Analisi nitrati

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Mario

2012-11-13 20:13

La determinazione quantitativa dei nitrati, così come quella qualitativa, è sempre stata un problema analitico di non facile soluzione.

Almeno fino all'avvento della moderna tecnica strumentale che ha messo a disposizione tecniche come la cromatografia ionica e

gli elettrodi ISE, tanto per citarne due tra le più importanti.

Per coloro che non sono dotati di tali strumenti l'analisi dei nitrati rimane difficoltosa.

In precedenza, in questo forum, sono stati menzionate due metodiche analitiche relative ai nitrati.

Nulla da eccepire; sono metodiche sufficientemente precise e affidabili, hanno relativamente poche interferenze e usano reagenti non costosi e facilmente reperibili.

Una, quella con il salicilato di sodio, richiede l'impiego di uno spettrofotometro, ma questo non lo si può di certo considerare un difetto.

Alla meno peggio si può sempre confrontare il colore con soluzioni di riferimento. Le interferenze poi possono essere eliminate con una

certa facilità.

Un poco più complicata appare la situazione nella seconda metodica, quella con la determinazione volumetrica dell'NO prodotto per

riduzione con cloruro ferroso. Qui abbiamo un'apparecchiatura alquanto ingombrante costituita da vetreria piuttosto delicata da

maneggiare. Nel riscaldare il pallone bisogna procedere con una certa cautela e ancora di più ne occorre quando si introduce la

soluzione riducente. Inoltre il tappo di gomma sotto l'azione dei vapori acidi si screpola e dopo un certo tempo diventa inservibile. Servirebbe vetreria con raccordi conici o sferici normalizzati e al posto della buretta gasometrica bisognerebbe usare un azotometro di Schiff, ma i costi aumenterebbero in proporzione.

Infine qualche osservazione sui reagenti, usati in quantità quantità insolitamente alte. Ben 40 mL di cloruro ferroso 3,6 M e poi

ancora 60 di HCl al 25%. Davvero troppi per una sola determinazione.

Di tutti gli altri metodi che conosco nessuno (tranne due) può rivaleggiare con quelli appena discussi.

Avendo però il necessario allora il discorso cambia e senza dubbio la riduzione a nitrito con cadmio/rame nel riduttore a colonna di Jones

seguita dalla solita diazotazione/copulazione con lettura allo spettrofotometro è quanto di meglio oggi ci sia soprattutto in termini di sensibilità e precisione. Ma siamo ad un livello che pochi dilettanti possono raggiungere.

Ritornando a noi, rimane la domanda se sia possibile avere una metodica semplice e adatta anche per un laboratorio con pochi mezzi a disposizione.

Ebbene, la risposta è si.

a presto

Mario

comandantediavolo

2012-11-13 21:37

La qualitativa per i nitrati più semplice che conosca è la prova con la brucina in ambiente acido per acido solforico; si fa gocciolare un pò di soluzione in esame su capsula di porcellana,alcune gocce di H2SO4 conc. e si aggiungono pochi cristallini di brucina, se sono presenti nitrati ( o acido nitrico) si ha la classica colorazione rosso-brunastra.

Saluti.

NaClO3

2012-11-13 22:13

Credevo fosse una quantitativa, l'obiettivo di tale discussione, almeno spero.

Mario

2012-11-13 22:28

NaClO3 ha scritto:

Credevo fosse una quantitativa, l'obiettivo di tale discussione, almeno spero.

Confermo. E' la quantitativa che ci interessa.

Rispondendo brevemente a comandantediavolo, il test con la brucina è ok per i nitrati ma solo per identificazioni qualitative. Esistono varianti per la determinazione quantitativa, ma non hanno mai convinto pienamente causa la criticità di alcune variabili di reazione e la scarsa linearità della curva di taratura. Poi la brucina non è un reagente di facile reperibilità ed è pure tossica.

saluti

Mario

comandantediavolo

2012-11-14 09:24

Nel caso della quantitativa con semplici metodiche sono completamente "alla guazza" (leggasi ignorante)...

Il metodo più comune in laboratorio ( parliamo di laboratorio scolastico,oltre 20 anni fa...) è la spettrofotometria ultravioletta, preparando delle soluzioni in concentrazione scalare di NO3- (usando come S.M. KNO3,leggo dalle dispense ex-scolastiche ) esempio 100 ppm ( 0,1631 gr di KNO3 solvatati in 1000 mL di acqua ultrapura o HPLC) o 1000 ppm (decuplicando il sale da sciogliere), diluire ad altre concentrazioni standard note con opportuni calcoli per generare le rette di taratura, impostare lo spettrofotometro usando come bianco l'acqua ultrapura e raffrontando gli spettri emessi dal campione in analisi con quelli degli standard preparati.

