Apparecchio di Marsh

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Dott.MorenoZolghetti

2009-07-15 00:31

Visto che Al ha indrodotto la ricerca dell'arsenico...e abbiamo nominato questo apparecchio antico, ma sempre valido, ho pensato di mettere un'immagine. L'unica trovata è questa, tratta da Kiwipedia...pazienza. In attesa di postare la mia, vi presento codesta.

Marsh_test_apparatus.jpg
Marsh_test_apparatus.jpg

al-ham-bic

2009-07-15 23:01

In attesa dell'apparecchio di Marsh (concreto) di Moreno, eccone un'altra immagine "storica".

Spiegazione veloce per chi non lo conoscesse:

- in K si genera idrogeno per mezzo di zinco e H2SO4 purissimi;

- in T si introduce la soluzione nella quale si cerca l'arsenico

- in C si secca il gas prodotto per mezzo di CaCl2

- in A avviene la scissione al calor rosso dell'eventuale arsina AsH3 in As + idrogeno

- in D (capillare) si deposita lo specchio nero di arsenico

- B serve per la prova in bianco, prima di aprire il runinetto di T

- W è un recipiente d'acqua che gocciola per capillarità sul lucignolo d e raffredda il capillare

- in n si accende la fiammella di idrogeno dell'altezza di 2-3 mm (dopo aver scacciato l'aria!)

Come diceva Moreno, la sensibilità di questo apparecchio (pur non andando a corrente, che nel 1836 non c'era... asd ) è spaventosa: centesimi di milligrammo di As vengono rilevati senza problemi!

Marsh1.jpg
Marsh1.jpg

quimico

2009-07-16 05:22

notevole *Si guarda intorno*

Drako

2009-07-16 09:35

Una forma di energia serve cmq, il gas... tanto quello raramente fa blackout... heatout!

Una cosa non riesco a capire: come funziona il passaggio D?

al-ham-bic

2009-07-16 20:01

Nel tubo scaldato al rosso succede:

4 AsH3 --> As4 + 6 H2

e l'arsenico trovando subito dopo il capillare tenuto freddo "condensa" sul vetro formando uno specchio nero.

Era questo quello che chiedevi?

Drako

2009-07-16 20:53

Più che altro vedevo la D sul becker, che mi sembra serva a far gocciolare l'acqua di raffreddamento, e allora tentavo di capire come facesse a deporsi li l'arsenico, ma si depone nel punto "d", non "D", in quel tunnel più stretto...

al-ham-bic

2009-07-16 21:19

Si deposita nella strozzatura tra A e B, vicino allo stoppino umido "d".

Dott.MorenoZolghetti

2009-07-16 22:35

E' un dispositivo davvero affascinante, genialmente semplice, eppure così efficace, da essere utilizzato fino a ieri, quando già erano in auge apparecchi tecnologici e sofisticati.

L'unico accorgimento richiesto: il tubo che va alla fiamma deve essere di quarzo (o vetro infusibile).

Dott.MorenoZolghetti

2009-07-30 23:28

Ecco il mio....modestissimo...


Dettagli...

HPIM2919.JPG
HPIM2919.JPG
HPIM2920.JPG
HPIM2920.JPG
HPIM2925.JPG
HPIM2925.JPG
HPIM2922.JPG
HPIM2922.JPG

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Drako

2009-07-31 12:37

è il famoso tubo di quarzo infondibile?

Dott.MorenoZolghetti

2009-07-31 15:56

Quarzo infusibile...già, è proprio esso...

Drako

2009-07-31 17:47

Così costoso che si frantuma a guardarlo... meglio non farlo provare a nessuno...rischierebbe di soccombere sotto l'ira di qualcuno...

Dott.MorenoZolghetti

2009-08-01 00:02

Costa abbastanza: un tubo come quello (retto, semplice) si aggira sui 90 euro, più la parte terminale che viaggia sui 35-40 euro. E' quarzo (sintetico) trasparente, perciò costa.

myttex

2009-08-01 08:14

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Ecco il mio....modestissimo...


Dettagli...

Vedo solo ora O_OO_OO_OO_OO_OO_O

Non ho parole sia per il LAB sia per l'apparecchio cavolo Mo! Avessi anche 1/10 della tua roba e dei tuoi reagenti farei degli esperimenti... ahhah :-D

Complimenti ancora *Hail*

Drako

2009-08-01 12:25

90 euro, io avevo pensato a cifre del tipo 600-800 euro... dai allora puoi usarlo come cerbottana!

