2014-01-26, 18:57
Sono riuscito a chiudere un piccolo esperimento che completa una “visita alla cava di baussite”.
Vicino dove vivo c’è una vecchia cava abbandonata di bauxite. E’ oramai una profonda buca riempita di acqua, credo in parte di risalita, che offre però uno spettacolo interessante, bello e multicolore ai numerosi visitatori e turisti che ogni anno visitano queste coste….….che fortuna essere del Sud.
(sul WEB: cava di bauxite Otranto)
Gli anziani chiamano il luogo “cava di baussite” oppure “addhai ndove stiane li cristiani cu faticavanu cu caccianu li surgi picciccheddi”, “surgi piccicchedi” sono topolini molto piccoli..cosi venivano chiamati i noduli ovvero pisoliti che venivano estratte.
Infatti passeggiando è ancora possibile raccogliere nella terra rossa i noduli liberi, in genere di medie dimensioni che possono abbellire anche una collezione di minerali data la loro particolare zona di provenienza…nel Salento praticamente non c’è niente oltre al mare.
Ebbene mi sono ricordato di avere un po’ di questi noduli ed ho voluto verificare ..se ci fosse veramente l’alluminio come elemento dentro quei “sassi”.
Chi ha una formazione chimica conosce le proprietà dell’alluminio e le sue caratteristiche sia sotto forma ionica che metallica. Il miglior metodo di estrazione è stato per molto tempo uno dei campi di ricerca della chimica dei metalli e credo che tutt’ora la fusione con criolite sia il metodo più utilizzato per la sua produzione come metallo.
Scopo del mio esperimento è stato quello di sciogliere in ambiente acido gli ossidi ed idrossidi minerali base dei noduli, separare il Fe ione per precipitazione e testare con alizarina S la presenza dello ione Al+++.
La solubilizzazione in ambiente acido della bauxite è solo una metodica da laboratorio che non trova più nessuna applicazione pratica nella chimica quotidiana. La purificazione base del minerale avviene con soluzioni conc di NaOH che fanno rimanere in soluzione l’alluminio come ione alluminato.
Ho trovato on-line che con H2SO4 al 6% è possibile solubilizzare nel miglior rapporto tempo/minerale-sciolto la bauxite.
E’ stato un esperimento veramente….alluminante e divertente.
Metodo ed attrezzatura :
Nodulo di bauxite (Foto 1)
Acido solforico al 6% - 200ml
Acido acetico 10%
Sodio idrossido 1 M
Soluzione acquosa di Alizarina S allo 0,2%
Ho martellato senza pietà (……..poverino) un nodulo di bauxite sino ad ottenere una polvere , ho separato i grani grossi e la polvere è stata messa sotto agitazione per 24 ore in una soluzione al 6% di acido solforico a circa 60 C° (Foto 2), dopo raffreddamento ho filtrato la preparazione ottenendo una soluzione limpida incolore.(Foto 3)
Una parte della soluzione è stata portata a pH 10 circa con NaOH per favorire la precipitazione di tutti gli idrossidi metallici e mantenere in soluzione l’alluminio. Il precipitato ottenuto ha il colore bruno caratteristico dell’idrossido ferrico, non ho idea se possano esserci altri idrossidi diverso da questo nel mio campione.
La soluzione è stata ripartita su pozzetti per eseguire il test con alizarina S.
Nella foto 4 le diverse verifiche e test con indicati i diversi reagenti utilizzati e risultati.
Non riporto le diverse reazioni coinvolte perché gli equilibri coinvolti sono multipli, non conosco esattamente la composizione del mio nodulo (varia da zone minerarie ad altre anche notevolmente) e ..poi nun je la faccio !!
![[Immagine: blhierz8mdsahqc5xn5_thumb.jpg]](http://uptiki.altervista.org/_altervista_ht/blhierz8mdsahqc5xn5_thumb.jpg)
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Vicino dove vivo c’è una vecchia cava abbandonata di bauxite. E’ oramai una profonda buca riempita di acqua, credo in parte di risalita, che offre però uno spettacolo interessante, bello e multicolore ai numerosi visitatori e turisti che ogni anno visitano queste coste….….che fortuna essere del Sud.
