carta salata (processo fotografico)

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arkypita

2012-05-29 15:21

Come da titolo vorrei fare qualche prova di questo processo. Qualcuno di voi ha già sperimentato?

AgNO3, mi sembrava che tu hai fatto delle prove...

Suggerimenti? Ricette? Risultati?

Alternative al tiosolfato di sodio? non mi ricordo se ce l'ho a casa... (edit: ce l'ho... grazie dmz!)

E' necessario stendere una gelatina, come si vede in qualche video che ho trovato sul web, oppure è sufficiente mettere la carta in ammollo?

Se riesco a ottenere dei risultati soddisfacenti poi vi pubblico una bella procedura nella sezione Fotografia (visto che questa manca!)

Mario

2012-05-29 16:55

Buon pomeriggio,

la prima cosa da fare è procedere al collaggio della carta.

Ovviamente si dovrebbe partire da carta a base di fibre di cellulosa.

In commercio vi sono molte carte per disegno adatte così come ci sono quelle già collate. L'argomento è vasto e richiederebbe molte pagine per una spiegazione superficiale.

Con il termine collaggio si indica il procedimento mediante il quale, alla carta di pura cellulosa, si aggiunge un prodotto avente la proprietà di ricoprire le fibre e riempire gli interstizi. Il risultato è quello di una carta che assorbe con difficoltà i liquidi e gli inchiostri e nel nostro caso il materiale fotosensibile.

A suo tempo avevo usato della carta da filtro a filtrazione lentissima.

Il collaggio si effettua generalmente con gelatina o amido. Per la sua facile reperibilità l'amido è da preferirsi. Allora usavo quello che la mamma impiegava per inamidare i polsini e il colletto delle camicie. Non so se ora qualche casalinga lo utilizzi ancora, si potrebbe tentare di reperirlo in qualche stireria cinese, oppure provare con l'amido di mais.

Ricetta per il collaggio:

in un pentolino di inox o vetro pyrex si versano circa 200 g di acqua demineralizzata e si porta ad ebollizione.

A parte di prepara, in un bicchiere di vetro, una pappetta con 80 g di acqua demi e 5 grammi di amido, poi la si versa nell'acqua bollente sopra citata. Si fa bollire per 3 minuti agitando con un cucchiaio di inox.

Si lascia raffreddare un poco (la soluzione deve essere ancora ben calda altrimenti l'amido si separa) poi versare la soluzione in una teglia di pyrex e subito dopo immergere i fogli di carta per almeno un minuto, muovendoli e capovolgendoli con l'aiuto di un paio di pinze per sviluppo fotografico.

Appendere la carta ad asciugare come si fa per il bucato. La soluzione di amido può essere conservata in frigorifero. Una volta asciugata, stendere un secondo strato di amido su una faccia del foglio usando però un pennello. Si impiegherà la soluzione conservata in precedenza in frigo (ovviamente andrà di nuovo riscaldata).

Questo per la preparazione tradizionale. Ho sentito gente che usava per la collatura dell'amido spray in bombolette. Varrebbe la pena di provare ma non garantisco per i risultati.

Arrivati a questo punto è probabile che la(e) donna(e) di casa vi abbia già guardato con sospetto e, nel caso si tratti della moglie, si sia raggiunta la fase di acceso diverbio. Inutile che le raccontiate la storia della carta salata e degli alogenuri d'argento, per lei sono parole in bocca ad un idiota. A loro interessa la sorte dei pentolini, bicchieri e posate varie e forse, ancora di più, il fastidio delle gocce d'acqua in giro per casa. Preparatevi a fronteggiare i loro acidi commenti :corrosivo: e gli altrettanto irritanti :irritante: atteggiamenti. La frase tipo è "vedi di pulire tutto che li dentro ci mangiamo" e poi "tanto è sempre la sottoscritta che sgobba".

Questa è la fase più critica da fronteggiare.

