L'estetica (in senso molto lato) viene percepita in maniera assolutamente soggettiva, come è logico che sia trattandosi... di estetica!
E viene percepita pure in senso quantitativo, ovvero, traducendo, si va da qualcuno "che ci fa molto caso" a qualcun altro il quale giustamente "non gliene frega proprio niente".
Tutte e due le categorie hanno le proprie ragioni, non è il caso qui di sindacare.
Siccome faccio parte della prima categoria, quando vedo le copertine di certi libri moderni mi salta la mosca al naso: potrebbe, pur con tutta la cattiva volontà, essere più brutta di così la copertina del libro sulle fibre tessili?
La copertina dico, non il contenuto, che magari è il massimo dei massimi.
E faccio solo questo esempio fra mille, tanto per fare.
Ci sarebbe da scrivere una settimana sulle copertine (o i frontespizi) dei libri scientifici, a partire dal secolo romantico ai giorni nostri: per rendere l'idea sarebbe come discutere dell'architettura delle chiese, e mi spiego.
Se mi è consentito lo strano paragone "grafica del libro/architettura", si andrebbe da contenuti degni della cattedrale di Chartres (certi libri ottocenteschi) a certe oscenità degli ultimi decenni, affini alla chiesa-capannone-in-cemento-armato-anni-settanta delle periferie metropolitane (tipo il volumetto arancio).
Si sente che l'estate è già arrivata? Infatti l'effetto del caldo...