to complete the precipitation, and is then filtered by suction in the usual way and the precipitate washed with cold alcohol. The yield varies from 5,3 g. to 5,8 g. per 150 ml of aqueous ammonia (34–37 per cent of the theoretical amount). The product is perfectly white and crystalline, and satisfactory for almost any purpose. If a very pure product is desired, it must be recrystallized from water. For every 2,1 g. of crude product, 10 g. of boiling water is used. If the crude hydrazine is brown, it is advisable to use a little animal charcoal. After the mixture has been filtered and cooled to 0°, 1,9 g. of pure white crystals are obtained.

La sintesi comprende anche quella dell'ipoclorito, magari si può provare a saltarla usando NaClO commerciale (ma che è più diluito, bisognerebbe lasciarlo concentrare del doppio evaporandolo A FREDDO!).

(Ricordo che l'idrazina solfato è un prodotto cancerogeno, mentre l'idrazina idrato è anche estremamente tossica :tossico: )

Max Fritz

2010-04-05 10:36

Mi sembra un'ottima idea quella di sostituire l'urea con l'ammoniaca, anche perchè lo sviluppo di CO2 dell'urea è scomodo, abbondante, e, a mio parere, porta con sè parte dell'idrazina idrato formatasi prima dell'aggiunta di H2SO4.

Secondo voi, al posto dell'NaClO in soluzione, non converrebbe utilizzare il Ca(ClO)2 che esiste solido, "porta" il doppio degli anioni ipoclorito e non costa tanto?

al-ham-bic

2010-04-05 11:18

Poi non ti liberi più dal calcio e se filtri non ti resta niente in mano.

---

Dove trovi il vecchio "cloruro di calce" che è una vita che non lo vedo?

Max Fritz

2010-04-05 11:34

Beh, Sigma, Alfa Aesar, Acros Organics, sotto "calcium hypochlorite", ti riporto i prezzi:

-Acros Organics: 1Kg 30,5 euro

-Alfa Aesar: 250g 19,5 euro

-Sigma Aldrich: 250g 21,4 euro / 1Kg 37,9 euro

al-ham-bic

2010-04-05 11:44

Ah ecco, presso i fornitori chimici ufficiali, quelli li conoscevo.

Ma io mi riferivo al vecchio ipoclorito di calcio, che una volta si usava come disinfettante per i cessi a zero lire al chilo... ma tu non eri ancora nato O:-)

Max Fritz

2010-04-05 12:37

Eheh, no mi dispiace... di quello non ne so niente...

ChemF

2010-04-28 17:37

Salve a tutti, spero di non andare troppo OT, il mio vicino di casa (un chimico, penso abbia circa 90 anni, ma ancora molto in gamba) mi ha procurato un po' di "idrazina solfato"... Peccato il contenitore mi sembra alquanto vecchio, e lui mi ha detto che la aveva in laboratorio "da tanto"... C'è qualche cosa che posso fare per verificare se in effeti è idrazina? Grazie

Max Fritz

2010-04-29 11:35

Potresti ridurre il campo facendo dei test sul potere riducente. Per ora è l'unica cosa che mi viene in mente... non so se con NaOH produce anche lei ammoniaca, come i sali di ammonio, o no... ma se qualcuno lo sapesse, potrebbe essere un metodo per rilevare la presenza d'azoto (se produce NH3) o negare la presenza di ammonio (se l'idrazina non produce NH3).

