Epifania e la stella

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Mario

2014-01-07 18:56

Buonasera,

L’avvenimento è largamente conosciuto, specie dai credenti di fede cristiana.

Il riferimento lo si trova nel Vangelo secondo Matteo (2,9-10): “Udite le parole del Re [Erode, n.d.r.], essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”.

Sul cosa fosse quella stella si è scritto di tutto. Sovente a vanvera, avanzando le ipotesi più assurde e ridicole. Più avanti esporrò la mia congettura che, sebbene già nota, rimane ancora poco esplorata nei dettagli.

Le parole di Matteo giunte fino ai noi sono il risultato di numerose traduzioni e arrangiamenti , così che ad ogni passaggio il testo subiva un cambiamento più o meno sostanzioso. Diventa allora difficile, se non impossibile, dare un significato preciso all'intera frase e intuire la natura dell’oggetto. Ma non possiamo nemmeno liquidarla come frutto di fantasia, sarebbe troppo facile.

C’è tuttavia un particolare che aiuta a chiarire l’intera vicenda. La stesura del Vangelo attribuito a Matteo si fa risalire a circa 100 anni dopo gli avvenimenti narrati (mi riferisco alla Natività), in un periodo nel quale il Cristianesimo continuava a lottare per affermare le ragioni della sua esistenza ed era alla continua ricerca di consensi . Non stupisce quindi che si andasse a ricercare anche nel soprannaturale o nell'inspiegabile la giustificazione in grado di meravigliare e stupire la mente da indottrinare.

All'epoca dei fatti citati era diffusa tra la popolazione la credenza che il destino dei grandi personaggi storici fosse legato a particolari fenomeni celesti. Ogni astro del cielo aveva un preciso significato. La cosa era ben nota alla élite religiosa e regnante, la quale non si faceva di certo scappare l’occasione per cercare di gestire a proprio vantaggio la situazione.

Ma nella periferia dell’impero allora egemone, ben altre preoccupazioni turbavano i pensieri dei potenti, tra spinte secessioniste e repressioni feroci. Il cambiamento epocale era atteso da tempo, diciamo pure che stava stagionando generazione dopo generazione, mancava solamente colui che avrebbe coagulato l’aspettativa e usato le parole adatte per indirizzarla.

Coloro che scrissero a posteriori la biografia del Maestro erano menti di prima grandezza. Avevano ben chiaro che anche era nei particolari che si poteva esaltare la figura di una persona le cui idee avrebbero precorso i tempi. Non si diceva forse “Auxilio divino, sic parvis magna”? Bisognava creare il mito, dargli un’aura trascendentale e perpetuare il tutto ai posteri. Del resto di personaggi straordinari e carismatici ne nascono in continuazione e i tempi, come già detto, erano maturi da un pezzo. Mancavano pochi tasselli e uno di questi era un segno divino inequivocabile.

Cosa c’era di più adatto che andarlo a cercare nella sfera celeste, somma manifestazione teocratica e strumento che scandisce all'uomo il ritmo della vita, un segno mistico che suggellasse l’inizio di una nuova era?

Già, ma quale? Di comete, stelle nuove, eclissi e quant'altro si era già attinto a piene mani. E poi qui l’ambizione era maggiore, mica si parlava di un “semplice” sovrano. Si faceva strada il concetto di eguaglianza tra gli uomini, si prometteva la vita eterna dopo la morte e altre simili amenità, tutti argomenti che avevano facile presa tra gli oppressi e gli ingenui.

- continua-