Per la fase successiva scriverò dopo cena.

saluti

Mario

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arkypita

2012-05-29 17:43

La donna in questione è mia madre, e l'ho già fronteggiata più volte. Sono disposto a correre il rischio per il bene della scienza!

Mario

2012-05-29 18:40

arkypita ha scritto:

La donna in questione è mia madre, e l'ho già fronteggiata più volte. Sono disposto a correre il rischio per il bene della scienza!

Bene, dopo aver ben illustrato i rischi che si corrono, passiamo alla salatura della carta.

Questa può essere fatta a pennello o per immersione. Entrambe le tecniche hanno pregi e difetti.

Si prepara una soluzione in acqua demi sciogliendo 6 g di sodio citrato e 6 g di ammonio cloruro in 250 g di acqua calda. Questa soluzione è poi spennellata sulla carta distesa su una tavoletta di legno e fissata con puntine da disegno ai lati. E' meglio dare 2-3 mani di soluzione. Lasciare asciugare tra una mano e l'altra. Alcuni preferiscono fare tutto in una volta sola, cioè collatura e salatura. In questo caso i 2 sali vanno aggiunti assieme all'amido, dopo di che si procede come già indicato per immersione.

Abbiamo ottenuto la carta salata. Adesso si procede alla sensibilizzazione.

Questa operazione va fatta in uno stanzino illuminato solamente da una fioca luce al W. Si usa un pennello dedicato solo per tale operazione. La soluzione da spennellare è composta da 4 g di nitrato d'argento sciolti in 30 g di acqua. Occorre fare delle prove, generalmente due mani sono sufficienti. Lasciare asciugare al buio. Una volta ben secca si conserva per circa una settimana. Io la conservavo tra due fogli di carta da filtro asciutta impregnati in precedenza con una soluzione di carbonato sodico al 10%. L'importante è conservarla in luogo secco.

Così preparata è pronta per la stampa a contatto.

Naturalmente si possono fare delle elaborazioni sperimentali. Per esempio si può lavare la carta sensibilizzata per alcuni minuti in acqua demi in modo da eliminare l'eccesso di argento nitrato. La carta così lavata è più stabile ma risulta meno sensibile (evidentemente un eccesso di Ag+ agisce da sensibilizzante). Un tempo, prima di esporla per la stampa, la si sensibilizzava ponendola per una decina di minuti in una scatola chiusa contenente alcuni grammi di NH4OH al 25%.

Dimenticavo, le macchie del nitrato di Ag sono in agguato. Se malauguratamente dovessero finire sulla canottiera è certa un'esplosiva :esplosivo: reazione verbale, la cui eco durerà per molti anni a venire.

saluti

Mario

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arkypita

2012-05-29 20:35

ti ringrazio moltissimo!

ho appena terminato la fase 1 con una decina di fogli, domani preparerò un po' di nitrato d'argento e via a sensibilizzare fogli!

ti terrò aggiornato sui risultati.

nel frattempo ho già rischiato le ire della donna di casa lasciando abbandonato per qualche istante il pentolino con acqua e amido che bollendo ha trabordato, con conseguente allagamento di pappetta melmosa al sapore di amido salato, bleah!

col nitrato sarò ovviamente piu cauto, mi preoccupa più più la sua causticità di quella della donna di casa.

arkypita

2012-05-31 14:48

per ora i risultati ci sono, ma sono scadenti: le immagini si vedono ma sono troppo chiare e poco contrastate, nonostante lunghe esposizioni

le stampe sono uscite violacee, piuttosto che nero-grigie

Ho dovuto usare NaCl al posto della coppia sodio citrato e ammonio cloruro.

Nell'illustrazione del procedimento che hai fatto (grazie!) non parli di lavaggio e fissaggio finali. So che vanno fatti con Tiosolfato di sodio o ammoniaca.