Di più non so...

Chi ha altre metodiche più o meno ortodosse batta un colpo, io sono ancora a sistemi arcaici di qualitativa/quantitativa, come la brucina :tossico: per i nitrati e il cacodile :tossico: :irritante: per l'arsenico... Vecchia scuola, quando ancora i cianuri erano nel reagentario comune col tappo di calce sodata azz! azz! ...

Alle94

2012-12-07 16:35

Oggi ho tirato fuori la mia edizione del 1929 del Treadwell di analisi quantitativa per cercare lo spunto per alcune analisi, e sfogliando le pagine sono capitato proprio sulla determinazione dell'acido nitrico. Mi sembra buona cosa approfondire l'argomento perciò vorrei aggiungere i metodi proposti in questo volume. Determinazione come : - nitrato di Nitron (C20H16N4 x HNO3), gravimetrica - pentossido di azoto secondo Reich, gravimetrica - ammoniaca secondo Devarda - ammoniaca secondo Kneith - ossido di azoto secondo Schloesing e Grandeau Secondo me entrambe le riduzioni e le gravimetriche sono facili da svolgere in un laboratorio casalingo. Chiaramente queste metodiche risalgono a 83 anni fa però si possono adeguare ai giorni nostri. Ad esempio tutt'ora si possono determinare spettrofotometricamente per via indiretta i perclorati ed i nitrati con tramite la precipitazione dei sali di Nitron: infatti l'eccesso di reagente viene determinato come complesso con il cobato tiocianato.

al-ham-bic

2012-12-07 17:34

Alle94 ha scritto:

...Secondo me entrambe le riduzioni e le gravimetriche sono facili da svolgere in un laboratorio casalingo...

In questa affermazione, vorrei sbagliarmi, ma mi sento proprio di dissentire con energia...

Alle94

2012-12-07 18:42

Indendi per il fattore bilancia?

Mario

2012-12-07 19:39

Alle94 ha scritto:

Oggi ho tirato fuori la mia edizione del 1929 del Treadwell di analisi quantitativa per cercare lo spunto per alcune analisi, e sfogliando le pagine sono capitato proprio sulla determinazione dell'acido nitrico. Mi sembra buona cosa approfondire l'argomento perciò vorrei aggiungere i metodi proposti in questo volume. Determinazione come :

- nitrato di Nitron (C20H16N4 x HNO3), gravimetrica

- pentossido di azoto secondo Reich, gravimetrica

- ammoniaca secondo Devarda

- ammoniaca secondo Kneith

- ossido di azoto secondo Schloesing e Grandeau

Secondo me entrambe le riduzioni e le gravimetriche sono facili da svolgere in un laboratorio casalingo. Chiaramente queste metodiche risalgono a 83 anni fa però si possono adeguare ai giorni nostri. Ad esempio tutt'ora si possono determinare spettrofotometricamente per via indiretta i perclorati ed i nitrati con tramite la precipitazione dei sali di Nitron: infatti l'eccesso di reagente viene determinato come complesso con il cobato tiocianato.

Visto che Alle94 le ha citate, vediamo brevemente (se no potrei scriverne delle paginate intere) il pro e contro di queste metodiche:

- nitrato di Nitron (gravimetrica)

pro: buona precisione in asenza di interferenze

contro: richiede bilancia analitica e stufa a 110 °C, reattivo costoso, non specifico, tempi lunghi di analisi

- pentossido di azoto secondo Reich, gravimetrica

pro: nessuno

contro: richiede bilancia analitica e muffola, numerosissime interferenze che di fatto rendono il metodo applicabile in limitati casi

- ammoniaca secondo Devarda

pro: precisione, attrezzatura ancora abbordabile sebbene costosa.

contro: tempi lunghi di analisi, reagenti non proprio economici (per la lega di D. 50 Euri per 100g), necessità di eliminare ammoniaca e nitriti.

- ammoniaca secondo Kneiht (ndr:ho corretto il cognome)

pro: precisione, attrezzatura ancora abbordabile sebbene costosa.

contro: tempi lunghi di analisi, reagenti costosi e facilmente deperibili (Ti3+), necessità di eliminare ammoniaca e nitriti.

- ossido di azoto secondo Schloesing e Grandeau

pro: attrezzatura non particolarmente costosa se si usano tappi in gomma, ma poi ne risente la precisione e diventa poco pratico cambiarli spesso.

contro: poca precisione a meno di usare varianti successive che prevedono, tra l'altro, l'impiego di un azotometro (costoso)

Se oggi si vuole determinare lo ione nitrato a livello "casalingo" vi sono solamente quattro possibilità.

saluti

Mario