
Divido il lavoro di questa sostanza chemioluminescente (la prima storicamente studiata, Radziszewski 1877) in due parti, altrimenti diventerebbe troppo lungo. Cerco anche di riassumere all'essenziale tutto il discorso.
Ho trovato una bella sintesina facile facile che ho sperimentato con successo: è una reazione di condensazione e si basa sulla reazione tra l'ammoniaca e la benzaldeide per generare una sostanza che si chiama 1-phenyl-N,N'-bis(phenylmethylidene)methanediamine, alla quale Laurent diede il nome di hydrobenzamide.
Preparazione dell'idrobenzamide
Il materiale occorrente è semplice e la sintesi di questa prima fase addirittura banale.
- benzaldeide
- ammoniaca
- etanolo
- vetreria opportuna
- In una beuta da 100 ml porre semplicemente 10 ml di benzaldeide e 50 ml di ammoniaca concentrata; si forma immediatamente una emulsione bianca; mescolare agitando vigorosamente e ripetere l'operazione ogni tanto per le successive due tre d'ore.
Chiudere la beuta col suo tappo (meglio se di vetro normalizzato, il tappo in gomma o silicone rimarrà altrimenti un po' intaccato e sarà difficile pulirlo) e porla a riposo a temperatura ambiente per due tre giorni. Nel mio caso la temperatura del lab era decisamente invernale, quindi ho giocato sul tempo ed ho lasciato i reagenti tranquilli di fare i loro giochetti per più di una settimana, dando una mescolatina ogni tanto. Alla fine si sarà formato un precipitato bianco di idrobenzamide; filtrare, seccare e ricristallizzare da etanolo/acqua 90/10 a caldo; per raffreddamento e lasciando in riposo almeno una notte cristallizza il prodotto. Resa 4 g (85 %). L'idrobenzamide si presenta come una polvere bianca con odore di benzaldeide (probabile residuo), insolubile in acqua, p.f. teorico 110°, nel mio caso più basso.
E' un prodotto velenoso, classificazione T nelle frasi di rischio.
![[Immagine: 15e8v1x.jpg]](http://i55.tinypic.com/15e8v1x.jpg)
Per adesso mettiamola da parte; nella fase 2 la trasformeremo in lophine.
Ho trovato una bella sintesina facile facile che ho sperimentato con successo: è una reazione di condensazione e si basa sulla reazione tra l'ammoniaca e la benzaldeide per generare una sostanza che si chiama 1-phenyl-N,N'-bis(phenylmethylidene)methanediamine, alla quale Laurent diede il nome di hydrobenzamide.
Preparazione dell'idrobenzamide
Il materiale occorrente è semplice e la sintesi di questa prima fase addirittura banale.
- benzaldeide
- ammoniaca
- etanolo
- vetreria opportuna
- In una beuta da 100 ml porre semplicemente 10 ml di benzaldeide e 50 ml di ammoniaca concentrata; si forma immediatamente una emulsione bianca; mescolare agitando vigorosamente e ripetere l'operazione ogni tanto per le successive due tre d'ore.
Chiudere la beuta col suo tappo (meglio se di vetro normalizzato, il tappo in gomma o silicone rimarrà altrimenti un po' intaccato e sarà difficile pulirlo) e porla a riposo a temperatura ambiente per due tre giorni. Nel mio caso la temperatura del lab era decisamente invernale, quindi ho giocato sul tempo ed ho lasciato i reagenti tranquilli di fare i loro giochetti per più di una settimana, dando una mescolatina ogni tanto. Alla fine si sarà formato un precipitato bianco di idrobenzamide; filtrare, seccare e ricristallizzare da etanolo/acqua 90/10 a caldo; per raffreddamento e lasciando in riposo almeno una notte cristallizza il prodotto. Resa 4 g (85 %). L'idrobenzamide si presenta come una polvere bianca con odore di benzaldeide (probabile residuo), insolubile in acqua, p.f. teorico 110°, nel mio caso più basso.
E' un prodotto velenoso, classificazione T nelle frasi di rischio.
![[Immagine: 15e8v1x.jpg]](http://i55.tinypic.com/15e8v1x.jpg)
Per adesso mettiamola da parte; nella fase 2 la trasformeremo in lophine.