-L'ultimo pensiero è un po' contorto asd-

quimico

2010-04-29 17:39

potresti ad esempio fare il test con la PDMAB, p-dimetilamminobenzaldeide: la PDMAB in soluzione acida reagisce con l'idrazina formando un prodotto giallo... ma è un test colorimetrico quindi mi sa che non va' bene per te...

se no c'è un altro test che mi è venuto in mente ma che sinceramente non ho mai provato...

avendo a disposizione dell'idrazina solfato devi prepararti una soluzione diluita di tale sostanza... nel caso si partiva da una soluzione 0.1M di idrazina solfato... potresti farla anche tu e poi diluire... ma non saprei di che fattore :-( inoltre ti serve una soluzione 0.2M di argento nitrato

una goccia di soluzione di idrazina solfato a bassa concentrazione (prova con 0.01M) e una goccia di una soluzione di NaOH all'1% sono aggiunte ad una goccia di AgNO3 posta nella depressione di una capsula in porcellana (o un mortaio sempre in porcellana);

la miscela risultante composta da Ag2O marrone e Ag metallico nero è agitata con una bacchetta di vetro molto sottile; dopo un minuto circa una goccia di una soluzione concentrata di ammonio idrossido è aggiunta per dissolvere l'Ag2O

particelle finemente suddivise di argento metallico nero rivela la presenza di idrazina, secondo la reazione:

N2H4 + 4[Ag(NH3)2]+ + 4OH- -> N2 + 4Ag + 8NH3

al-ham-bic

2010-04-29 19:28

Ti avevo risposto ieri sera ma (ormai come al solito... >_> ) "è caduta la linea..."

Ti riassumo solo i più semplici test per l'idrazina:

- il permanganato acido è ridotto a Mn2+

- i sali rameici alcalini (Fehling) a Cu2O

- lo iodio leggermente alcalino a ioduro (decol. amido)

- il cloruro mercurico alcalino ad Hg grigio

- i sali di Ag ammoniacali ad Ag grigio

l'idrazina si ox sempre ad azoto.

A te la scelta!

quimico

2010-04-29 21:55

quindi il test che ho messo è corretto. non ricordo dove l'ho letto ma mi pare sia giusto... avessi dell'idrazina proverei... magari lunedì... settimana scorsa armeggiavo con la fenilidrazina...

ChemF

2010-04-30 15:47

Cosa intendi per "iodio leggermente alcalino a ioduro (decol. amido)"?

al-ham-bic

2010-04-30 19:38

ChemF ha scritto:

Cosa intendi per "iodio leggermente alcalino a ioduro (decol. amido)"?

Intendo questo:

- una soluzione amidoiodurata (pochissima quantità!) leggermente alcalina per NaHCO3, per aggiunta di idrazina si decolora secondo questa reazione:

N2H4 + 2 I2 + 4 NaHCO3 ===> N2 + 4 NaI + 4 CO2 + 4 H2O

La reazione è sensibilissima, quindi va condotta con cognizione di causa.

**R@dIo@TtIvO**

2011-05-15 18:20

riguardo questa sintesi Max , qui nurdrage riesce a fare un bel pò di grammi di idrazina solfato con un bel metodo non difficile ma pericoloso :tossico: ci vorrebbe una buona cappa http://www.youtube.com/watch?v=UB7vwIFCnR0&feature=player_profilepage

I seguenti utenti ringraziano **R@dIo@TtIvO** per questo messaggio: al-ham-bic

Max Fritz

2011-05-15 18:22

Ti ringrazio per l'aggiunta... ma nel frattempo ne ho già ordinati 2 etti e mezzo asd

al-ham-bic

2011-05-15 19:14

Bello il sistema via metil-etil-ketazina!

Dovrebbe venire anche attraverso la dimetilketazina (ma non ho cercato la procedura per la sua separazione; con il MEK è facile).

