Doratura del vetro

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Dott.MorenoZolghetti

2012-04-21 15:18

Dopo aver effettuato la pulizia chimica come appositamente indicato, si procede a riduzione chimica di un sale d'oro come segue.

Il pezzo lavato si passa in una soluzione acquosa al 10% di idrossido di sodio e poi si risciacqua bene con acqua distillata.

Si preparano le seguenti soluzioni:

- oro tricloruro 1,3% in acqua (A);

- idrossido di sodio 5,5% in acqua (B);

- unire 50 g di acido solforico conc. a 55 g di acqua distillata, 40 g di etanolo e 50 g di biossido di manganese. Scaldare la soluzione a b.m. bollente, facendo passare i vapori prodotti (acetaldeide) in 50 mL di acqua mista a ghiaccio, distillando fino al raddoppio del volume (100 mL).

A questi 100 mL aggiungere altri 100 mL di etanolo, 5 g di glucosio e 300 mL di acqua distillata (C).

Per la doratura si mescolano 4 volumi di soluzione A con 1 volume di soluzione B e 0,3 volumi di soluzione C. Dopo l'aggiunta di quest'ultima la soluzione diventa verde per la formazione di oro colloidale e va posta IMMEDIATAMENTE a contatto con la superficie da dorare. A temperatura ambiente la deposizione avviene dopo circa 30 minuti, dopo 90 min si ottiene uno specchio traslucido di color verde dorato e d dopo 150-180 min la doratura è praticamente completa.

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NaClO3

2012-04-21 20:38

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Per la doratura si mescolano 4 volumi di soluzione A con 1 volume di soluzione B e 0,3 volumi di soluzione C. Dopo l'aggiunta di quest'ultima la soluzione diventa verde per la formazione di oro colloidale e va posta IMMEDIATAMENTE a contatto con la superficie da dorare. A temperatura ambiente la deposizione avviene dopo circa 30 minuti, dopo 90 min si ottiene uno specchio traslucido di color verde dorato e d dopo 150-180 min la doratura è praticamente completa.

Come mi piacerebbe vedere codesto specchio traslucido verdastro dorato.....

Dal lontano 1890, dal libro: La piccola Chimica, nelle arti, nell'industrie, nell'igiene e nell'economia domestica; spiegata alla buona al popolo ed ai giovanetti. (Tutto ciò dopo i due punti è il titolo!!!!)

Autore, P. Fornari III Edizione rifatta.

Edito da Giacomo Agnelli, Via Santa margherita 2, Milano 1890.

Doratura a fuoco-

Si puliscono ben bene i pezzi da indorare, e con un'amalgama d'1 p. d'oro e 2 p. di mercurio ne frega la superficie. Dipoi al fuoco vivo si fa volatilizzare lo mercurio. L'oggetto rimane così coperto d'un sottilissimo strato d'oro, che si rende poi brillante fregandolo col brunitojo.

Doratura per immersione-

Gli oggetti ben puliti si tuffano in un bagno di nitrato di mercurio, si levano e si immergono in un bagno bollente di cloruro d'oro e carbonato di potassio o sodio

Doratura a cencio-

Si inzuppano cenci di tela in una soluzione di cloruro d'oro, che, asciugati, si inceneriscono. Con un tappo di sovero, immerso in questa cenere, si strofina forte il metallo stato prima bene pulito. Si rifinisce il lavoro col brunitojo

L'indoratura a fuoco è assai nociva alla salute degli operaj, per i vapori mercuriali. In parigi nel 1842 di 111 indoratori 24 erano infermi e 10 erano caduti malati. - La doratura a cencio è superficiale assai.

L'ndoratura galvanica o elletro-chimica[Sup]1-

La corrente elettrica decompone i sali, per modo che l'ossigeno va al polo positivo e il metallo si depone a poco a poco a poco al polo negativo. Su questo fatto fondasi la doratura galvanica.

In un vase (fig.23), non metallico, nè altrimenti conduttore, si metta una soluzione composta di 1 gramma di cloruro d'oro e di 10 di cianuro di potassio[Sup]2, disciolti in 200 di acqua. Sul vaso si dispongono due bastoncini di metallo, B e D, i quali comunichino coi reofori di una pila, Q. Al bastoncino del polo negativo, B, si appendano gli oggetti metallici da indorare, stati prima ripuliti e detersi da ogni lordura. All'altro bastoncino (polo positivo), D, si aggiunga una lamica, C, d'oro. - Per l'azione della pila il sale di oro si scompone, e in poche ore il metallo ricopre l''oggetto che è al polo negativo.

(1)Fu scoperta dal Bruganelli, allievo del Volta, nel 1803

(2)Questo sale è un potente veleno. Operando per assorbimento, basta una scalfitura nella pelle, a produrre grave male ed anche la morte

Ovvio, qui si parla d'ndorare oggetti sia di metallo che oggetti non di metallo ma comunque resistenti a fuoco e soluzioni caustiche.

Metto un'immagine, che penso faccia solo piacere.

