Due macchine ozono per sanificazione mascherine

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adrjork

2020-07-01 18:58

Buongiorno, non sono un chimico, ma non trovo informazioni attendibili da nessuna parte.

La mia domanda riguarda le specifiche di due macchine per l'ozono che metto a confronto al fine di capire quale sia maggiormente consigliabile per la sanificazione di oggetti dai virus (in particolare penso alla sanificazione delle mascherine ffp3, anche con valvola).

Le macchine sono:

A) CoolCLAVE Plus Ozone & UV Sterilizer (QUI);

B) Ozone Generator/Box (http://ieccstore.emioweb.it/negozio/dispositivi-covid-19/ozone-box.html#item-descriptionQUI).

La parte “chimica” della domanda riguarda appunto le specifiche delle due macchine:

A) Nel caso della CoolCLAVE, si parla di una concentrazione di 24 ppm raggiunta dopo una rampa di 30 min. (a cui seguono altri 40 min. per riportare il vano a 1 ppm). Questo prodotto combina l'azione UV all'azione dell'ozono (anche se non è chiaro se l'ozono prodotto sia limitato a quello ottenuto grazie ai raggi UV-C);

B) Nel caso dell'Ozone Generator/Box, è dichiarata una concentrazione di 600 mg/m3!!! Ora, se ho fatto bene i conti, i 24 ppm della CoolCLAVE dovrebbero corrispondere a circa 50 mg/m3. Quindi, almeno sulla carta, la concentrazione dell'Ozone Generator è MOLTO maggiore di quella dell'AutoCLAVE.

Tuttavia, secondo il documento http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1514_allegato.pdfPARERE DEL CNSA SUL TRATTAMENTO CON OZONO DELL’ARIA NEGLI AMBIENTI DI STAGIONATURA DEI FORMAGGI, per inattivare i virus basterebbero solo 4 ppm per un ciclo di 20 min.

Quindi la mia domanda è: considerando che entrambe le macchine producono ppm sufficienti ad inattivare i virus, è meglio andare su una macchina che produce concentrazioni molto maggiori, oppure su una macchina che unisce all'ozono l'azione dei raggi UV?

(Anticipo che la ditta produttrice della CoolCLAVE, pur precisando che la sanificazione delle mascherine esposte a virus tipo Covid19 non è specificamente contemplata per il CoolCLAVE, ha anche ammesso tramite email che le loro macchine sono ultimamente utilizzate anche con questo scopo, e con buoni risultati, infatti dicono che è possibile sanificare le mascherine anche fino a 10 volte.)

Grazie in anticipo per le Vostre risposte.

comandantediavolo

2020-07-01 20:10

Non so cosa tu stia cercando,ma questi due apparati sono generatori " IN BOX" ,generano ozono in un volume chiuso ,utile per sterilizzare al massimo pipette,guanti,ferri chirurgici o utensili e anche mascherine naturalmente, a mio parere sono entrambi ottimi apparecchi, ma protenderei per quello che usa anche gli UV-C nello spettro dei 100/200 nm , offre una sterilizzazione sicuramente più profonda!

adrjork

2020-07-01 23:42

Carissimo Comandante, grazie della risposta. È molto interessante la tua risposta, soprattutto rispetto alla preferenza della macchina con gli UV-C.

Il mio dubbio (non avendo io competenze specifiche) è questo: producendo entrambe le macchine una concentrazione di ozono sufficiente (almeno sulla carta) ad aggredire i virus, la differenza la fanno i raggi UV-C della CoolCLAVE, ma questo potrebbe essere un vantaggio oppure uno svantaggio... Mi spiego: i raggi UV-C sanitizzano solo ciò che colpiscono, e per quanto nel box si collochino più lampade o pareti riflettenti, una mascherina non verrà mai colpita in ogni sua piega, resterà sempre qualche zona in ombra (mentre invece l'ozono dovrebbe garantire una sanitizzazione “capillare” essendo capace di penetrare ogni piega). Quindi la presenza degli UV (aggiunta all'ozono) potrebbe costituire (nel caso delle mascherine) più uno svantaggio che altro: gli UV sarebbero infatti responsabili del deperimento delle plastiche (la valvola, gli elastici).