**R@dIo@TtIvO**

2011-05-15 19:22

Max Fritz ha scritto:

Ti ringrazio per l'aggiunta... ma nel frattempo ne ho già ordinati 2 etti e mezzo asd

ah bene hai rimediato asd io ne ho 200 volte meno la tua quantità asd

comunque per chi avesse una buona cappa sarebbe un bella sintesi da effettuare!

quimico

2011-05-15 22:12

ottimo metodo quello tramite MEK... interessante sintesi. avendo i mezzi ovviamente *Si guarda intorno* l'idrazina solfato è MOLTO meglio dell'idrazina idrato e dell'idrazina libera... ma sono comunque sostanze pericolose. e cancerogene. occhio.

luigi_67

2014-12-01 11:16

Dopo aver visto e rivisto il video di Nurdrage fino alla nausea e una volta reperiti i reagenti necessari, ho deciso di provare questa esperienza seguendo la procedura descritta nel video stesso. La premessa d’obbligo è relativa alla sicurezza e protezione personale: in questa esperienza vengono utilizzati reagenti tossici ed irritanti che generano prodotti intermedi e finali ancora più pericolosi. E’ obbligatorio effettuare l’esperienza sotto una cappa aspirante di provata efficienza e di utilizzare DPI per le varie fasi delle operazioni. In assenza di cappa, l’esperienza deve essere condotta all’aperto, scegliendo un luogo lontano da porte e finestre e solo dopo essersi assicurati  che la zona delle operazioni sia ben ventilata. Prima di procedere, consultare le schede di sicurezza dei reagenti e dei prodotti ottenuti. Questa esperienza l’ho condotta in due “puntate” se così si può dire. Ne spiegherò successivamente il motivo. Materiale utilizzato – Reagenti (le voci * sono state usate per ciascuna delle due esperienze, quindi la quantità totale che ho in realtà utilizzato è il doppio di quanto riportato qui) *500 ml ammoniaca 33% *320 ml ipoclorito di sodio, soluzione al 14% *200 ml Butanone (MEK) *Gelatina per torte (!) 80 ml acido solforico concentrato 98% Materiale utilizzato – vetreria e strumenti Un becher da 1000 ml Un pallone da 1000 ml Un imbuto separatore da 1000 ml Accessori per filtrazione sotto vuoto (beuta codata, buchner, pompa) Supporto per imbuto separatore e pallone Ghiaccio (tanto…) Agitatore magnetico (indispensabile) Piastra riscaldante Essiccatore Vetreria varia. Dispositivi di sicurezza individuale: Guanti Occhiali di protezione a maschera Mascherina respiratoria antipolvere (minimo richiesto)   Descrizione dell’esperienza L’approccio che ho avuto con questa esperienza è stato quello di seguire praticamente alla lettera la metodologia adottata da Nurdrage nel suo video, raddoppiando le quantità dei reagenti per avere una quantità finale di prodotto maggiore e applicando gli “improvements” suggeriti nella seconda parte del video per ottenere una resa più alta.

