Dott.MorenoZolghetti
2010-10-20 18:22
Ho deciso di spendere un po’ del mio tempo per scrivere qualche considerazione sulla pena di morte. Avevo già citato, se non ricordo male, l’opera dell’illustrissimo pensatore Cesare Beccaria dal titolo “Dei delitti e delle pene” (che vi invito a leggere). Aggiungerei alle vostre letture anche “Nella colonia penale” di Franz Kafka, utile a comprendere quale sia l’errore nel condannare altri a supplizi che noi stessi non saremmo in grado di sopportare.
Se tali letture vi dovessero apparire ostili, allora, magari, Tolkien vi potrebbe risultare meno ostico. Cito da “Il Signore degli Anelli”:
“Molti tra i vivi meritano la morte e parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze […]”.
Quando un utente di un forum viene allontanato in modo perpetuo è condannato a morte. Questo credo sia inoppugnabile. Nessuno infatti, potrebbe sostenere il contrario, poiché quell’utente perde tutti i suoi diritti “sociali” ed è privato della sua identità sostanziale (anche se nel mondo virtuale).
Non potendo più rientrare in possesso di tale identità, diviene estraneo al gruppo (forum) e non è più nella possibilità d'interagire con gli altri utenti. È la sua morte virtuale.
Possiamo quindi, per similitudine, considerare l’esecutore di tale annichilimento, alla stregua di un “boia” e chi emette la “scomunica”, al pari di una giuria o di un singolo giudice, spesso inappellabile. Bene, fino a qui, credo ci sia poco da discutere, si tratta solo di terminologia.
Veniamo allora al caso pratico.
Un uomo fa parte di un gruppo, ma decide di realizzare un’opera tutta sua, analoga a quella facente capo al gruppo, coglie un momento a suo parere favorevole e si lancia nell’impresa. Commette un errore, anche grossolano, rubando (copiando) parte dell’opera di altri del gruppo (potenzialmente suoi concorrenti/avversari, ma questo è tutto da dimostrare) e viene scoperto.
Viene formulata una sentenza di messa a morte, senza contraddittorio e viene immediatamente eseguita, senza alcuna possibilità di appello. Il gruppo esulta: “ora siamo più forti!”.
Altro caso pratico.
Una donna è accusata di adulterio, viene prelevata dalla sua casa e portata in piazza dalla folla di uomini saggi (che bene la conoscevano…) che ne hanno decretato la condanna. Questa donna deve essere giustiziata mediante lapidazione. Un Uomo giusto si trovava a passare di lì e assiste alla scena. Poi interroga gli uomini saggi che sono tutti molto pronti a riferirgli i misfatti della donna. Non c’è errore nella loro esposizione, nessun dubbio sulla colpevolezza della donna, eppure l’Uomo giusto dice solamente: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra”. Non ci crederete, ma a partire dei saggi più anziani, ciascuno degli accusatori si allontana brontolando.
Io ricordo che quando il forum di Nerofumo era in fase di autodistruzione, uno degli Amministratori di questo forum, non esitò a contattarmi, affinché io, iscritto a quello in rovina, passassi sul nascente da lui appena creato. Non entro nelle questioni personali intercorse fra loro (anche se ricordo molto, ma molto bene, i toni compiacenti con cui Myttex dialogava su quel forum, malgrado la diffidenza di alcuni membri), ma voglio solamente rammentare che usare due pesi e due misure è sempre molto discutibile. Dovrebbe prevalere il buon senso e l’umanità nel comprendere che ciascuno di noi può incorrere in qualche errore, anche in malafede, ma che gli deve essere concessa la possibilità di giustificarsi o difendersi. Una volta ascoltate le sue ragioni, se lo si ritiene colpevole, allora è corretto applicare una punizione, ma assolutamente proporzionata all’errore, non puramente “esemplare”.
Sappiamo bene, per precedenti esperienze, che i tentativi di clonaggio di questo forum sono clamorosamente falliti: io ve ne posso dire la ragione. Si può copiare un regolamento, uno schema, una foto, quello che vi pare, ma non si possono copiare gli utenti. E la differenza qui la fanno gli utenti, quelli attivi intendo, quelli che Myttex e altri, troppo spesso “invitano” ad andarsene nel momento in cui esprimono differenti vedute ideologiche. Questo è un errore che potrebbe costare molto caro e Myttex lo sa bene, avendo già vissuto un’esperienza simile. Quello che vorrei farvi capire è la estrema necessità di rispettare le opinioni altrui, come espressione massima dell’individualità che caratterizza un gruppo di lavoro così eterogeneo quanto è il nostro.
Non è possibile pretendere che ci sia un’omogeneità di pensiero, anzi, sarebbe davvero triste riscontrarla. Ogni utente deve essere lasciato libero di pensare e di agire (pur nel rispetto delle regole esplicite o implicite) senza vincolo alcuno.