AgNO3

2012-05-31 18:17

Il colore violaceo è normale,anch'io ho ottenuto immagini del genere,che tendono più al rosso bruno,mai al nero. La definizione delle immagini non è mai particolarmente buona come può essere invece in dagherrotipi,stampe al collodio (ambrotipi e ferrotipi) o calotipi (di questa serie,forse,i meno definiti). Il contrasto dipende dal tempo di esposizione,a parer mio ci vorrebbero minimo 3 o 4,contando che poi buona parte dell'argento viene portato via dal fissaggio. Il fissaggio lo puoi fare con soluzioni di Na2SO3,o Na2S2O5 o Na2S2O3,alcune fonti riportano una concentrazione del 12% m/v,ma a parer mio è decisamente troppo concentrata. Per quanto riguarda la stampa a carta salata,vorrei dire che la metodica standard vuole,come reattivi AgNO3(che non è così terribile da maneggiare) e NaCl per sensibilizzazione e solfiti per il fissaggio,che poi sarebbe l'approccio più semplice che la fotografia amatoriale riserva ad un neofita. Il fissaggio con ammoniaca credo funzioni bene,finché si fa uso di AgCl,anche se non mi è mai capitato di trovarla in alcuna procedura...

Mario

2012-05-31 18:49

arkypita ha scritto:

per ora i risultati ci sono, ma sono scadenti: le immagini si vedono ma sono troppo chiare e poco contrastate, nonostante lunghe esposizioni

le stampe sono uscite violacee, piuttosto che nero-grigie

Ho dovuto usare NaCl al posto della coppia sodio citrato e ammonio cloruro.

Nell'illustrazione del procedimento che hai fatto (grazie!) non parli di lavaggio e fissaggio finali. So che vanno fatti con Tiosolfato di sodio o ammoniaca.

L'uso del cloruro di sodio potrebbe essere uno dei motivi del suo parziale insuccesso. Si procuri il cloruro di ammonio e segua fedelmente la metodica. Dopo tutto non si tratta di un prodotto costoso o di difficile reperibilità.

Il contrasto dell'immagine dipende dalla luce usata per impressionare la carta salata e anche dal tempo di esposizione.

Il cloruro di argento è sensibile alla luce ultravioletta con un massimo intorno ai 350-400 nm. Man mano che ci spostiamo a lunghezze d'onda superiori la sensibilità cala drasticamente e già a 450 nm la sua risposta è assai ridotta. Una cosa che può fare e procurarsi una lampada a luce nera (reperibile a costo contenuto presso i negozi di elettronica o su ebay) e usarla come fonte di radiazione UV. Rispetto alla luce solare diretta si ha il vantaggio di una incomparabile riproducibilità e la possibilità di usarla in ogni momento. Per quanto riguarda il tempo di esposizione dovrà fare prove sperimentali. Certo che se lei avesse una scala dei grigi trasparente come riferimento risparmierebbe parecchio tempo.

Parliamo ora del lavaggio e fissaggio.

Il lavaggio si fa per immersione in bacinella con acqua corrente. Lo scopo è quello di eliminare i sali di argento solubili tipo AgNO3 non reagito. Non bisogna esagerare con il lavaggio altrimenti l'immagine si indebolisce.

Il fissaggio, che serve ad eliminare l'AgCl rimasto, si fa con una soluzione acquosa al 10% di sodio tiosolfato. Il tempo di azione è intorno ai 10 minuti con frequente circolazione del liquido. Molti preferiscono il fissaggio acido perché si conserva più a lungo e da immagini migliori. Per averlo basta aggiungere il 5% di sodio bisolfito (NaHSO3). Esistono innumerevoli altre formulazioni e varianti, ho dato solo un esempio che serva da starter per ulteriori sperimentazioni. Infine lavare la carta in acqua corrente per circa un'ora. Se la carta era di ottima fattura non dovrebbe rovinarsi.

Nota: un tempo la carta salata era, dopo l'esposizione e il primo lavaggio, virata all'oro. Questo permetteva di avere grande stabilità nel tempo e una gamma cromatica molto più estesa e gradevole. Ma questa è un'altra storia.

saluti

Mario

arkypita

2012-05-31 22:08

No, non ci siamo... se mi dai del lei mi potrei offendere! :-)

Ho una lampadina così detta "nera" ma mi sembra che il sole dia risultati migliori, per lo meno più rapidi. Proverò e riproverò finché non avrò risultati soddisfacenti.