01_Setup 1.jpg
01_Setup 1.jpg
Ho introdotto 500 ml di ammoniaca al 33% nel becher da 1000 ml inserito in un bagno di ghiaccio e fissato in modo da non mandarlo a spasso nella ghiacciaia. Fare attenzione in questa fase a non inalare i vapori di ammoniaca che inevitabilmente fuoriescono e utilizzare una maschera per gli occhi perché, anche trattenendo il respiro (l’ideale sarebbe usare una maschera facciale), i vapori possono comunque risultare irritanti. Ho azionato l’agitatore, aggiunto un pizzico di gelatina in polvere, quindi misurato e aggiunto 200 ml di metiletilchetone all’ammoniaca, sempre sotto vigorosa agitazione. Ho predisposto l’imbuto separatore con la quantità di ipoclorito richiesta che ho iniziato a far gocciolare al ritmo di circa 40/50 gocce al minuto nella soluzione di ammoniaca/MEK. Viene da se che questo step necessita, con queste quantità, di almeno tre o quattro ore per essere completato.
02_becher.jpg
02_becher.jpg
In queste condizioni, mantenendo una vigorosa agitazione, non si ha evidente sviluppo di gas, tuttavia è consigliabile, qualora non si operi sotto cappa, lasciare il tutto far da se e tenersi a distanza e sopravento. Al termine dell’aggiunta di ipoclorito ho lasciato la soluzione in agitazione per un’ulteriore ora e ho quindi travasato il tutto nell’imbuto separatore. Contrariamente a quanto dice Nurdrage, la separazione delle fasi inizia a vedersi quasi subito e tempo un paio d’ore le fasi hanno raggiunto l’equilibrio.
03_fasi 1.jpg
03_fasi 1.jpg
Qui ho avuto la sorpresa: a vederla la quantità ottenuta mi sembrava davvero bassa e ne ho avuto la conferma il giorno successivo quando l’ho separata e raccolta in un becher: appena 65 ml, decisamente mi aspettavo di meglio.
04_mek1.jpg
04_mek1.jpg
Sul fondo dell’imbuto ho notato la sedimentazione di un sale sulla cui natura non ho indagato più di tanto (potrebbe essere il NaCl, sottoprodotto della reazione tra ammoniaca, MEK e ipoclorito?) Deluso dal rendimento ottenuto rispetto alla quantità di reagenti impiegata ho voluto ripetere l’esperimento, mantenendo invariate le quantità di reagenti ma estremizzando le condizioni operative. In particolare ho lavorato sul “freddo” in quanto nel primo tentativo avevo lavorato con poco ghiaccio e alla fine dell’esperienza, a causa anche della durata, esso era completamente sciolto. Per il secondo tentativo ho quindi preparato i reagenti la sera prima della nuova sessione, dosandoli e conservandoli tutta la notte in frigo a 4 gradi, in bottiglie con tappo ISO (ho un frigo, vecchio e piccolino ma funzionante che tengo solo per queste cose) e ho messo nel congelatore diversi contenitori pieni d’acqua per prepararmi una buona quantità di ghiaccio. Ho cambiato anche il contenitore di reazione, utilizzando un pallone anziché il becher, molto più comodo da maneggiare e che tra l’altro limita la fuga di prodotti gassosi intermedi e ho usato, per il bagno di ghiaccio, un recipiente molto più capiente del secchiello usato nel primo tentativo.
05_setup 2.jpg
05_setup 2.jpg
Ho ripetuto quindi l’esperienza con le stesse modalità di cui sopra. Il processo si è svolto ad una temperatura di circa 2°C, costante per tutto il tempo – di ghiaccio ne avevo messo in gran quantità e la giornata fredda ha aiutato a mantenere la temperatura per tutta la durata dell’esperimento Ho travasato alla fine il tutto nell’imbuto separatore: lo spessore della fase galleggiante indicava chiaramente che stavolta le cose avevano funzionato meglio: ho raccolto 105 ml, una resa decisamente migliore del primo tentativo.
06_fasi 2.jpg
06_fasi 2.jpg
07_mek2.jpg
07_mek2.jpg
Ho proceduto quindi alla fase successiva, l’idrolisi per ottenere il tanto desiderato solfato. Ho misurato 80 ml di acido solforico 98% e l’ho diluito in 400 ml di acqua, sotto agitazione. La preparazione di questa soluzione genera molto calore, quindi l’acido va aggiunto lentamente e con attenzione. Guanti e occhiali protettivi in questa fase sono indispensabili. Si unisce quindi questa soluzione, ancora calda, alla metiletilketazina. Il colore della soluzione da verdino pallido vira decisamente al giallo arancio e, mantenendo agitazione, inizia a farsi vedere in sospensione il solfato di idrazina che inizia a precipitare.