Credo di trovare pensiero condiviso se affermo di ritenermi libero di iscrivermi ad altri forum, senza voler per forza di cose, creare le condizioni per un atto di tradimento verso il presente. Credo di essere nel giusto se condivido il mio sapere o non-sapere, in modo non esclusivo, ma in piena autonomia, gestendolo come più ritengo opportuno, senza che mi si accusi di slealtà.
Dare del “vile” a un utente perché ha creduto meglio creare una nuova opportunità di crescita per sé e per altri, credo sia sbagliato, almeno quanto copiare un regolamento, spacciandolo per lavoro proprio.
Chi ha detto che colui che ha sbagliato deve pagare un prezzo così alto per il suo errore? Quale danno ha creato (o avrebbe potuto creare) a questo forum? Perché questi è tacciato di viltà, avendo approfittato di un momento d’infermità del forum, mentre nessuna ammenda ha fatto colui che la debolezza ha generato? Non credo sia necessario ricordare a tutti che quella situazione, in quella famosa “notte degli inganni”, è stata il frutto di una presa di posizione rivelatasi incauta e ritrattata nei giorni a seguire. Avere coraggio delle proprie azioni è indice di maturità, dote che qua ancora scarseggia. Andrebbero considerate queste e altre cose.
Io scrivo queste mie riflessioni seduto nella polvere, reo di aver sfidato la Legge per un principio di equità sovrano e inalienabile. Ho condiviso ingiustamente una pena ingiusta, da me vocata, ma non richiesta come se si trattasse di un capriccio. Non sono stato accontentato nell’ottenere l’allontanamento coatto dal forum, bensì lo sono stato nel vedere che, ciò che pareva inamovibile, si è rivelato mutevole. Non è un trionfo, sia chiaro, ma è un tassello di democrazia riposizionato nel quadro generale. Non lo dico per gloriarmi, non è questo il mio intento, continuate pure a considerarmi una nullità, così come avete fatto in questi ultimi 15 giorni di esilio. È paradossale che, tolti due utenti privatamente, soltanto Radioattivo mi abbia dimostrato pubblicamente solidarietà. Quello che speravo era la comprensione del significato del mio gesto, lo speravo davvero, ma purtroppo nessuno lo ha capito. Neppure quanti, dall’alto dei loro anni, avrebbero dovuto farlo. Questa è stata un’amara rivelazione.
Io capisco perfettamente che qui ci si prende poco sul serio…che qui si parla seriamente solo di chimica, il resto conta nulla. Purtroppo però vi devo confessare che in questo si nasconde un’altra mia delusione. Forse perché mi aspetto che le persone con cui interagisco virtualmente non siano degli esseri incorporei e diafani di sentimenti, ma abbiano un cuore simil-umano, credo di dover procedere in un modo consono all’agire sociale cui quotidianamente mi sottopongo. E forse sbaglio.
Forse dovrei nascondermi sotto il “nome di ventura” e dare sfogo alle mie frustrazioni adolescenziali (pur necessitando di un bello sforzo mnemonico), calandomi nella parte ben indossata da qualcuno di noi, così facilmente propenso a comminare interdizioni perpetue unilaterali. Forse dovrei…
Oppure potrei cogliere il suggerimento proposto così spudoratamente a Chimico, quello cioè di fare fagotto, qualora il forum non fosse più di mio gradimento. Certamente potrei…
Vedete cari amici, vi parlo come se vi conoscessi da sempre, a me piace questo forum perché è stato sempre LIBERALE e rispettoso dell’identità di ciascuno, pur facendosi scudo con delle regole perfettamente condivisibili. Quando la democrazia delle idee e degli intenti viene meno, è lì che si insinua il germe mefitico dell’intolleranza al diverso. E prima o poi, saremo visti come diversi anche noi stessi, è solo una questione di tempo.
“Prima sono venuti a prendere i comunisti,
ed io non ho alzato la voce perché non ero un comunista.
Poi sono venuti a prendere i sindacalisti,
ed io non ho alzato la voce perché non ero un sindacalista.
Poi sono venuti a prendere gli ebrei,
ed io non ho alzato la voce perché non ero un ebreo.
Poi sono venuti a prendere gli omosessuali,
ed io non ho alzato la voce perché non ero un omosessuale. Poi sono venuti a prendere gli zingari,
ed io non ho alzato la voce perché non ero uno zingaro. Poi sono venuti a prendere i cattolici,
ed io non ho alzato la voce perché non ero un cattolico.
Poi sono venuti a prendere me,
ma non era rimasto nessuno per alzare la voce in mia difesa”.
Friedrich Gustav Emil Martin Niemöller (1892-1984)
Desidero davvero farvi riflettere, nulla di più di questo. Senza polemiche retrospettive, senza rancori. Solo autoanalisi.
Cordialità.
I seguenti utenti ringraziano Dott.MorenoZolghetti per questo messaggio: as1998, Chimico, jobba, pelle96