Ps. una scala dei grigi ce l'ho. E' quella che uso in camera oscura!

AgNO3

2012-07-15 18:58

Oggi mi son fatto coraggio ed ho deciso di caricare la mia prima foto artigianale ottenuta il giorno 1/9/2011 utilizzando il metodo della carta salata. L'immagine dovrebbe rappresentare la vista che ho dalla finestra di camera mia,la foto è stata "scattata" nel primo pomeriggio,in una giornata con molto sole ed ha richiesto 2 ore di esposizione. Certo,il risultato ottenuto lascia abbastanza a desiderare,ma non è certo molto peggio di quello che ottenne 186 anni prima il francese Nicephore Niepce dal balcone di casa sua,con la sua immagine al bitume di Giudea. Ecco quail mio piccolo traguardo,confrontato alla vista reale ed all'immagine capovolta in negativo che teoricamente avrei dovuto ottenere Ecco qua invece l'immagine leggermente modificata,alterando la luminosità e i contrasti e capovolgendola orizzontalmente,confrontata alla visione reale in bianco e nero: Consiglio di osservare il tutto con una certa distanza dallo schermo del monitor,in quanto la mia immagine risulta essere per natura abbastanza sfocata...

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Max Fritz

2012-07-15 19:16

Però! Direi che per essere una "fotografia artigianale", e non la solita ombra di qualche oggetto appoggiato sulla carta sensibile, non è affatto male! :-) Il metodo usato è quello descritto da Mario?

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AgNO3

2012-07-15 19:54

Diciamo che il mio metodo è quello che lessi diverso tempo fa su una fonte di internet : carta impregnata di una soluzione di NaCl sensibilizzata immergendone una faccia in una soluzione di AgNO3. La carta va fatta asciugare parzialmente al buio e poi esposta per un tempo minimo di 1 ora. L'immagine viene fissata poi con una soluzione diluita di iposolfato. Così ho ottenuto le mie prime immagini ,che sono accomunate dal colorito giallastro/bruno e dalla sfocatezza (che non ho ancora capito come sistemare)...è incredibile pensare che questo, più di un secolo e mezzo fa avrebbe completamente sconvolto il modo di riprendere e documentare la realtà, la trovo una cosa estremamente formativa e soddisfacente! Il mio intento sarebbe di acquistare una fotocamera d'epoca con cui sperimentare tecniche fotografiche più funzionali,speriamo in bene...

arkypita

2012-07-18 18:29

La mia prima carta salata (decente).

Sono molto soddisfatto del risultato, ma:

- ho dei buchi ben visibili dove o non si è depositato il cloruro o non si è depositato il nitrato, sta di fatto che ho avuto dei buchi non fotosensibili ben visibili.

- si vede troppo la "spennellata"

Il processo che ho usato è stato questo:

- miscela di amido, ammonio cloruro, citrato di sodio, 2g/2g/2g su 100ml di acqua distillata.

- ho spennellato questa miscela sulla carta e l'ho fatta asciugare bene.

- ho spennellato una soluzione di AgNO3 al di sopra della precedente emulsione

- ho fatto asciugare al buio e in piano.

Tutto il procedimento è stato fatto con il foglio di carta fissato agli angoli con delle puntine, su di un compensato. Proprio non capisco il motivo dei buchi.

Esposizione molto veloce (1-2) minuti in pressino (cornice a giorno con carta sensibilizzata e negativo in grande formato) con veloce annerimento visibile ad occhio nudo.

Come fissaggio ho usato del fissaggio fotografico per b/n che avevo in uso: ornano F-201 a base di sodio iposolfito.