09_precipitato.jpg
09_precipitato.jpg
Ho quindi riscaldato il tutto fino a circa 82°C sempre mantenendo sotto vigorosa agitazione. Il precipitato sparisce, la soluzione diventa limpida di un bel colore arancio e inizia a bollire. Come suggerito da Nurdrage a questa temperatura il metiletilchetone, risultato dall’idrolisi, evapora e aiuta a spostare la reazione verso destra, favorendo quindi la produzione del solfato.
08_idrolisi.jpg
08_idrolisi.jpg
Dopo un ora ho sospeso il riscaldamento, lasciato raffreddare naturalmente e poi rimesso il pallone in un bagno di ghiaccio (sempre agitando). Del precipitato inizia a formarsi non appena la soluzione inizia a raffreddarsi e dopo un paio d’ore nel ghiaccio ho proceduto a filtrare su buchner e carta da filtro. Ho recuperato la soluzione madre e ripetuto il processo riscaldamento/ghiaccio e alla seconda filtrazione ho ottenuto ancora una discreta quantità di prodotto che ho unito al precedente. Ho lasciato sempre sotto aspirazione un quarto d’ora circa per far andare via più umidità possibile, quindi ho passato il tutto in un becher e posto in essiccatore per una settimana. Ecco finalmente il sale per il quale tanto lavoro è stato fatto: 28 grammi di prodotto che si presenta come un solido bianco brillante, con cristalli piccoli e lucenti al sole. Non so se abbia odori particolari, decisamente non mi sono messo ad annusarlo. [Tossico] Per la manipolazione di questo prodotto usare guanti e stare lontani con il viso !!!
10_solfato idrazina.jpg
10_solfato idrazina.jpg
Dalla soluzione madre che ancora conservo forse è ancora possibile ricavare del solfato ma oggettivamente non ne ho avuto ancora il tempo - cattive condimeteo e famiglia... :-) - conto di farlo appena ci riuscirò.   Considerazioni finali. Questo esperimento a mio avviso è molto interessante in quanto, anche se apparentemente semplice, necessita di una buon lavoro per essere preparato e condotto con buoni risultati: lo ritengo pertanto un ottimo esercizio di laboratorio da condurre per chi ha la preparazione e l’attrezzatura adatta per poterlo fare. Sono portato a credere che la differenza di resa ottenuta tra i due tentativi sia dovuta essenzialmente al maggior controllo delle condizioni di reazione e in particolare della temperatura: nel secondo tentativo essa non ha mai superato i 2 °C per tutto il tempo, cosa che invece non è assolutamente avvenuta nel primo tentativo. Non credo che l’uso del pallone anziché del becher possa aver influito così tanto, ma chiaramente non ho dati per poterlo affermare con certezza. Come avrò un attimo, calcolerò la resa reale del processo. Per quel che riguarda le quantità di reagenti, come dicevo mi sono attenuto alle indicazioni di Nurdrage, che però, secondo i miei conti, poco hanno di stechiometrico: voglio rivederle e sarei curioso di chiedere direttamente a lui come è arrivato a definirle, magari lo farò e magari su questo si potrebbero fare più tentativi, ma ci vorrebbe tempo e reagenti e sinceramente, a questo punto e per quello che era lo scopo dell’esperienza, mi fermerei qui: riconosco che tale atteggiamento non è molto “scientifico” ma non è che debba mettere a punto un processo industriale di produzione di solfato di idrazina! Infine: il gioco vale la candela? 100 g di questa sostanza si possono trovare in rete a circa 60 euro, non pochissimo ma se uno non ha tempo, voglia e possibilità di prepararsela, alla fine forse fa prima a comprarla già bella che pronta. Tuttavia  per le piccole quantità che possono servire in un home lab a mio avviso conviene autoprodursela: credo che qualora si ritenga necessario questo reagente nel proprio lab, è segno che si ha già "know how" e possibilità di condurre esperienze complesse per utilizzarlo, quindi questa sintesi non dovrebbe rappresentare un problema ma anzi un test delle proprie capacità. L'obiettivo di tutto questo è la sintesi del luminolo, il prossimo passo sarà il confronto con l'acido nitrico fumante :-D Spero che la cosa vi abbia interessato, se trovate errori nel testo leggendo, per favore segnalatemeli così li correggerò... l'ho riletta 3000 volte ma ci sta che mi sia sfuggito qualcosa. Un saluto Luigi

