quimico
2011-07-07 17:41
I carbeni sono specie neutre contenenti un atomo di carbonio con solo sei elettroni di valenza.
I carbeni hanno sei elettroni: due elettroni in ogni legame e due elettroni di non legame, che sono spesso rappresentati come :CR2 (pensati come se fossero un doppietto libero). Questo può provocare confusione, :CR2 è un simbolo usato universalmente per rappresentare un carbene. Questo carbene può essere intrappolato da un alcole per formare un etere. Come i radicali, i carbeni sono specie estremamente reattive. Molto più importante, essi reagiscono con gli alcheni a dare ciclopropani, e possono anche inserirsi in legami C–H.
Il carbene si inserisce in un legame σ o in un legame π.
Queste tre importanti reazioni dimostrano che le reazioni dei carbeni sono dominate dalle reazioni di inserzione (qui, inserzione in legami O–H, C=C, e C–H) guidate dalla loro estrema elettrofilicità. Un atomo di carbonio con solo sei elettroni farà qualsiasi cosa pur di otterne altri due (di elettroni)!
Come noi sappiamo che i carbeni esistono?
La migliore prova dell'esistenza dei carbeni viene da alcuni, davvero pochi esempi che sono composti stabili. Un struttura cristallina a raggi X del secondo esempio mostra che l'angolo di legame all'atomo di carbonio carbenico è di 102°.
Ma questi carbeni stabili sono davvero un'eccezione: la mggior parte dei carbeni sono troppo reattivi per esser osservati direttamente. Effetti elettroni e, più importanti, effetti sterici rendono questi due composti così stabili.
Anche carbeni reattivi possono essere osservati, comunque, se sono formati attraverso precursori trattati con UV (spesso diazo composti come il diazometan) intrappolati in argon liquido a temperatura molto basse (meno di 77 K). Spettroscopia IR ed ESR possono quindi essere usate per determinare la loro struttura.
Come si formano i carbeni?
I carbeni sono di solito formati da precursori attraverso la perdita di molecole piccole e stabili. Diversi i metodi utilizzabili, uno dei quali è stato mostrato sopra: la perdita di azoto da un diazo composto.
Carbenes from diazo compounds
Questa non è una via molto pratica per generare carbeni, soprattutto perché i diazoalcani sono esplosivi. Comunque, i composti diazocarbonilici sono una cosa diversa.
Sono molto più stabili, perché il gruppo carbonilico, elettron-attrattore stabilizza il diazo dipolo, e sono fonti molti utili di carbeni recanti un sostituente carbonilico.
Ci sono due metodi principali per produrre composti diazocarbonilici:
1 facendo reagire un cloruro acilico con diazometano
2 facendo reagire il composto carbonilico parente con tosil azide, TsN3, in presenza di una base.
La reazione del diazometano con i cloruri acilici inizia come una semplice acilazione a dare un diazonio. Se c'è un eccesso di diazometano, una seconda molecula agisce da base e rimuore un altro protone acido tra il carbonile e il gruppo diazonio a dare il composto diazocarbonilico.
Cosa succede alla seconda molecola di diazometano? Prendendosi un protone si trasforma in un sale di diazonio molto reattivo, che raccoglie uno ione cloruri, e MeCl se ne va come gas. Il secondo metodo usa la tosil azide, che è un noto agente di diazo transfer—attacca semplicemente un N2 ad un buon leaving group.
I composti diazocarbonilici possono essere decomposti da calore o da luce. La formazione di azoto gassoso molto stabile compensa la formazione del carbene instabile.
Ma è molto più comune nella moderna chimica usare un metallo di transizione come rame o rodio, per promuovere la formazione del carbene.
RhLn significa che il rodio possiede un numero non specificato di ligandi non specificati. Questa notazione è comune in chimica organometallica dove la natura del legame carbonio–metallo è importante, ma la precisa struttura del metallo complesso non lo è.
I carbeni formati in questo modo sono, infatti, non dei veri carbeni perché è ovvio che essi rimangono complessati con il metallo usato per sintetizzarli. Essi sono noti come carbenoidi.
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