Dott.MorenoZolghetti

2009-08-01 17:16

E' quello che faccio normalmente...non crederai che ricerchi arsenico tutti i giorni...asd

Dott.MorenoZolghetti

2014-04-13 19:54

Riesumo questo antico discorso perchè ieri mi si è verificato un fatto inatteso che poi vi dirò.

Per il momento, stuzzicando coloro che sanno, vorrei chiedere: a che punto del processo analitico accendete ( o accendereste) il becco Bunsen per far arroventare il tubo di quarzo?

Mario

2014-04-13 20:18

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Riesumo questo antico discorso perchè ieri mi si è verificato un fatto inatteso che poi vi dirò.

Per il momento, stuzzicando coloro che sanno, vorrei chiedere: a che punto del processo analitico accendete ( o accendereste) il becco Bunsen per far arroventare il tubo di quarzo?

Dopo aver acceso la fiammella e poco prima dell'introduzione del campione nel pallone di riduzione.

saluti

Mario

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Dott.MorenoZolghetti

2014-04-14 07:50

Questa dotta informazione mi mancava. Mi tocca ammettere una certa leggerezza (per non dire ignoranza) nel gestire il mio apparecchio. Quello che sapevo io (ora so che non è sufficiente) è che non va accesa la fiammella fino a quando tutta l'aria è stata cacciata. E questo è un conto, ma nulla sapevo circa i tempi di accensione del Bunsen. Ci potevo arrivare per altra via, immaginando che riscaldare una miscela aria-idrogeno non sia proprio innocente, ma come si dice... del senno di poi, son piene le fosse. Ho sotituito da poco il tubo in quarzo con uno di maggior diametro e ho voluto collaudarlo qualche giorno fa. Il soffiatore mi ha fatto la parte termianale non proprio a capillare e dunque (credo) non esattamente adatta allo scopo. Il problema è stato un altro: quando ho acceso il becco Bunsen sotto al tubo di quarzo, non tutta l'aria era stata espulsa (o una parte è rientrata dal foro non così piccolo). Forse è colpa del flusso di idrogeno non ben proporzionato al diametro del tubo. Forse l'insieme delle cose. La morale è stata che nel punto riscaldato si è formata una lieve consensa che mi ha dato il tempo di voltare la faccia un istante prima che il tutto facesse il botto, un gran bel botto! L'apparecchio era provvisto di un imbuto dosatore da 50 mL, caricato ad acido solforico e a seguire, in linea, vi era un tubo a cloruro di calcio. Il primo si è conficcato nel soffitto, generando una pioggerellina (le famose "piogge acide"...) per tutto il lab, seguito da una grandinata di pezzi di vetro minuti e luccicanti. Il tubo al cloruro di calcio si è aperto in due, in corrispondenza del rubinetto (il punto più sottile e fragile), ma è rimasto in situ. Avevo le protezioni del caso (non nelle orecchie però...acufeni per mezz'oretta) e quindi nessuna ferita, se non nell'orgoglio. I danni sono relativi ai due pezzi di vetreria, quindi quantificabili approssimativamente a euro cento. Il casino è che mi succedono sta cose, non a quattordici, ma a quarant'anni... non è forse il segno che ho fatto il mio tempo ed è ora che mi dia alla lettura di nostalgici romanzi d'amore?

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Dott.MorenoZolghetti

2014-04-14 09:42

Dico io, ma per dosare l'As non mi posso accontentare del metodo spettrofotometrico? Tanto comodo, veloce, sicuro, affatto esplosivo. Accendi lo strumento, leggi e via. Se torna tra noi (in corpo e non solo in spirito) Quello che aborra "gli apparecchi con la spina" e dice la sua... lo uccido! :-@

Sì, ma non con l'idrogeno :esplosivo: ... lo uccido con questo :tossico: ...

HPIM2580.JPG
HPIM2580.JPG

Anche solo con la foto... asd

Mario

2014-04-14 19:07

Lavorare con il Marsh non è cosa da tutti.

Tanto è vero che vi furono numerose migliorie sull'apparecchiatura a seguito dei numerosi incidenti e alla riproducibilità dei dati.

Quella che segue è una delle modofiche maggiormente apprezzate.

saluti

Mario

Marsh apparato.pdf
Marsh apparato.pdf

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Dott.MorenoZolghetti

2014-04-14 19:29

Grazie per il pdf, lo leggerò con attenzione, ma ho deciso che riproverò, mettendo una valvola unidirezionale per maggior sicurezza e corazzerò il soffitto del lab. ;-)

Mario

2014-04-15 16:48

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Grazie per il pdf, lo leggerò con attenzione, ma ho deciso che riproverò, mettendo una valvola unidirezionale per maggior sicurezza e corazzerò il soffitto del lab. ;-)

Entrambe mi appaiono come modifiche inutili.

