2009-08-16, 10:48 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2009-08-16, 10:54 da Dott.MorenoZolghetti.)
Quando si vuole acquistare una certa cosa occorre fare una netta distinzione tra il valore assoluto e quello relativo. Mi spiego.
Il valore assoluto di un oggetto è stabilito dalle leggi di mercato ed è determinato in base al valore intrinseco dell'oggetto: per esempio una capsula di platino costa 3000 Euro, quel valore è dettato dal costo della materia prima e dal valore aggiunto conferito dalla lavorazione (a macchina o a mano) del pezzo di metallo.
Solitamente, entro i margini del guadagno, il valore assoluto coincide con il prezzo o costo che il venditore chiede all'acquirente.
Il valore relativo è invece il valore economico o non economico (affettivo, d'urgenza, utilità, ecc.) che l'acquirente stabilisce per un oggetto e che è disposto a tramutare in denaro (o in altre merce, in caso di baratto) da offrire al venditore.
Quando ci accingiamo a fare un acquisto dobbiamo valutare sempre entrambi questi due valori (assoluto e relativo): altrimenti si commettono errori nell'acquisto.
Tanto per stare sul concreto analizzerei con voi l'offerta fatta nel mercatino circa uno stock di vetreria nuova molto varia, proprosta a 100 Euro forfettarie.
Se analizziamo il valore assoluto, la cifra richiesta dal venditore può anche essere corretta. Quindi se ci si fermasse qui, potremmo dire: Ok, è un buon affare.
In realtà, dal punto di vista del valore relativo, siamo molto lontani da quella cifra. Dico questo perchè, pur grossolanamente, conosco le esigenze degli utenti di questo forum. Per molti di voi, avere una bella bottiglia di Drechsel con setto poroso, o una coppia di tubi a bolle di Meyer, o ancora una coppia di gorgogliatori per gas con rubinetto, ecc. a che servirebbe? Si tratta di parti di strumentazione complessa, parti di ricambio quindi, che spurie servono a nulla o quasi.
Ecco che se si fa una disamina di questo tipo si vede chiaramente che il valore relativo è quasi zero e l'affare, tanto affare poi non è!
Chiaro, è una questione soggettiva, legata alle proprie esigenze, alle proprie necessità.
Magari a uno di voi, proprio ieri, si è rotto il tubo di Meyer, così non può più usare il suo apparecchio e non può determinare il tenore di carbonio negli acciai. Cazzolina! Allora Il valore relativo sale vertiginosamente e l'offerta in oggetto ritorna ad essere vantaggiosa.
Spero di essermi spiegato.
Quando uno deve avviare un piccolo laboratorio casalingo, DEVE mirare a vetreria di ampio utilizzo, quella comune (beute, provette, cilindri, bicchieri, pipette, ecc.) e soltanto in un secondo tempo, se ne avrà l'utilità, si dedicherà a spese più folli (palloni, refrigeranti, capsule, matracci, ecc.). Inoltre mai perdere di vista la necessità, quella sì urgente e pressante, di acquistare prodotti chimici, insostituibili compagni d'avventura.
Il valore assoluto di un oggetto è stabilito dalle leggi di mercato ed è determinato in base al valore intrinseco dell'oggetto: per esempio una capsula di platino costa 3000 Euro, quel valore è dettato dal costo della materia prima e dal valore aggiunto conferito dalla lavorazione (a macchina o a mano) del pezzo di metallo.
Solitamente, entro i margini del guadagno, il valore assoluto coincide con il prezzo o costo che il venditore chiede all'acquirente.
Il valore relativo è invece il valore economico o non economico (affettivo, d'urgenza, utilità, ecc.) che l'acquirente stabilisce per un oggetto e che è disposto a tramutare in denaro (o in altre merce, in caso di baratto) da offrire al venditore.
Quando ci accingiamo a fare un acquisto dobbiamo valutare sempre entrambi questi due valori (assoluto e relativo): altrimenti si commettono errori nell'acquisto.
Tanto per stare sul concreto analizzerei con voi l'offerta fatta nel mercatino circa uno stock di vetreria nuova molto varia, proprosta a 100 Euro forfettarie.
Se analizziamo il valore assoluto, la cifra richiesta dal venditore può anche essere corretta. Quindi se ci si fermasse qui, potremmo dire: Ok, è un buon affare.
In realtà, dal punto di vista del valore relativo, siamo molto lontani da quella cifra. Dico questo perchè, pur grossolanamente, conosco le esigenze degli utenti di questo forum. Per molti di voi, avere una bella bottiglia di Drechsel con setto poroso, o una coppia di tubi a bolle di Meyer, o ancora una coppia di gorgogliatori per gas con rubinetto, ecc. a che servirebbe? Si tratta di parti di strumentazione complessa, parti di ricambio quindi, che spurie servono a nulla o quasi.
Ecco che se si fa una disamina di questo tipo si vede chiaramente che il valore relativo è quasi zero e l'affare, tanto affare poi non è!
Chiaro, è una questione soggettiva, legata alle proprie esigenze, alle proprie necessità.
Magari a uno di voi, proprio ieri, si è rotto il tubo di Meyer, così non può più usare il suo apparecchio e non può determinare il tenore di carbonio negli acciai. Cazzolina! Allora Il valore relativo sale vertiginosamente e l'offerta in oggetto ritorna ad essere vantaggiosa.
Spero di essermi spiegato.
Quando uno deve avviare un piccolo laboratorio casalingo, DEVE mirare a vetreria di ampio utilizzo, quella comune (beute, provette, cilindri, bicchieri, pipette, ecc.) e soltanto in un secondo tempo, se ne avrà l'utilità, si dedicherà a spese più folli (palloni, refrigeranti, capsule, matracci, ecc.). Inoltre mai perdere di vista la necessità, quella sì urgente e pressante, di acquistare prodotti chimici, insostituibili compagni d'avventura.
*** Cercar di far bene e non di far molto. (A. L. Lavoisier) ***