Max Fritz
2011-03-10 13:03
Ho deciso di trattare questo elemento da solo ed eventualmente di fare un altro post simile sul selenio: lascio a voi il confronto, ma in questo modo penso che il tutto venga più ordinato. E' indispensabile nel corso di questo esperimento utilizzare reagenti molto puri per assicurarsi una ottimale riuscita dei vari passaggi.
ATTENZIONE:
Il tellurio è molto tossico per ingestione e respirazione e si polverizza facilmente. L'ingestione di quantità anche inferiori a 1mg può causare un sintomo conosciuto come "alito di tellurio", che consiste in un odore agliaceo molto forte dell'alito e che può perdurare per parecchio tempo.
Bisogna dunque lavorare con guanti e maschera antipolvere.
La tioacetamide e i dicromati sono tossici e cancerogeni. Trattarli con molta cautela.
Vi risparmio i soliti avvertimenti sul solforico, anche se in questo esperimento van tenuti ben presenti poichè si lavora con acido concentrato bollente!!!
Reagenti:
-Tellurio pezzi a purezza elevata (min. 99,9%)
-Acido solforico 96%
-Stagno (II) cloruro idrato
-Potassio, sodio o ammonio dicromato
-Tioacetamide (o in alternativa un solfuro alcalino o di ammonio ad alta purezza)
-Idrogeno perossido 30%
Procedura:
Fase 1; preparazione di una soluzione di Te42+
Come materiale di partenza si pesano circa 300-330mg di Te e lo si pone in un provettone resistente alla fiamma:
Si aggiungono 2,5ml di H2SO4 concentrato. Si scalda progressivamente, mescolando di tanto in tanto. Il liquido diventa fucsia-viola e scurisce progressivamente all'aumentare del riscaldamento:
Ad un certo punto inizia a bollire e si sviluppano vapori di SO3/SO2 (la seconda dovuta alla riduzione dell'acido solforico):
Se a questo punto si preleva qualche goccia del liquido e la si pone in molta acqua, precipita subito del tellurio amorfo nero in una soluzione di TeO2.
Fase 2; preparazione di una soluzione di Te(IV)
Continuando invece il riscaldamento, la soluzione schiarisce pian piano, lasciando il posto ad un sedimento bianco, fino a che anche il liquido non diventa perfettamente incolore. Contemporaneamente diminuiscono i fumi bianchi:
Ora si lascia raffreddare il liquido per qualche minuto e si aggiunge dell'acqua distillata fino a che tutto il sedimento non si è ridisciolto.
Fase 3; ossidoriduzioni con Te(IV)
La soluzione preparata con l'ultimo passaggio viene divisa in tre provette. In una di queste si aggiunge una punta di spatola di SnCl2·2H2O e qualche ml di acqua. Si nota la formazione di tellurio amorfo, nero-marrone:
Nella seconda provetta si aggiunge invece una punta di spatola di dicromato (o di potassio, o di ammonio, o di sodio) e ancora qualche ml di acqua. In questo caso il dicromato viene ridotto a una miscela di cationi Cr3+/2+ che ha un colore azzurro-verde, mentre il tellurio si ossida a Te6+:
Fase 4; reazione del Te(IV) con ioni S-2Resta da trattare l'ultima delle 3 provette. Per eseguire questa fase si potrebbero utilizzare solfuri alcalini o soluzioni di solfuro di ammonio, d'altronde la tioacetamide, che per idrolisi produce H2S in situ, garantisce un'ottimale diffusione degli ioni solfuro ed evita che si formino polisolfuri complessi.
Basterà semplicemente intiepidire il liquido nella provetta e aggiungere qualche goccia di soluzione concentrata di tioacetamide. Si forma probabilmente un solfuro del tellurio, o forse semplicemente di nuovo tellurio amorfo. Non si hanno informazioni certe a riguardo.
Se invece si aggiunge tioacetamide solida, in corrispondenza dei cristalli si forma dapprima una colorazione gialla molto intensa, poi il tutto diventa marrone come nel caso precedente.
Osservazioni e spiegazioni:
- Nella prima fase il Te elementare reagisce con l'acido solforico a formare l'interessante catione Te42+, che dà soluzioni violacee. Eccone una rappresentazione grafica che ne mette in evidenza la struttura:
Questo catione instabile si idrolizza in acqua a dare tellurio elementare e TeO2. L'eccesso di acido solforico sequestra l'acqua dell'ambiente circostante ed impedisce l'idrolisi. La reazione avvenuta in questa fase è la seguente:
4Te + 3H2SO4 ===> Te42+ + SO2 + 2H2O + 2HSO4–
Come si può notare si forma anche SO2, data dalla riduzione dell'acido solforico che ossida il tellurio. Ciò giustifica l'odore caratteristico che si avverte.
- Nella seconda fase il catione viene ulteriormente ossidato fino a formare un complesso di formula SO3·2TeO2. Questo si idrolizza in acqua a dare un solfato basico di tellurio, dalla formula ancora non ben definita, che può essere inteso come una soluzione di TeO2 in H2SO4.
La reazione complessiva di questa seconda fase sono le seguenti:
Te42+ + 9H2SO4 ===> 2[SO3·2TeO2] + 7SO2 + 8H2O + 2H+
La formula più accreditata per il solfato basico di tellurio è [Te2O3]SO4
- Nella terza fase sono eseguite due reazioni distinte.
Nella prima reazione il catione Te(IV) viene ridotto a Te elementare dal catione Sn2+.
Nella seconda Te(IV) viene ossidato da Cr2O72- a Te(VI), mentre il cromo si riduce a Cr(III) con piccole quantità di Cr(II).
Nella quarta fase la tioacetamide si idrolizza in acqua liberando acido solfidrico:
CH3CSNH2 + 2H2O ===> CH3COONH4 + H2S
L'acido solfidrico riduce sicuramente il tellurio, ma non è certo se si formi un solfuro di tellurio o tellurio elementare. Di sicuro, comunque, dipende molto dalle quantità dei reagenti.
L'ipotesi che azzardo, pur non essendo contemplata da nessuna delle fonti che ho letto, ha un certo supporto sperimentale:
penso che in difetto di tioacetamide il tellurio precipiti (deposito nero-marrone), mentre in eccesso l'acido solfidrico lo complessi come solfuro dal colore giallo (quello che ho notato aggiungendo tioacetamide solida).
La vetreria va pulita dal tellurio trattandola con idrogeno perossido al 30% a caldo per qualche minuto e poi lavandola accuratamente.
Bene, ho concluso. Direi che da 300mg di tellurio ne sono uscite di considerazioni!! Vedremo le prossime volte cosa accadrà utilizzandone un po' di più e in altro modo
Max Fritz
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