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Max Fritz

2012-07-18 20:40

Basta, mi avete fatto venir la voglia di provare, e in abbondanza anche :-P Vedrò di mettermi all'opera e postare i risultati appena saranno soddisfacenti :-)

arkypita

2012-07-18 22:44

L'impressione che ho guardando adesso l'immagine è che la mano di AgNO3 che ho dato si sia come "ritirata". Lo si capisce bene dai bordi: io di certo avendola data a pennello non l'ho data così. Probabilmente la carta emulsionata con l'amido si è "impermeabilizzata" troppo e il nitrato, liquido in soluzione acquosa, si è disposto e si è asciugato come farebbe l'acqua spennellata su un foglio di plastica: a macchie.

Dovrei riprovare senza amido, facendo assorbire direttamente le sostanze alla carta.

Oppure facendo una soluzione in amido anche per il nitrato d'argento.

AgNO3

2012-07-19 08:24

Oppure prova a lavare la carta con acqua distillata prima di trattarla,alle volte i problemi sono proprio i supporti che si utilizzano, pare funzioni molto bene un particolare tipo di carta reticolata,comunque direi che il risultato è buonissimo! La prossima volta prova a spennellare con batuffoli di cotone impregnati delle soluzioni,il tizio del video dei calotipi faceva così...

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arkypita

2012-07-19 08:35

Farò prove con altre carte ed altre tecniche di spennellata. Effettivamente una volta prodotto un buon negativo i risultati dipendono solo dalla carta.

Tu dicevi di ottenere solo immagini sfuocate. Come fissi il negativo alla carta? Usi anche tu una cornice a giorno? Il lato stampato, quello con l'inchiostro per capirci, dovrebbe stare a contatto con la carta per diminuire lo spazio tra superficie fotosensibile e maschera ed evitare alla luce di "passare sotto".

AgNO3

2012-07-19 09:12

Allora,quella sottospecie di immagine è una foto,ovvero l'ho ottenuta tramite una fotocamera artigianale,esposta per quasi due ore. Non mi sono mai cimentato in stampe a contatto con negativi,perchè non dispongo di negativi asd Il motivo per cui le foto vengano sfocate non so spiegarlo,forse perdo un po' la messa a fuoco quando inserisco la carta sensibile,o forse la carta umida riflette parzialmente la luce che riceve non permettendo una buona definizione, cosa che per una stampa a contatto evidentemente non avviene. Proprio in questo momento sto cercando di fare un'altra carta salata e di esporla cercando di ottenere un'immagine decente,dopo condividerò con voi quello che ne esce...dopo proverò con la carta fotografica illford..che Talbot me la mandi buona asd

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arkypita

2012-07-19 09:46

Ah, usti! Complimenti allora!!!!

Penso che il motivo della sfocatura sia imputabile al fatto che con due ore di esposizione il sole ha tutto il tempo di muoversi e di produrti ombre e luci diverse.

Domanda banale: hai pitturato internamente la tua camera di nero o no?

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AgNO3

2012-07-19 10:12

Ahahaha,nono,nessuna camera obscura, cerco di fare del buio totale e accendere la luce inattinica. Perquanto riguarda la sfocatura,temo tu abbia ragione,con un lasso di tempo così ampio ottenere un'immagine nitida è un'impresa asd Ho da poco finito l'esposizione con la carta fotografica ,l'ho esposta per 20 minuti ed è abbastanza nitida ,dopo cercherò di farne una foto. Ora proverò con una carta salata,e nel frattempo sto preparando dell'albume,che dice vada molto bene per le stampe a contatto,tant'è che anche fino ai primi del 900 i negativi si trasformavano in positivi proprio con stampe all'albume,te lo consiglio vivamente! Eccoil video: http://www.youtube.com/watch?v=VIRF90Je8Vw&list=FLympsh29n9LdpIAGVIMdO8g&index=2&feature=plpp_video

arkypita

2012-07-19 10:24

AgNO3 ha scritto:

Ahahaha,nono,nessuna camera obscura, cerco di fare del buio totale e accendere la luce inattinica.

Ahaha, no... non ci siamo intesi! non ti stavo chiedendo se per caso avessi pitturato di nero la cameretta dove dormi!