Quindi gli scenari potrebbero essere 2 ed opposti:

1. È meglio avere sia O3 che UV perché insieme offrono una sterilizzazione più profonda;

2. È meglio avere solo O3 perché più efficace per oggetti “piegati”, e anche perché gli UV deperiscono le plastiche.

Secondo voi quale delle due affermazione è più corretta?

Grazie ancora.

comandantediavolo

2020-07-02 10:36

La uno,senza ombra di dubbio; i raggi UV-C non deteriorano le plastiche a meno che non le lasci esposte per periodi molto lunghi, al più possono decolorarle in parte, e sono altresì efficaci anche su oggetti di forma non regolare e posso dartelo per certo.

Sono lampade specifiche ,che utilizzano all'interno i vapori di mercurio e un filtro di Wood per emettere nella banda 100 / 200 nm , questa radiazione spezza i legami delle molecole del DNA ,per questo motivo hanno azione germicida ,e presentano quando non adeguatamente schermate, pericoli per ogni forma di vita, ma non è il caso dell'apparecchio in questione.

Spero di aver chiarito qualche dubbio !

adrjork

2020-07-02 13:25

Sei stato gentilissimo e chiaro. Tuttavia ricevo risposte talmente discordanti da lasciarmi vari dubbi. Oggi, ad esempio, ricevo una risposta dalla sasautomazioni a proposito dei loro nuovi box all'ozono: il responsabile mi dice che hanno preferito l'ozono rispetto agli UV-C perché questi ultimi «rendevano le mascherine inutilizzabili». Vado per punti: 1. La Genlantis (quelli del CoolCLAVE O3+UV da 24ppm) dice che effettivamente le mascherine si degradano (causa sia di O3 che di UV-C) ma il degrado è contenuto, e le mascherine possono tollerare 10 cicli prima che il degrado le renda inutilizzabili; 2. La CNSA dichiara che il solo-ozono è efficace per la sola “inattivazione” dei virus, non per la sua distruzione (cioè il virus resta sulle superfici, ma non riesce più ad attaccare i tessuti umani); 3. Alla luce dei punti 1 e 2, penso sia più sicuro sterilizzare le mascherine con un box O3+UV (CoolCLAVE) per via della doppia azione sterilizzante: l'O3 inattiva il virus e in più gli UV-C dovrebbero distruggerlo. Questa convinzione mi viene confermata in questo forum (ComandanteDiavolo); 4. La SAS (nuovi box solo-ozono da 10ppm) afferma l'opposto: dice che il degrado sulle mascherine c'è eccome, è causato dai soli UV-C e non dall'O3, e pare di capire che è tale da rendere inutilizzabili le mascherine già dopo un primo ciclio. Quindi secondo loro l'unica sanitizzazione possibile per le mascherine dev'essere fatta con un box di solo-ozono; 5. Sul degrado: che un qualche degrado-per-ciclo sulle mascherine ci sia è confermato sia da Genlantis che da SAS, con l'unica differenza che per Genlantis non si tratta di un degrado compromettente se non dopo il decimo ciclo, mentre per SAS il degrado è inaccettabile sin da subito; 6. Sull'efficacia di O3 vs O3+UV: né Genlantis né SAS (né nessun altro) sembra avere dati di laboratorio in mano che provino l'effettiva efficacia virucida dei loro box! Sembra che nessuno abbia preso una mascherina ben “condita” con coronavirus e abbia verificato l'inattivazione o la distruzione del virus. Resta il fatto che almeno Genlantis è una ditta che dichiara di produrre per i laboratori (quindi dovrebbe godere di una certa affidabilità), mentre SAS si è buttata nel mercato dei sanitizzatori solo quest'anno (ma questo non significa necessariamente che non siano seri!) ...Quindi brancolo ancora nel buio dell'incertezza...