(sul WEB: cava di bauxite Otranto)
Gli anziani chiamano il luogo “cava di baussite” oppure “addhai ndove stiane li cristiani cu faticavanu cu caccianu li surgi picciccheddi”, “surgi piccicchedi” sono topolini molto piccoli..cosi venivano chiamati i noduli ovvero pisoliti che venivano estratte.
Infatti passeggiando è ancora possibile raccogliere nella terra rossa i noduli liberi, in genere di medie dimensioni che possono abbellire anche una collezione di minerali data la loro particolare zona di provenienza…nel Salento praticamente non c’è niente oltre al mare.
Ebbene mi sono ricordato di avere un po’ di questi noduli ed ho voluto verificare ..se ci fosse veramente l’alluminio come elemento dentro quei “sassi”.
Chi ha una formazione chimica conosce le proprietà dell’alluminio e le sue caratteristiche sia sotto forma ionica che metallica. Il miglior metodo di estrazione è stato per molto tempo uno dei campi di ricerca della chimica dei metalli e credo che tutt’ora la fusione con criolite sia il metodo più utilizzato per la sua produzione come metallo.
Scopo del mio esperimento è stato quello di sciogliere in ambiente acido gli ossidi ed idrossidi minerali base dei noduli, separare il Fe ione per precipitazione e testare con alizarina S la presenza dello ione Al+++.
La solubilizzazione in ambiente acido della bauxite è solo una metodica da laboratorio che non trova più nessuna applicazione pratica nella chimica quotidiana. La purificazione base del minerale avviene con soluzioni conc di NaOH che fanno rimanere in soluzione l’alluminio come ione alluminato.
Ho trovato on-line che con H2SO4 al 6% è possibile solubilizzare nel miglior rapporto tempo/minerale-sciolto la bauxite.
E’ stato un esperimento veramente….alluminante e divertente.
Metodo ed attrezzatura :
Nodulo di bauxite (Foto 1)
Acido solforico al 6% - 200ml
Acido acetico 10%
Sodio idrossido 1 M
Soluzione acquosa di Alizarina S allo 0,2%
Ho martellato senza pietà (……..poverino) un nodulo di bauxite sino ad ottenere una polvere , ho separato i grani grossi e la polvere è stata messa sotto agitazione per 24 ore in una soluzione al 6% di acido solforico a circa 60 C° (Foto 2), dopo raffreddamento ho filtrato la preparazione ottenendo una soluzione limpida incolore.(Foto 3)
Una parte della soluzione è stata portata a pH 10 circa con NaOH per favorire la precipitazione di tutti gli idrossidi metallici e mantenere in soluzione l’alluminio. Il precipitato ottenuto ha il colore bruno caratteristico dell’idrossido ferrico, non ho idea se possano esserci altri idrossidi diverso da questo nel mio campione.
La soluzione è stata ripartita su pozzetti per eseguire il test con alizarina S.
Nella foto 4 le diverse verifiche e test con indicati i diversi reagenti utilizzati e risultati.
Non riporto le diverse reazioni coinvolte perché gli equilibri coinvolti sono multipli, non conosco esattamente la composizione del mio nodulo (varia da zone minerarie ad altre anche notevolmente) e ..poi nun je la faccio !!
![[Immagine: blhierz8mdsahqc5xn5_thumb.jpg]](http://uptiki.altervista.org/_altervista_ht/blhierz8mdsahqc5xn5_thumb.jpg)
![[Immagine: sl5fdloniolpgl2cwf2_thumb.jpg]](http://uptiki.altervista.org/_altervista_ht/sl5fdloniolpgl2cwf2_thumb.jpg)
![[Immagine: jpg0f5wje97x30nco1k_thumb.jpg]](http://uptiki.altervista.org/_altervista_ht/jpg0f5wje97x30nco1k_thumb.jpg)
![[Immagine: znxaeq5qjoe0ul749hr_thumb.jpg]](http://uptiki.altervista.org/_altervista_ht/znxaeq5qjoe0ul749hr_thumb.jpg)
L'idrogeno (H) ha un protone ed un elettrone.