Un Marsh che funzioni deve avere un generatore esterno di idrogeno. La cosa migliore è una bombola con il suo idoneo riduttore e flussimetro.

Ovviamente deve essere esente da Arsenico, nel qual caso lo si purifica facendolo gorgogliare in adatte soluzioni assorbenti.

Poi losi fa passare attraverso tutta la vetreria in modo da scacciare ogni traccia di ossigeno (si evita di avere le condizioni di esplosione e presenza di un'ossidante) e solo a questo punto si accende la fiammella. L'altezza di questa deve essere si 2-4 mm. Eventualmente si regola il pomello del flussimetro. Si può a questo punto incominciare a scaldare il tubicino di quarzo. L'intensità della fiama non varierà di molto anche perche l'idrogeno caldo viene in buona parte raffreddato da un lucignolo costantemente gocciolante acqua fredda e posto dove inizia la strozzatura del tubo di quarzo. Adesso si può fas sgocciolare la soluzione acida contenente l'arsenico (lentamente per evitare di spegnere la fiamma). Inizierà la reazione di riduzione e il flusso di idrogeno verrà ancora una volta regolato per flussare i gas e mantenere una costante altezza della fiammella. L'intera operazione può durare un'ora almeno.

saluti

Mario

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Dott.MorenoZolghetti

2014-04-15 21:49

Immaginare di avere una bombola di idrogeno in lab è come pensare di avere detto sì davanti al prete o al sindaco. Meglio glissare. Il mio errore è grossolano: non aver pensato che la miscela idrogeno-aria esplode anche senza fiamma, bastando il riscaldamento ad alta tamperatura. Una leggerezza che per poco non mi ha fatto molto male. Devo rivedere il soffiatore e pagargli un altro pezzo della sua magione...ah, nella prossima vita voglio rinascere soffiatore o donna...

Mario

2014-04-15 22:53

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Immaginare di avere una bombola di idrogeno in lab è come pensare di avere detto sì davanti al prete o al sindaco. Meglio glissare. Il mio errore è grossolano: non aver pensato che la miscela idrogeno-aria esplode anche senza fiamma, bastando il riscaldamento ad alta tamperatura. Una leggerezza che per poco non mi ha fatto molto male. Devo rivedere il soffiatore e pagargli un altro pezzo della sua magione...ah, nella prossima vita voglio rinascere soffiatore o donna...

Credo che una bombola di H2 sia ancora acquistabile. Costo non trscurabile ma meno di un si. E poi, a differenza di quest'ultimo, ti lascia un vuoto chè puoi sempre colmare. E via di nuovo, come all'inizio.

Esiste naturalmente anche l'alternativa del Kipp oppure, l'autogenerazione fai da te.

C'è un inconveniente a rinascere donna. Non vorrei mai che poi si reincarnasse in un tipino come la Lafarge....

saluti

Mario

Dott.MorenoZolghetti

2014-04-16 01:19

Donna innocentissima fu!

Tossicologi blasonati, ma poco accorti...ma visto il mio "incidente", meglio se mi ritiro... ;-)

comandantediavolo

2014-04-16 17:11

Mario ha scritto:

C'è un inconveniente a rinascere donna. Non vorrei mai che poi si reincarnasse in un tipino come la Lafarge....

La Signora Marie Lafarge,però, si professò innocente sino alla morte avvenuta nel 1852 per tubercolosi...

Non sapremo mai se l'acido solforico utilizzato dal Marsh per il suo test forense fosse sicuramente esente da arsenico,voglio rimanere nel dubbio che la vivace signora abbia agito nel bene del marito defedato.

Dott.MorenoZolghetti

2014-04-16 19:03

La perizia non fu del Marsh, ma affidata dalla Corte d'Assise di Tulle a Matheo Josè Bonaventura Orfila, un luminare poco illuminato, un medico e non un chimico, che fece un gran casino nell'analisi chimica. Egli usò l'apparecchio di Marsh per la prima volta in quell'occasione. La confutazione degli esami condotti da Orfila fu invece affidata dalla stessa Corte a François Vincent Raspail. La signora era già stata graziata da Luigi Napoleone Bonaparte nel 1852 e aveva già lasciato le carceri di Montpellier, ma aveva contratto la tubercolosi e muore pochi giorni dopo aver riconquistato la libertà. Fu fatta chiarezza solo dopo la morte e la sua memoria fu riabilitata, ma è certamente una magra consolazione.


Il problema non stava tanto nell'acido solforico, quanto nel nitrato di potassio usato da Orfila per mineralizzare i campioni organici tratti dal cadavere della vittima.

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