Indoratura.jpg
Indoratura.jpg

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Max Fritz

2012-04-25 13:31

(Dott. porta pazienza, prima e dopo aver letto!! O:-) ) Vi avviso che con la formaldeide non funziona, è stato un gran fiasco asd

Dott.MorenoZolghetti

2012-04-25 20:18

Max Fritz ha scritto:

(Dott. porta pazienza, prima e dopo aver letto!! O:-) )

Vi avviso che con la formaldeide non funziona, è stato un gran fiasco asd

Perchè hai usato la formaldeide? Lo sa pure mia nonna che non va bene.

Hegelrast

2012-08-11 17:55

Houston, abbiamo un problema.

O meglio, avrei tanto voluto mostrare domani, come degna celebrazione della chiusura delle Olimpiadi una bellissima foto di tre provette, una ramata, una argentata e una dorata (con i metodi proposti dal dottore) a rappresentare le medaglie di cui i nostri atleti han fatto incetta. Peccato che negli ultimi giorni ho incontrato difficoltà *insormontabili* nella realizzazione della doratura.

Vi descrivo il risultato fallimentare in modo da chiedervi qualche suggerimento operativo.

1) Come ho già scritto nel post sulla ramatura, non avevo oro a disposizione… Ma dopo lunghe (non lunghissime) peripezie me ne sono procurato una piccola quantità, cioè una maglia rotta di una catenina, che ho diviso in 6 pezzettini da poche decine di mg ciascuno. Ho quindi seguito la procedura postata da MaxFritz sulla preparazione del cloruro di Au(III) usando uno di questi pezzettini (85 mg di oro): attacco in acqua regia, estrazione con etere, rimozione del solvente, riscaldamento fino a decomposizione. Ho condotto la decomposizione in provetta su fiamma libera, probabilmente questo è il passaggio più incerto. Infine ho sciolto tutto in circa 10 mL di acqua, ottenendo una soluzione (giallo brillante) con un po’ di solido sul fondo (poco), probabilmente Au puro derivato dalla eccessiva decomposizione dell’HAuCl4. Questa soluzione, in teoria, dovrebbe avere la stessa composizione della soluzione A richiesta dalla procedura (AuCl3 1.3%, cioè 0.13 g di AuCl3 in 10 mL). O tutt’al più una concentrazione un po’ inferiore se qualche passaggio non è andato a buon fine.

2) Ho provato anche a ripetere da capo e usare la soluzione ottenuta sciogliendo direttamente l’acido cloroaurico (dopo estrazione con etere e rimozione del solvente), ma il risultato è stato esattamente lo stesso, descritto sotto.

3) Ho avuto anche un esito inatteso nella preparazione della soluzione C: dopo la distillazione dell’acetaldeide si ottiene una soluzione lattiginosa, come se un’altra fase liquida volesse separarsi, cosa che mi lascia molto perplesso visto che l’acetaldeide è miscibile con l’acqua in tutte le proporzioni… La soluzione rimane “torbida” dopo l’aggiunta di glucosio, diventa limpida aggiungendo EtOH, e ridiventa diventa torbida dopo l’aggiunta finale di acqua. Ho ripetuto due volte la procedura con il medesimo risultato. Sono certo che l’acetaldeide si forma in grande quantità perché ne riconosco l’odore, ma perché sembra smiscelare in H2O? L’unica sostanza affine non miscibile è l’acetato di etile che “potrebbe” formarsi se l’acetaldeide si ossida ulteriormente ad acido acetico il quale si esterifica con l’etanolo. In ogni caso non dovrebbe succedere, e comunque l’acetaldeide è abbondante di certo…

Risultato:

Aggiungendo la soluzione di oro a quella di soda si ottiene immediatamente intorbidamento e precipitazione di un solido verde scuro, che sembra diventare nero appena si aggiunge la “soluzione” di acetaldeide. Sul vetro si deposita un piccolissimo quantitativo di materiale che appare violaceo ed è solubile SOLO in acqua regia, non in HNO3 conc., quindi probabilmente oro. Il problema è che siamo MOLTO lontani da uno strato continuo di colore dell’oro.

Queste sono alla fine le domande che mi restano, prima di poter fare altri esperimenti con il poco oro che mi rimane:

- Che aspetto devono avere le soluzioni A e C? Mi attenderei la prima giallo brillante e la terza incolore limpida, se non è cosi sono fuori strada…

- AuCl3 deve essere privo di HAuCl4 oppure entrambi vanno bene? Me lo chiedo dato che (come scrive Max nel suo post) è difficilissimo ottenere AuCl3 privo di HAuCl4.

- E’ normale che la soluzione A unita alla B dia già luogo a un precipitato… immagino di no…

- Perché ci vogliono sia acetaldeide che glucosio? Non è sufficiente un’aldeide come riducente?

Per favore, se qualcuno ha suggerimenti operativi scriva! asd asd asd

A presto!

