Salve ho un dubbio su questo esercizio, in quanto stavo procedendo al suo svolgimento utilizzando le moli ma alcuni miei colleghi universitari mi hanno riferito che il professore preferisce l'utilizzo delle pressioni. I miei dubbi oltre che sui risultati diversi della kc risiedono anche sulla proporzione fatta su O2 a partire dai prodotti.k
In un recipiente di volume 5,00 litri inizialmente vuoto alla temperatura di 300°C vengono iniettare 4,00 moli di NO e 2,00 moli di NO2.
2NO+O2=2NO2
Ad equilibrio raggiunto la pressione risulta parti a 60,00atm. Determinare costante di equilibrio Kc.
(2022-10-10, 12:39)Rossella Ha scritto: Salve ho un dubbio su questo esercizio, in quanto stavo procedendo al suo svolgimento utilizzando le moli ma alcuni miei colleghi universitari mi hanno riferito che il professore preferisce l'utilizzo delle pressioni. I miei dubbi oltre che sui risultati diversi della kc risiedono anche sulla proporzione fatta su O2 a partire dai prodotti.k
In un recipiente di volume 5,00 litri inizialmente vuoto alla temperatura di 300°C vengono iniettare 4,00 moli di NO e 2,00 moli di NO2.
2NO+O2=2NO2
Ad equilibrio raggiunto la pressione risulta parti a 60,00atm. Determinare costante di equilibrio Kc.
Cara Rossella, ho letto il tuo problema e ti rispondo al solito modo per cautelarmi su orrori chimici e di scrittura io non sono un esperto di questi settori ma sicuramente ti do un suggerimento giusto dopo aver visto la tua soluzione. Non puoi ipotizzare in partenza una mole di O2 perchè questo gas non ti viene dato nel testo devi costruirti una tabella all'equilibrio considerando solamente NO e NO2 e poichè manca un reagente il verso spontaneo del processo sarà da destra verso sinistra. Purtroppo ora non ho tempo di risolverlo numericamente nel caso che qualche persona non lo facesse una volta arrivato a casa tenterò di inviarti la soluzione. Un caro saluto, Ciccio
Come giustamente scrive Ciccio, il testo dice che inizialmente il reagente O2 è assente.
Ciao Luisa
Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”; il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”. (Primo Levi)