La domanda era riferita agli interni della camera fotografica auto-costruita.

AgNO3

2012-07-19 11:03

Ho appurato che la carta da stampante,per la tecnica della carta albuminata non è adatta...


Ah,leggo ora il messaggio di arkipyta: la fotocamera è molto rozza,quindi non è pitturata di nero all'interno,anche questo potrebbe influenzare,effettivamente... Avrei intenzione di comprarne una d'epoca a soffietto così da poter saltare il passaggio "costruisci una buona fotocamera". E' ora in esposizione la carta calata,speriamo mi risollevi dalla delusione dell'albumina....

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AgNO3

2012-07-19 12:42

Delusione delle delusioni...la carta salata non è venuta,nonostante fosse stata esposta 2 ore...da oggi userò sempre e soltanto la carta da disegno spessa...per addolcire l'amaro fiele c'è questa foto,ottenuta con la carta fotografica Ilford (affiancata al positivo rovesciato)

Devo comprarmi una fotocamera del genere,così mi semplifico la vita...

arkypita

2012-07-19 13:23

non demordere!

arkypita

2012-07-20 08:22

AgNO3 ha scritto:

Delusione delle delusioni...la carta salata non è venuta,nonostante fosse stata esposta 2 ore...

Provo a fare un' ipotesi.

Mario diceva:

Il cloruro di argento è sensibile alla luce ultravioletta con un massimo intorno ai 350-400 nm. Man mano che ci spostiamo a lunghezze d'onda superiori la sensibilità cala drasticamente e già a 450 nm la sua risposta è assai ridotta.

In passato ho fatto una prova proiettando direttamente un immagine con l'ingranditore (durst M605) che uso per la stampa fotografica. Lampada a incandescenza da 150W, diaframma tutto aperto, esposizione ravvicinata, esposizione per mezz'ora, risultato: foglio bianco.

Motivo? Immagino sia dovuto al fatto che il vetro della lente del condensatore, così come tutto il vetro comune, scherma in gran parte i raggi UV. La lampadina a incandescenza poi non è che ne emetta chissà quanti.

Nella tua camera oscura il foro di ingresso della luce immagino sia una lente di 4-5cm di diametro. Quanta luce pensi che possa entrare da li? Comunque poca. Quanti UV riusciranno a passare attraverso il vetro della lente? Pochi, molto pochi.

Con un negativo in grande formato messo in un pressino (cornice a giorno) con la carta salata il tempo che ho misurato sarà stato di 2 minuti. Ma attenzione!!! Nella mia situazione il foglio di carta salata era esposto alla luce "diretta" del sole, praticamente un "contro-luce" fotograficamente parlando.

Quando tu fai la foto con la tua macchina fotografica invece, l'esposizione avviene alla luce riflessa/diffusa: i raggi che entrano nel tuo obiettivo sono infatti i raggi che vengono riflessi dagli oggetti che stai fotografando. E non potresti fare diversamente. Quindi sono veramente molto deboli!

La carta salata non è sufficientemente sensibile per questo lavoro, ecco il motivo dei tuoi insuccessi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Carta_salataCit. Nelle intenzioni originarie di Talbot riposava l'idea di creare un sistema di ripresa fotografica, finalizzata all'ottenimento di immagini positive dall'apparecchio fotografico o di negativi. Talbot raggiunse il suo scopo con la messa a punto della calotipia. Quanto alla carta salata, questo processo non era molto adatto per essere esposto direttamente nell'apparecchio fotografico, ma si prestava per produrre stampe fotografiche a partire da negativi, creati mediante un'altra tecnica (tipicamente per l'epoca, dei calotipi).

Ma forse tu tutto questo già lo sai!