Max Fritz

2012-08-12 15:55

AuCl3 lo si potrebbe purificare per sublimazione in corrente di cloro, e in realtà la stessa decomposizione di HAuCl4 sarebbe da fare in queste condizioni per evitare decomposizioni, tuttavia se hai operato in provetta queste dovrebbero essere già più limitate. Volendo essere pratici, ad ogni modo, una sol. di HAuCl4 comporterebbe "solo" la necessità di abbondare un po' di più con NaOH, se il pH per la doratura fosse critico... quindi io farei i calcoli opportuni e poi una prova utilizzando il cloroaurico (magari pesato e confrontato con l'oro utilizzato per prepararlo, di modo da calcolare l'HCl aggiuntivo rispetto all'AuCl3 corrispondente) e un eccesso di NaOH tale da neutralizzare la quantità di HCl calcolata. In questo modo, almeno, dovresti poter escludere che il problema stia nella sol. A. Se anche così non dovesse funzionare, eviterei quella noiosa preparazione dell'acetaldeide, utilizzando il reagente puro (e, di nuovo, calcolando quanto ne è richiesto in base ai reagenti usati) e scavalchiamo anche il problema del liquido lattiginoso e tutto il resto.

Hegelrast

2012-08-13 19:40

Max Fritz ha scritto:

io farei i calcoli opportuni e poi una prova utilizzando il cloroaurico

[...]

Se anche così non dovesse funzionare, eviterei quella noiosa preparazione dell'acetaldeide, utilizzando il reagente puro

Sì, la prova con il cloroaurico l'avevo fatta (punto 2 nel post precedente) e mi sono dimenticato di dire che avevo anche neutralizzato la soluzione prima di proseguire, però non ha funzionato comunque... Un aspetto sicuramente critico che mi hai fatto notare è che dovrei "confrontare" se effettivamente il quantitativo di oro rimasto corrisponde alla partenza... Provvederò. :-D

Quanto all'acetaldeide, non dispongo del reagente puro, ma potrei usare la soluzione con un po' meno acqua aggiunta, in modo che rimanga limpida.

A questo proposito - tra l'altro - mi era venuta anche una curiosità, per quanto ha scritto il dottore:

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Perchè hai usato la formaldeide? Lo sa pure mia nonna che non va bene.

Perché in questo caso la formaldeide non va bene? Non riesco a immaginare il motivo (che non dubito esista, eh!! :-D).

Inoltre questo sito http://angelgilding.com vende kit per la metallizzazione del vetro e se guardate sotto MSDS, le schede dei prodotti della doratura indicano che la soluzione riducente contiene formaldeide. Probabilmente in quel caso si sfrutta una chimica diversa, ma sarebbe in ugual modo interessante.

[@Dott.Zolghetti = ma la nonna è la stessa che ha fornito i denti d’oro? asd asd asd]

...

I seguenti utenti ringraziano Hegelrast per questo messaggio: Mario

Mario

2012-08-13 19:57

Molto interessante il sito che ha segnalato.

Evidentemente la loro nonna è piuttosto ignorante.asd

Leggo inoltre che la formaldeide è pure usata per ottenere lo specchio di rame e questo senza usare idrazina.

saluti

Mario

Dott.MorenoZolghetti

2012-08-13 21:12

Sono certo che VOI avrete ottimi risultati anche con un peto. In effetti ha proprietà riducenti. Tutto sta nel trovare le giuste proporzioni tra aria introdotta e aria espulsa. L'ordine dell'orifizio è tranquillamente invertibile.

asd

Hegelrast

2012-08-17 23:24

Dott.MorenoZolghetti ha scritto:

Sono certo che VOI avrete ottimi risultati anche con un peto. In effetti ha proprietà riducenti. Tutto sta nel trovare le giuste proporzioni tra aria introdotta e aria espulsa. L'ordine dell'orifizio è tranquillamente invertibile.

asd

Eddai!!! Non fate polemica, per favore... :-P :-P :-P non è certo mio interesse "orinare nelle preparazioni" del dottore (come scritto da altri e altrove :-D :-D :-D ) ma seriamente mi chiedevo perchè l'acetaldeide va bene e la formaldeide no!!

Comunque, tornando al problema, ho fatto la prova come suggerito da Max, facendo anche un ulteriore passo indietro, cioè: dopo la dissoluzione in acqua regia, ho diluito in acqua l'acido cloroaurico senza nemmeno estrarre con etere (con la conseguenza di portarsi dietro eventuale rame presente - l'argento no perchè il precipitato di AgCl si vedeva e l'ho rimosso) e infine ho neutralizzato tutto prima di aggiungere le due soluzioni.

Indovinate un po'? Ho ottenuto ancora lo stesso identico risultato!!

Se il dottore ha qualche reminiscenza del giorno tempestoso (sicuramente una domenica!!) in cui ha provato questa procedura, gli sarei grato se volesse raccontare... O_o O_o O_o

E a questo punto pregherei anche chi dispone dei reagenti e del tempo, di provare. Io sono "estremamente" vicino alla resa.

Max Fritz

2012-08-18 12:42

Io purtroppo non dispongo del biossido di manganese nella quantità necessaria, dovrei procurarmelo... Non ho nemmeno l'acetaldeide già pronta. Per il resto non ci sono problemi. Quando avrò tutto (spero a breve, a questo punto) vi farò sapere ;-)