adrjork

2020-07-03 15:58

Aggiornamento: ho studiato... Le mie fonti principali sono 3 pubblicazioni + un rapporto recente dell'ISS:  1. Disinfection of N95 Respirators with Ozone (2020, Manning et al.); 2. Inactivation of Influenza Virus by Ozone Gas (2009, Tanaka et al.); 3. Inactivation of Bacillus spores by gaseous ozone (1986, Ishizaki et al); 4. Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19 (2020, Draisci et al. ISS) Ecco cosa salta fuori: in Tanaka 2009 si legge «When the ozone gas concentration was 20 ppm, 99.999% of the influenza virus was inactivated after 2.5 hours of fumigation, and when the ozone concentration was 10 ppm, not less than 99.99% of virus was inactivated after 3.5 hours of fumigation.» L'esperimento è stato condotto con un piccolo box da 160 litri portato a 65% di umidità. L'umidità sembra essere un dato chiave perché in Ishizaki 1986 si legge «Inactivation rates increased with increasing exposure r.h. while no significant inactivation was attained at a r.h. of 50% or below» (aspetto confermato anche in Manning 2020). Ne consegue che affinché i box all'ozono siano efficaci dovrebbero raggiungere concentrazioni di almeno 10-20 ppm e mantenerle per circa 3 ore in un ambiente a umidità controllata. NESSUNO dei box in commercio ha queste specifiche: per tutti il tempo massimo di ogni ciclo sanitizzante è mezz'ora, e non c'è alcun controllo dell'umidità! Ma quindi non servono ad una mina? Nemmeno il CoolCLAVE da 1000€? Ma allora come si risolve? Bisogna farsi il box in casa col meccano? Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie mille.

comandantediavolo

2020-07-03 16:38

Per quello che ero incline a scegliere un apparato dotato di lampada UV-C germicida; l'ozono ha bisogno di un ambiente con umidità adeguata per svolgere la sua azione sanificante e questo potrebbe compromettere la successiva capacità di generare una carica elettrostatica atta ad attrarre i microorganismi ,ma ha una forte capacità inattivante per i virus, anche se la durata di esposizione dev'essere abbastanza lunga.

Le lampade UV-C hanno dalla propria una capacità di "distruggere" il DNA dei virus , la loro azione è indifferente alla % di umidità ,per questo sono sempre più utilizzate anche nei presidi ospedalieri come lampade fisse e ultimamente anche come colonnine che sono trasportate per i reparti irraggiando gli ambienti da sanificare.

I casi sono tre: o riesci a trovare un apparato che faccia al tuo caso , o fumighi con formaldeide [Tossico] [Perocoloso per la salute] [Corrosivo] ,così avrai la sicurezza totale e assoluta di avvenuta sterilizzazione , o trovi qualche mg di Cobalto-60 [radioattivo]   :-D :-D :-D .

Roberto

2020-07-03 20:50

verso i primi di marzo quando la mancanza di mascherine era patologica, mi ero autocostruito questo generatore di ozono ad alta tensione con 5 mascherine ho passato quasi 3 mesi....

febbraio.jpg
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adrjork

2020-07-04 07:25

Grazie ad entrambi per le risposte. Ho provato a pensare un ozonizzatore DIY, e mi son venuti 2 scenari. Il primo scenario: 1. Scatola ermetica trasparente da 15L cm 35 x 25 x 15 (tipo QUESTA); 2. Per fare umidità, sul fondo metto uno straccio bagnato oppure sabbia bagnata; 3. Sopra al fondo umido piazzo un vassoietto rovesciato (tipo QUESTO); 4. Sopra al vassoietto rovesciato metto la mascherina da disinfettare e un powerbank a 2 prese USB (tipo QUESTO); 5. Ad una presa attacco un CPAP-cleaner all'ozono in modalità continua (tipo QUESTO); 6. All'altra presa attacco un O3-meter (tipo QUESTO); 7. Infine un piccolo igrometro (tipo QUESTO) e controllo che l'umidità segni almeno 65%. Poi faccio andare tutto finché l'O3-meter non segna 20ppm, e da quel momento lascio correre per altre 3 ore. Al termine porto la scatola in giardino, apro e spengo tutto. Il secondo scenario è più ipotetico: è simile al precedente, ma userei una scatola più grande e cercherei di infilarci dentro tutto intero un generatore di ozono un po' più serio (tipo QUESTO). Però dovrei fare un buco nella scatola per far passare il cavo, e così mi si complicano le cose...

adrjork

2020-07-04 11:03

Scusate se faccio una domanda proprio da profano...