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AgNO3

2012-07-20 08:37

Questo è molto interessante! Dici che acquistano una lente fotografica anziché utilizzare quelle da ingrandimento ci guadagnerei in risultati? So che la carta salatapuò dare buoni risultati,eccone un esempio http://www.enricomaddalena.it/orme%20pionieri%200/quindicesimocalotipopos.jpg

arkypita

2012-07-20 08:56

AgNO3 ha scritto:

Questo è molto interessante! Dici che acquistano una lente fotografica anziché utilizzare quelle da ingrandimento ci guadagnerei in risultati? So che la carta salatapuò dare buoni risultati,eccone un esempio

http://www.enricomaddalena.it/orme%20pionieri%200/quindicesimocalotipopos.jpg

Sinceramente non saprei. Anche la lente fotografica scherma gli UV.

Però sicuramente visto che sperimenti come me con la fotografia (probabilmente anche da più tempo di me) un paio di obiettivi di vecchie reflex potrebbero farti comodo in casa. Si trovano con poca spesa, e forse qualche fotografo te ne potrebbe anche regalare qualcuno.

Se li cerchi, ti consiglio degli obiettivi a focale fissa. Dal 18/28/50mm. Non salire sopra il 50mm che non serve. Importante che siano luminosi (f 1.8 o giù di li).

Molto tempo fa avevo una pinhole di cartone.

Poi ho sostituito il forellino con un attacco a baionetta (ho preso un CD-ROM, ho allargato il foro e ci ho fatto le tacche) e adesso sulla pinhole ci monto gli obiettivi della reflex.

Poi ho messo un fondo mobile, una efficace alternativa al soffietto. E' stato più semplice del previsto, se ti interessa ti spiego che soluzione ho trovato. Adesso posso variare la distanza focale e regolare lo zoom...

Poi ho aggiunto un inserto di carta velina per vedere bene in anteprima l'immagine, e regolare la messa a fuoco.

Praticamente una macchina fotografica con tutti i crismi! Dovresti vedere che nitidezza che ha su carta ilford!

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AgNO3

2012-07-20 10:42

Caspita! Se non mi compro qualche fotocamera vintage ricorrerò al tuo metodo,solo che utilizzerò il soffietto che già ho costruito. Lo scorrimento lo fai con i due moduli ad incastro o qualche altra diavoleria? Se ho ben capito hai utilizzato un CD per attaccare un obiettivo reflex alla pinhole?

Vandice

2013-12-17 08:40

Mario ha scritto:

arkypita ha scritto:

per ora i risultati ci sono, ma sono scadenti: le immagini si vedono ma sono troppo chiare e poco contrastate, nonostante lunghe esposizioni

le stampe sono uscite violacee, piuttosto che nero-grigie

Ho dovuto usare NaCl al posto della coppia sodio citrato e ammonio cloruro.

Nell'illustrazione del procedimento che hai fatto (grazie!) non parli di lavaggio e fissaggio finali. So che vanno fatti con Tiosolfato di sodio o ammoniaca.

L'uso del cloruro di sodio potrebbe essere uno dei motivi del suo parziale insuccesso. Si procuri il cloruro di ammonio e segua fedelmente la metodica. Dopo tutto non si tratta di un prodotto costoso o di difficile reperibilità.

Il contrasto dell'immagine dipende dalla luce usata per impressionare la carta salata e anche dal tempo di esposizione.

Il cloruro di argento è sensibile alla luce ultravioletta con un massimo intorno ai 350-400 nm. Man mano che ci spostiamo a lunghezze d'onda superiori la sensibilità cala drasticamente e già a 450 nm la sua risposta è assai ridotta. Una cosa che può fare e procurarsi una lampada a luce nera (reperibile a costo contenuto presso i negozi di elettronica o su ebay) e usarla come fonte di radiazione UV. Rispetto alla luce solare diretta si ha il vantaggio di una incomparabile riproducibilità e la possibilità di usarla in ogni momento. Per quanto riguarda il tempo di esposizione dovrà fare prove sperimentali. Certo che se lei avesse una scala dei grigi trasparente come riferimento risparmierebbe parecchio tempo.

Parliamo ora del lavaggio e fissaggio.

