2014-02-26, 22:35
Ci occupiamo stavolta del bismuto, metallo dalle proprietà assai insolite.
La sua ricerca qualitativa può essere eseguita con semplici reattivi inorganici come lo ioduro di potassio.
E' noto che aggiungendo un eccesso di KI a soluzioni acide (1N di acido solforico) contenenti bismuto si forma una colorazione gialla (per basse concentrazioni di Bi) o arancia per soluzioni non troppo diluite.
Si ammette la formazione dell'anione complesso tetraiodobismutato(III):
Bi2(SO4)3 + 8KI + H2SO4 ==> 2HBiI4 + 4K2SO4
Il complesso può essere estratto in acetato di etile con colorazione giallo-arancia (per basse concentrazioni di Bi).
Quanto detto può venire sfruttato per una determinazione quantitativa spettrofotometrica, come si evince dai diagrammi sotto riportati:
![[Immagine: obra6qzh6d9g04f7ly5_thumb.jpg]](http://uptiki.altervista.org/_altervista_ht/obra6qzh6d9g04f7ly5_thumb.jpg)
Ecco come si opera in pratica:
Reagenti:
- KI in polvere
- potassio metabisolfito in polvere, K2S2O5
Procedura:
Il campione viene portato a fumi bianchi in presenza di poco acido solforico. Poi lo si diluisce con acqua fino a che raggiunga una concentraxione 1N come H2SO4. Se ne preleva un'aliquota da 25 mL e, dopo averla trasferita in un beker da 50 mL, si aggiunge una piccola punta di spatola di K2S2O5, si mescola bene, poi ancora 0,3 g di KI.
In presenza di bismuto si ottiene una colorazione gialla.
Concentrazioni fino a 20 ppm di Bi possono esere misurate con cuvette da 10 mm di cammino ottico sfruttando la lunghezza d'onda nel visibile a 460 nm. Una maggiore sensibilità si ha però misurando nel vicino ultravioletto a 337 nm. In questo caso la massima concentrazione ammessa è di circa 4 ppm di Bi.
Sensibilità ancora più grandi si raggiungono estraendo con 20 mL di acetato di etile e misurando a 362 nm. In quest'ultimo caso l'intervallo di misurazione è 0-1,5 ppm.
Per quanto di semplice esecuzione, il metodo descritto presenta alcune interferenze. Per esempio il piombo se in grande eccesso, il quale ha l'effetto di trattenere parte del bismuto nel precipitato di PbI2. Il rame e l'argento precipitano come ioduri e questo comporta la necessità di filtrare la soluzione. Il cadmio e il mercurio sottraggono ioduri per formazione di complessi stabili, pertanto la loro presenza deve essere limitata. L'antimonio e lo stagno non devono superare le 200 ppm.
saluti
Mario
La sua ricerca qualitativa può essere eseguita con semplici reattivi inorganici come lo ioduro di potassio.
E' noto che aggiungendo un eccesso di KI a soluzioni acide (1N di acido solforico) contenenti bismuto si forma una colorazione gialla (per basse concentrazioni di Bi) o arancia per soluzioni non troppo diluite.
Si ammette la formazione dell'anione complesso tetraiodobismutato(III):
Bi2(SO4)3 + 8KI + H2SO4 ==> 2HBiI4 + 4K2SO4
Il complesso può essere estratto in acetato di etile con colorazione giallo-arancia (per basse concentrazioni di Bi).
Quanto detto può venire sfruttato per una determinazione quantitativa spettrofotometrica, come si evince dai diagrammi sotto riportati:
![[Immagine: obra6qzh6d9g04f7ly5_thumb.jpg]](http://uptiki.altervista.org/_altervista_ht/obra6qzh6d9g04f7ly5_thumb.jpg)
Ecco come si opera in pratica:
Reagenti:
- KI in polvere
- potassio metabisolfito in polvere, K2S2O5
Procedura:
Il campione viene portato a fumi bianchi in presenza di poco acido solforico. Poi lo si diluisce con acqua fino a che raggiunga una concentraxione 1N come H2SO4. Se ne preleva un'aliquota da 25 mL e, dopo averla trasferita in un beker da 50 mL, si aggiunge una piccola punta di spatola di K2S2O5, si mescola bene, poi ancora 0,3 g di KI.
In presenza di bismuto si ottiene una colorazione gialla.
Concentrazioni fino a 20 ppm di Bi possono esere misurate con cuvette da 10 mm di cammino ottico sfruttando la lunghezza d'onda nel visibile a 460 nm. Una maggiore sensibilità si ha però misurando nel vicino ultravioletto a 337 nm. In questo caso la massima concentrazione ammessa è di circa 4 ppm di Bi.
Sensibilità ancora più grandi si raggiungono estraendo con 20 mL di acetato di etile e misurando a 362 nm. In quest'ultimo caso l'intervallo di misurazione è 0-1,5 ppm.
Per quanto di semplice esecuzione, il metodo descritto presenta alcune interferenze. Per esempio il piombo se in grande eccesso, il quale ha l'effetto di trattenere parte del bismuto nel precipitato di PbI2. Il rame e l'argento precipitano come ioduri e questo comporta la necessità di filtrare la soluzione. Il cadmio e il mercurio sottraggono ioduri per formazione di complessi stabili, pertanto la loro presenza deve essere limitata. L'antimonio e lo stagno non devono superare le 200 ppm.
saluti
Mario