I seguenti utenti ringraziano luigi_67 per questo messaggio: fosgene, al-ham-bic, arkypita, quimico, ohilà, Mario, Roberto, ale93, Rocco451, Max Fritz, myttex, thenicktm, NaClO

al-ham-bic

2014-12-01 13:54

Ottimo lavoro Luigi, ottimo lavoro! 

Ecco una sintesi per la quale l'inverno aiuta... dover avere a disposizione secchiate di ghiaccio che durano niente è una delle cose più fastidiose!

Ora vai col famoso confronto...  ;-)

I seguenti utenti ringraziano al-ham-bic per questo messaggio: luigi_67

quimico

2014-12-01 16:25

Bravo, complimenti! Lavoro ineccepibile.

Sicuramente il controllo delle condizioni di reazioni qui è essenziale, e non facile ad una prima occhiata...

Benomale che è inverno asd almeno il ghiaccio dura, come ha sottolineato al asd

Fa sempre piacere leggere di sintesi fatte così bene.

Comunque, il fatto che NurdRage a volte usi rapporti stechiometrici me l'ha fatto notare tempo fa anche un mio amico chimico. Boh.

Ci dirai poi, sicuramente :-D

PS: non c'entra col topic, ma so bene che la pasticceria è scienza esatta asd anche se la mamma della mia donzella non pesa nulla e va a naso con risultati più che ottimi asd

Vi consiglio il nuovo libro del mio prof. Dario Bressanini sulla pasticceria :-)

I seguenti utenti ringraziano quimico per questo messaggio: luigi_67

al-ham-bic

2014-12-01 16:44

quimico ha scritto:

...Vi consiglio il nuovo libro del mio prof. Dario Bressanini sulla pasticceria :-)

Piccolo OT anche da parte mia:

ogni tanto Quimico cita il bravo Bressanini. 

Con ragione, perchè oltre essere un chimico come si deve è anche appassionato di cucina (ha la fissa della cottura a bassa temperatura) ed è anche un ottimo divulgatore. Sperimentato di persona  ;-) .

End OT - Ora continuiamo con le idrazine...

I seguenti utenti ringraziano al-ham-bic per questo messaggio: quimico

Mario

2014-12-01 19:19

Se mi consente Luigi, avrei una domanda e un appunto da farle.

La domanda è come si è procurato/preparato l'ipoclorito al 14%.

L'appunto invece riguarda la mancanza delle reazioni che avvengono, specie quella che porta alla formazione della metiletilchetazina.

Se mi permette, la aggiungo qui sotto, eventualmente potrà inserirla:

Ancora una cosa. Durante l'idrolisi si nota che la soluzione assume un colore nettamente arancio. Questa colorazione è dovuta a reazioni secondarie che partendo della chetazina, attraverso una ciclizzazione, portano alla formazione di in un derivato del pirazolo.

Si originano così il 3,4,5-trimetil-5-etilpirazolo e il 3,5-dietil-5-metilpirazolo.

http://www.imagestime.com/show.php/992175_345trimetil5etilpirazolo.jpg.html

http://www.imagestime.com/show.php/992176_35dietil5metilpirazolo.jpg.html

saluti

Mario

I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: luigi_67, quimico, fosgene, Rocco451

luigi_67

2014-12-01 19:38

Mario

Ringrazio tantissimo per le formule chimiche e per la interessante spiegazione del fenomeno "arancio" se così lo si può chiamare.... Non si finisce mai di imparare !!!! :-)

La soluzione di ipoclorito di sodio al 14% l'ho acquistata presso un rivenditore di prodotti chimici a Roma, pagato, se non ricordo male, circa 8 euro il flacone da 1 litro. È un prodotto rognoso da conservare in quanto instabile. Ma l'ho preso tre settimane fa e me ne sono rimasti neanche 200 cc...

Un saluto, grazie a tutti! :-)

Luigi

I seguenti utenti ringraziano luigi_67 per questo messaggio: Mario

Mario

2014-12-01 20:08

Come temevo. La qualità dell'ipoclorito ha un notevole effetto sulla resa. Bisognerebbe farselo in quanto nel prodotto commerciale c'è sempre presenza di clorati, senza parlare di altre impurità come il ferro che catalizzano la decomposizione dell'idrazina appena formatasi.