Mi ha risposto la IECCStore descrivendomi il loro generatore con box trasparente (QUESTO). Il loro generatore rimane esterno, e nel box ermetico ci entra giusto la cannula che parte dal generatore.

A me sta cosa non quadra molto: se la scatola è ermetica e io ci infilo la cannula che inietta l'ozono, bene o male sto sempre iniettando altra aria dove ce n'era già! Mi sbaglio? Come fa a starci nuova aria ozonata in uno spazio NON vuoto ed ermetico? (È una domanda molto scema?)

Secondo me avrebbe avuto molto più senso che il generatore fosse anch'esso all'interno del box (il generatore prende l'aria che ha intorno e la trasforma in ozono, e lo stesso farebbe dentro il box! Semplicemente lo saturerebbe in un frazione di tempo.)

Roberto

2020-07-04 13:12

Tutti i generatori di O3 che siano belli o brutti, economici o costosissimi, sono egualmente fatti allo stesso modo,  A scarica di alta tensione tra due armature inossidabili o   B Luce ultravioletta con frequenze minori di 200nm   C entrambi i sistemi per ottenere una maggior resa si aumenta la superficie di scambio aria -aria attraverso griglie spugnose e si forza l'aria attraverso esse con  una ventilazione forzata. Tutto qui. Quindi non occorre che tutto l'ozonizzatore sia all'interno del box (fra l'altro esponendo a ossidazione le parti elettroniche) ma basta che lo siano le parti che l'ozono emettono, quindi solo la testa generatrice l'aria può essere messa in movimento da una ventola interna.  Il resto come strumentazione per %O3  o igrometri ... se servono.... si possono aggiungere in seguito.

adrjork

2020-07-04 18:41

Grazie infinite della riposta, Roberto.

Quello che continuo a non capire è: se noi nella scatola ermetica (dove nulla esce, e dove c'è già aria) facciamo entrare la sola parte erogatrice dell'ozonizzatore (il tubicino che sputa aria ozonizzata), come fa a starci altra aria (quella che proviene dall'ozonizzatore) dentro la scatola stagna? Non diventa un palloncino pronto a scoppiare?

È vero che se l'ozonizzatore è dentro il box tenderà ad ossidarsi, ma il principio dovrebbe essere che l'ozonizzatore ozonizzi proprio l'aria all'interno del box? (Quindi nel box stagno non cambierebbe il quantitativo di gas, ma semplicemente cambierebbe il tipo di gas.)

Mi sbaglio?

comandantediavolo

2020-07-04 19:12

Roberto ha scritto:

verso i primi di marzo quando la mancanza di mascherine era patologica, mi ero autocostruito questo generatore di ozono ad alta tensione con 5 mascherine ho passato quasi 3 mesi....

:-D  sfruttare l'effetto corona per combattere il corona :-D  EPIC WIN

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Roberto

2020-07-05 20:05

adrjork ha scritto:

