marco the chemistry
2014-04-01 18:26
Tra gli usi più noti dell'idrato di cloralio è la preparazione dell'isonitroacetanilide che viene poi ciclizzata per formare l'isatina, una sostanza colorante. Il primo a sperimentare questa sintesi fu Sandmeyer.
Materiali:
- cloralio idrato
- anilina
- idrossilamina cloridrato
- sodio solfato
- acido cloridrico 20%
- vetreria base
Procedimento:
Si preparano 3 soluzioni:
la prima composta da 130g di sodio solfato disciolti in 120ml di acqua (a freddo non si scioglie tutto) alla quale si aggiungono 9g di cloralio idrato. La seconda soluzione è composta da 4,6ml di anilina in 11ml di HCl 20% e 20ml di acqua; la terza e ultima è preparata dissolvendo 11g di idrossilamina cloridrato in 50ml di acqua.
Per prima cosa l'azoto dell'anilina attacca come nucleofilo il cloralio idrato che perde un Cl-, per ulteriore attacco nucleofilo da parte dell'acqua vengono persi anche gli altri due atomi di cloro e si forma l'anilide dell'acido gliossilico, questa viene infine attacca sul carbonile dall'idrossilamina presente in soluzione a dare l'isonitrosoacetanilide. Da quanto ho letto non bisogna assolutamente utilizzare un eccesso di anilina in quanto si avrebbe la formazione dell'amidina corrispondente come sottoprodotto (seconda immagine), inoltre non bisogna bollire oltre il tempo indicato poichè si ha la formazione di sottoprodotti resinosi e schifosi.
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