La preparazione dell'ipoclorito è però altrettanto impegnativa e richiede il gorgogliamento del cloro in NaOH a temperature mai superiori a 0 °C.

saluti

Mario

I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: luigi_67, quimico

luigi_67

2014-12-11 08:20

Giusto per concludere, ho provato domenica ad estrarre un altro po' di sale dalla soluzione "arancione" ma dopo ebollizione e successivo raffreddamento, la quantità di precipitato era davvero irrisoria, tale da non giustificare neanche lo sporcare la beuta da vuoto :-)

Però il colore arancione è diventato più intenso, credo a causa della maggior concentrazione dovuta all'evaporazione di parte del solvente.

Ora della soluzione "arancione" che ancora ho, vale la pena farci qualcosa?

Potrebbe essere di qualche utilità recuperare e conservare i prodotti citati da Mario oppure smaltisco tutto?

Un saluto :-)

Luigi

gabriele1971

2015-12-02 20:52

Si potrebbe provare usando urea al posto dell'ammoniaca, le rese dovrebbero essere più elevate !

Guglie95

2016-04-02 20:00

Ho rieseguito la sintesi simile all'originale.

Però, a differenza di Luigi_67, non ho ottenuto side reactions inaspettate e par sia filato tutto liscio.

Vetreria: diversi becher piccoli ed uno da un litro, buchner, beuta codata, cilindro graduato termometro.

Reagenti: 500ml di soluzione al 5% di ipoclorito di sodio, 32g di idrossido di sodio, 22g di urea in grani, 50ml di acido solforico, 40ml di acqua demineralizzata calda, 0.75g di gelatina in fogli.

Reazioni coinvolte: (step 1-2.) NaOCl + CO(NH2)2 + NaOH  --> NH2-NH2 + NaCO3 + CO2

                              (step 4.) NH2-NH2 + NaCO3 + H2SO4  --> N2H6(SO4) + NaSO4 + CO2

Step 1.

Quello che vogliamo è ottenere una soluzione fortemente basica di idrossido di sodio. Nel becherone da 1L mettiamo l'ipoclorito di sodio al 5% portando la miscela a 8 °C usando un bagno di acqua e ghiaccio, aggiungiamo lentamente l'idrossido di sodio (agitando) tenendo SEMPRE la temp. al di sotto dei 20 °C, terminata l'operazione di aggiunta manteniamo in agitazione la miscela fino a raggiungere i 4 °C.

IS1.jpg
IS1.jpg

Step 2.

Mentre aspettiamo che la temperatura calasse prepariamo una soluzione 1:1 in volume di acqua demineralizzata ed acido solforico concentrato aggiungendo a 50 ml di acido 50 ml di acqua demineralizzata, successivamente la soluzione è lasciata raffreddare in un bagno freddo. Sempre in un altro becher dissolviamo con pochissima acqua calda prima la colla di pesce, a seguire  l'urea portando la miscela ad un volume complessivo di acqua pari a 40 mL (è importante non mettere più acqua per aumentar la resa finale).

Ora che la temperatura della soluzione Idrossido di sodi/ipoclorito di sodio è, (agitando molto intensamente) aggiungiamo tutto in un colpo la miscela urea/gelatina nella miscela ipoclorito di sodio/soda caustica. Si sviluppa CO2 e la soluzione assume una colorazione cremosa molto torbida, lo sviluppo non dovrebbe essere eccessivo, ma graduale. 

IS2.jpg
IS2.jpg

Step 3.

Manteniamo la miscela in agitazione finchè tutta la CO2 non si è sviluppata, successivamente portiamo per 5 min la soluzione a 80 gradi per eliminare totalmente la CO2. La soluzione assume color giallo intenso.

