Salve a tutti;
vorrei affrontare con voi questo argomento ,tanto importante quanto discutibile.
Ho sempre affrontato con amici questo argomento ,alcuni sono atei convinti,altri sono credenti,c'è chi ancora non sa cosa scegliere.
Io mi ritengo un credente,ma non perchè vado in Chiesa o perchè leggo la Bibbia o il Vangelo.
Mi ritengo credente poiché sostengo esista dopo la morte un qualcosa,un "futuro".
Penso che ciò che ci circonda non può essere frutto del caso,e penso che debba esserci stato un inizio e qualcuno debba aver dato un input.
Penso però che ciò di cui si sta parlando è talmente vasto che il nostro cervello non può nemmeno immaginare,potrebbe non esserci mai stato un inizio e tutto è sempre esistito,in fondo il concetto di inizio e fine potrebbe essere ristretto esclusivamente alla nostra porzione di spazio che poi è l'Universo,che non necessariamente è l'unica cosa esistente,ma non non siamo destinati a saperlo poiché i nostri limiti sono stati decisi a priori. Oppure lo stesso concetto dell'esistere,il concetto dell'energia,della materia o anche dello spazio potrebbero essere ristretti al nostro Universo.
Chi può sapere cosa c'è oltre? Sentite anche voi l'oppressione che danno queste argomentazioni crollando dalle fondamenta su cui è costruito il nostro mondo? Come si fa dinnanzi a questa vastità di ipotesi fermarsi alla banale considerazione che non esiste altro e che tutto è dovuto alla scienza? Come si fa ad essere atei? Lo stesso pensare ad un futuro incentrato sulla scomparsa definitiva di un soggetto è una fede assoluta. La definizione di "ateo" è degna di coloro che non hanno voglia o intelletto per immaginare cosa ci potrebbe realmente aspettare.
Cercando a riguardo ho trovato una interessante discussione "Dialogo tra Scienza e Fede" in cui la grande Margherita Hack,atea,tiene una discussione col Monsignor Zenti,vescovo di Verona.
Obiettivamente le argomentazioni del vescovo sono un po' fuorvianti ,alle volte,ma sono interessanti certe frasi: per esempio sostiene che non si va in Paradiso,Inferno e Purgatorio,ma noi si è Paradiso ,Inferno e Purgatorio,il nostro collegamento ad essi è una relazione che formiamo durante il corso della vita,che viene poi fissato saldamente con la morte.
ecco il primo di 12 video che seguono: (il primo è solo la presentazione,la sostanza viene da secondo video in poi)
http://www.youtube.com/watch?v=gkymVGn4Kik
Per ultimo volevo chiarire una cosa,che pare non essere tanto scontata:
i credenti non sono necessariamente infantili.
Chi crede in Dio (talvolta il solo parlarne ci fa sentire ingenui) non crede che esso debba intervenire attivamente nella nostra vita.
La definizione del Dio antropomorfo che punisce i cattivi e aiuta i buoni è un po' arcaica. Molti si domandano "Come mai la gente muore senza motivo?", "come mai Dio non fa nulla contro le malattie?" ,"Se Dio esiste perchè mio fratello è così?".
La mia opinione è che colui che ha originato il tutto,a cui diamo in nome "Dio" non interviene nella nostra vita,ma bensì ci osserva e lascia che noi si sia artefici del proprio destino,non esiste la Predestinazione,come si pensava ai tempi di Lutero.
I credenti non sono quelli scemi che pensano che Gesù abbia moltiplicato i pesci e i pani ed abbia fatto cadere dal cielo latte e miele.
Non si pensa realmente che la terra sia stata creata in 7 giorni e non si crede ad Adamo ed Eva. Questi fantasiosi racconti sono ,a parer mio,mal'interpretati. Bisogna guardare oltre il semplice significato,scorgere qualcosa di più elevato da queste parole.
Ciò è chiamato in letteratura : Allegorismo,nonostante se ne sia abusato per dare sfogo alla propria fantasia,in passato.
Mi piacerebbe sentire da voi,se volete,come mai credete o non credete.
Magari può nascere una discussione costruttiva che potrebbe persino aprire gli occhi ad alcuni.
Grazie a tutti
P.S. qua vige il beneficio del dubbio....