Il lavaggio si fa per immersione in bacinella con acqua corrente. Lo scopo è quello di eliminare i sali di argento solubili tipo AgNO3 non reagito. Non bisogna esagerare con il lavaggio altrimenti l'immagine si indebolisce.

Il fissaggio, che serve ad eliminare l'AgCl rimasto, si fa con una soluzione acquosa al 10% di sodio tiosolfato. Il tempo di azione è intorno ai 10 minuti con frequente circolazione del liquido. Molti preferiscono il fissaggio acido perché si conserva più a lungo e da immagini migliori. Per averlo basta aggiungere il 5% di sodio bisolfito (NaHSO3). Esistono innumerevoli altre formulazioni e varianti, ho dato solo un esempio che serva da starter per ulteriori sperimentazioni. Infine lavare la carta in acqua corrente per circa un'ora. Se la carta era di ottima fattura non dovrebbe rovinarsi.

Nota: un tempo la carta salata era, dopo l'esposizione e il primo lavaggio, virata all'oro. Questo permetteva di avere grande stabilità nel tempo e una gamma cromatica molto più estesa e gradevole. Ma questa è un'altra storia.

saluti

Mario

ho qualche effetto cromatico problema. Sto cercando di mescolare un po 'di photoshop lì. ma era così problematico. Non voglio perdere questa bellezza. così quello che è la parte principale di questo effetto. dove posso aggiungere un po 'di correzione. per favore mi suggeriscono.

Beefcotto87

2013-12-17 08:58

Immagino sia google translate...

arkypita

2014-02-15 11:40

Riprendo la discussione per mostrare come si è degradata nel tempo la mia bellissima carta salata (fatta per contatto da negativo in grande formato)

cs1wa.jpg
cs1wa.jpg

E quindi per rispondere a AgNO3 riguardo la pinhole che monta l'obiettivo.

Lo scorrimento lo fai con i due moduli ad incastro o qualche altra diavoleria? Se ho ben capito hai utilizzato un CD per attaccare un obiettivo reflex alla pinhole?

Esatto, questo il setup:

2014-02-15-12.14.07.jpg
2014-02-15-12.14.07.jpg

2014-02-15-12.13.14.jpg
2014-02-15-12.13.14.jpg

Lo schermo a destra ha una carta velina per vedere l'immagine in anteprima e fare la messa a fuoco. Il supporto a sinistra è fatto per montare carta fotografica.

Un cd è stato sagomato per fare un attacco a baionetta compatibile con gli obiettivi nikon, e incollato sulla scatola.

2014-02-15-12.17.20.jpg
2014-02-15-12.17.20.jpg

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FrancescoReb

2014-02-16 15:45

Complimenti, l'immagine era bellissima.. come mai si è degradata così tanto? C'è modo di prevenirne il decadimento?

arkypita

2014-02-16 16:53

FrancescoReb ha scritto:

Complimenti, l'immagine era bellissima.. come mai si è degradata così tanto? C'è modo di prevenirne il decadimento?

Ora sembra la sacra sindone :-(

Penso, anzi sono sicuro, che la causa del degrado dell'immagine sia da imputare al fissaggio e al lavaggio, fatti male.

Sto riprovando, curando molto di più tutte le fasi: collaggio, salatura, sensibilizzazione, fissaggio e lavaggio. Vedremo come va a finire.

Dott.MorenoZolghetti

2014-02-17 16:39

La Sacra Sindone non è affatto salata. :-)

Raccontaci piuttosto com'è andata a finire con il soggetto della foto... ;-)

FrancescoReb

2014-02-17 18:31

Magari dico una boiata.. ma le efelidi/lentiggini si notano di più perchè il procedimento è più sensibile all'UV?

arkypita

2014-02-25 13:58

arkypita ha scritto:

Sto riprovando, curando molto di più tutte le fasi: collaggio, salatura, sensibilizzazione, fissaggio e lavaggio. Vedremo come va a finire.

E' venuto ancora peggio della scorsa volta, al punto che non ho nemmeno fatto il fissaggio: tutto nel cestino e senza passare dal via!