IS3.jpg
IS3.jpg

Step 4.

In questo step andremo a salificare l'idrazina utilizzando acido solforico, nel contempo la reazione con il carbonato di sodio, un sale basico, porterà alla formazione del solfato di sodio, un sale molto solubile e quindi facilmente separabile dall'idrazina, la quale possiede scarse affinità con l'acqua. Ora (agitando) aggiungiamo MOLTO lentamente goccia a goccia la soluzione di l'acido solforico, questo processo servirà a neutralizzare la soluzione ma anche a salificare l'idrazina, in questo step è molto importante aggiungere molto lentamente tutto il contenuto, perchè lo sviluppo di CO2, dovuto soprattutto alla reazione con carbonato di sodio, potrebbe portare la soluzione ad uscire dal nostro contenitore. 

Finita l'aggiunta la soluzione diventerà chiara e si intravederanno i primi cristalli di idrazina solfato. Per precipitarla più facilmente consiglio di mettere la soluzione in un bagno molto freddo.

 

IS4.jpg
IS4.jpg

Step 5.

Filtrare il solido su buchner e lavarlo il meno possibile con acqua freddissima, lasciar asciugare all'aria o in essicatore.

IS5.jpeg
IS5.jpeg

La resa non è stata eccelsa (circa 15.0 g, teorica 21.0 g) ma mi son divertito molto nell'esecuzione di questa sintesi.

Spero al più presto di poter performare qualche sintesi interessante. Saluti a tutti.

Considerazioni finali: l'idrazina solfato ottenuta è cristallina, di colore bianco puro, i lavaggi con acqua fredda dovrebbero teoricamente aver levato ogni impurità da possibili. L'asciugatura è avvenuta rapidamente ed il sale è rimasto perfettamente asciutto.

I seguenti utenti ringraziano Guglie95 per questo messaggio: luigi_67, quimico, ohilà, Roberto, zodd01, NaClO

luigi_67

2016-04-02 21:39

Un grazie lo metto per l'iniziativa, però vorrei anche dirti che avresti dovuto descrivere meglio i passaggi della sintesi che hai eseguito.... Come detto tempo fa in altre occasioni, anche se è una cosa già fatta da altri, una buona presentazione del proprio lavoro è sempre auspicabile e benvenuta.

Su tutte una domanda: quanto prodotto hai ottenuto, che resa hai avuto?

Un saluto

Luigi

Guglie95

2016-04-02 21:48

Grazie luigi, cosa potresti consigliarmi per presentar meglio il mio lavoro? La mia dopotutto non è una guida su come far la sintesi, ma come l'ho eseguita io, il mio intento non è di insegnare nulla ma condividere con voi la mia esperienza. Se vuoi che posto la sintesi intera e dettagliata lo faccio. :-)

quimico

2016-04-03 08:52

Anche secondo me hai fatto un lavoro quasi sufficiente: ok le foto ma zero metodica... A confronto le altre sintesi, vedi quelle di Luigi, sono anni luce avanti. È una critica costruttiva quindi non prendertela a male.

Non hai messo la vetreria e i materiali usati, non hai messo i reagenti e informazioni su di essi, mancano le SDS o quantomeno avvertimenti sui reagenti usati.

Manca di considerazioni personali sui passaggi da te svolti.

Anche io ho messo il mi piace per l'impegno...

I seguenti utenti ringraziano quimico per questo messaggio: ohilà, luigi_67

Guglie95

2016-04-03 14:00

Tranquillo quimico è che con i laboratori non ho moltissimo tempo per descrivere una relazione completa con ogni passaggio, procederó con il completamento appena ne avrò occasione. Per ora portate pazienza :-)

I seguenti utenti ringraziano Guglie95 per questo messaggio: luigi_67

quimico

2016-04-03 20:00

Dai, bravo. Aspettiamo :-D

Guglie95

2016-04-09 16:10

E' stata apportata una prima modifica all'esperienza.