<<Quello che continuo a non capire è: se noi nella scatola ermetica (dove nulla esce, e dove c'è già aria) facciamo entrare la sola parte erogatrice dell'ozonizzatore (il tubicino che sputa aria ozonizzata), come fa a starci altra aria (quella che proviene dall'ozonizzatore) dentro la scatola stagna? Non diventa un palloncino pronto a scoppiare?>> Nel caso di una unità esterna che eroghi Aria ozonata in effetti si crea una pressione che in pochi minuti impedirebbe allo stesso gas di entrare quindi occorre al box un condotto di scarico posto alla parte opposta e porti all'esterno se si ha paura del "tremendo" gas oppure un foro  in uscita , tanto a queste minime concentrazioni l'ozono è meno brutto di quanto lo descrivono (anzi in minime dosi lo usano per le terapie con ossigeno) poi se si ci preoccupiamo basta aprire la finestra 20 minuti il gas comunque è instabile torna allo stato di ossigeno in pochi minuti. <<È vero che se l'ozonizzatore è dentro il box tenderà ad ossidarsi, ma il principio dovrebbe essere che l'ozonizzatore ozonizzi proprio l'aria all'interno del box? (Quindi nel box stagno non cambierebbe il quantitativo di gas, ma semplicemente cambierebbe il tipo di gas.)>> E' esatto la cosa migliore per me è ozonizzare l'aria all'interno e farla circolare a circuito chiuso, il gas in questo caso è l'aria e in particolare il suo contenuto di ossigeno (21%) che in piccola parte muta forma da O2 a O3  (e poi a O2+ O atomico) quindi non cambia la quantità ma la qualità infatti parliamo di aria ozonata e di quantità di 10-20 mg di O3 in un litro di aria (che sono già troppe) Per avere ozono in alte concentrazioni dovremmo partire da ossigeno puro e farlo riciclare più e più volte nel reattore fino alla scomparsa o quasi dell'ossigeno molecolare. Roberto.

adrjork

2020-07-06 13:49

Roberto ha scritto:

Nel caso di una unità esterna che eroghi Aria ozonata in effetti si crea una pressione che in pochi minuti impedirebbe allo stesso gas di entrare quindi occorre al box un condotto di scarico posto alla parte opposta

Infatti lo schema a pag.9 di QUESTO paper (c'è anche la foto a pag.25) mostra un box con 3 ugelli ordinati in verticale: più in basso (nascosto dai primi due) c'è la cannula dell'erogatore che entra nel box, mentre gli altri due ugelli che stanno sopra dovrebbero ricevere l'aria ozonizzata “in uscita” e riciclarla subito in ossigeno.

Roberto ha scritto:

la cosa migliore per me è ozonizzare l'aria all'interno e farla circolare a circuito chiuso, il gas in questo caso è l'aria e in particolare il suo contenuto di ossigeno (21%) che in piccola parte muta forma da O2 a O3 (e poi a O2+ O atomico) quindi non cambia la quantità ma la qualità infatti parliamo di aria ozonata e di quantità di 10-20 mg di O3 in un litro di aria (che sono già troppe) Per avere ozono in alte concentrazioni dovremmo partire da ossigeno puro e farlo riciclare più e più volte nel reattore fino alla scomparsa o quasi dell'ossigeno molecolare.

Quindi secondo te l'idea di usare una scatola stagna e piazzarci dentro un piccolo CPAP-cleaner che vada ininterrottamente per 2-3 ore (che ri-ozonizzi di continuo sempre la stessa “aria”) è effettivamente una buona idea? (Voglio dire: può andar già bene, oppure è necessario provare a realizzare il box del paper a regola d'arte?)

Roberto

2020-07-06 21:19

adrjork ha scritto:

Quindi secondo te l'idea di usare una scatola stagna e piazzarci dentro un piccolo CPAP-cleaner che vada ininterrottamente per 2-3 ore (che ri-ozonizzi di continuo sempre la stessa “aria”) è effettivamente una buona idea? (Voglio dire: può andar già bene, oppure è necessario provare a realizzare il box del paper a regola d'arte?)

Dipende dall' uso che ne vuoi fare e se sei condizionato da determinati livelli di O3 e umidità specifici opterei per la seconda ipotesi, se ti basta un ambiente ossidante non controllato utile al solo abbattimento di cariche batteriche e virali senza l'uso di procedure obbligatorie standard (certificazioni ecc) ma solamente per uso personale, può andare benissimo la prima e più economica soluzione.

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