2010-12-31, 12:56
Visto il periodo festivo, mi è stato gentilmente regalato un piccolo forno a microonde guasto, prontamente smembrato con l'assistenza del collega che me l'ha offerto come cavia. Assieme ai classici componenti che fanno gola a tutti i pazzi dal cervello ossidato da ozono
(MOT, MOC, diodi HV, fusibili HV, GDT cores & Co) ce n'era un altro che fino ad ora era sempre riuscito a sfuggire dalle mie grinfie... vediamo se qualcuno intuisce subito dalla foto
:
Come si può vedere, si tratta di una banale lampada tubulare ad infrarossi da 115VAC 450W. Questi elementi riscaldanti sono costituiti da una resistenza interna avvolta a spirale (solitamente di tungsteno o altra lega metallica, come FeCrAl) e inserita in un invitante tubo al quarzo! Per allungare la vita dell'elemento, l'interno del tubo viene solitamente riempito con un gas inerte. Anche se questo non vale molto per quello in mio possesso, visto che le due estremità erano quasi aperte (O_o?!). Ecco cosa otteniamo dopo aver smembrato il paziente:
![[Immagine: pict0526k.th.jpg]](http://img694.imageshack.us/img694/7796/pict0526k.th.jpg)
A sinistra si vede il tubo al quarzo (un po' sporchetto) privato della resistenza interna. Per chi non conoscesse il materiale, ecco una lettura semplice e leggera >>> http://en.wikipedia.org/wiki/Fused_quartz
Le caratteristiche più importanti sono notevole resistenza al calore e agli sbalzi termici, agli agenti chimici (HF a parte) e trasparenza alla maggior parte delle radiazioni luminose. Ho sentito dire che ci sono delle particolari reazioni chimiche che necessitano di tubi al quarzo, spesso molto costosi e di difficile reperibilità... io adesso ne possiedo due, non so ancora cosa farci, ma almeno sono costati nulla
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A destra invece possiamo ammirare la resistenza elettrica prima contenuta nel tubo. Il materiale è ancora sconosciuto... probabilmente sarà tungsteno, ma non ci metterei la mano sul fuoco
. Oltre ad essere un simpatico oggetto da usare come antistress (con me funziona), penso possa essere un valido pezzo per costruirsi un comodo riscaldatore. Io avevo pensato a questo: riempire un contenitore di vetro pyrex con dell'olio minerale e immergerci la nostra resistenza (magari sagomandola a ciambella). Al centro si posiziona il pallone, la beuta o quello che volete riscaldare. Si collega poi la resistenza ad un alimentatore a tensione variabile e idealmente abbiamo ottenuto un simpatico riscaldatore regolabile. Facendo due conti (e sperando che siano giusti
): il tester indica che il filamento ha una resistenza di circa 30 ohm; infatti se sguinzagliamo la legge di ohm, viene che con una tensione di 115VAC (quella riportata sul tubo), nel filamento passerà una corrente di 115VAC/30ohm= 3,8A. L'elemento dovrà quindi dissipare 115VAC*3,8A= 441W (sul tubo riporta 450W, direi che ci siamo). Ma nulla ci vieta di modificare la tensione fino ad ottenere il parametro a noi più utile. Tenendo poi la resistenza immersa in un bagno d'olio minerale, dovrebbe usurarsi piuttosto lentamente. In più credo che così facendo si riesca a ridurre la dispersione termica che invece si avrebbe usando una normale piastra elettrica (perchè magari le superfici non sono perfettamente pulite, la piastra è ossidata, non c'è un perfetto contatto ecc). Io ho lanciato la mia idea, che non è detto funzioni meglio di altri sistemi più abbordabili. Ad esempio non so quale tensione sia necessaria per iniziare ad avere degli effetti termici apprezzabili: se davvero bisognerà arrivare a tensioni di 115V o superiori, bisognerà tenere in considerazione anche la pericolosità della corrente... ma personalmente lo vedo come un problema risolvibile (facendo particolare attenzione agli isolamenti).
A voi la parola
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![[Immagine: pict0523.th.jpg]](http://img222.imageshack.us/img222/6707/pict0523.th.jpg)
Come si può vedere, si tratta di una banale lampada tubulare ad infrarossi da 115VAC 450W. Questi elementi riscaldanti sono costituiti da una resistenza interna avvolta a spirale (solitamente di tungsteno o altra lega metallica, come FeCrAl) e inserita in un invitante tubo al quarzo! Per allungare la vita dell'elemento, l'interno del tubo viene solitamente riempito con un gas inerte. Anche se questo non vale molto per quello in mio possesso, visto che le due estremità erano quasi aperte (O_o?!). Ecco cosa otteniamo dopo aver smembrato il paziente:
![[Immagine: pict0522.th.jpg]](http://img844.imageshack.us/img844/8519/pict0522.th.jpg)
![[Immagine: pict0524s.th.jpg]](http://img28.imageshack.us/img28/1427/pict0524s.th.jpg)
![[Immagine: pict0526k.th.jpg]](http://img694.imageshack.us/img694/7796/pict0526k.th.jpg)
A sinistra si vede il tubo al quarzo (un po' sporchetto) privato della resistenza interna. Per chi non conoscesse il materiale, ecco una lettura semplice e leggera >>> http://en.wikipedia.org/wiki/Fused_quartz
Le caratteristiche più importanti sono notevole resistenza al calore e agli sbalzi termici, agli agenti chimici (HF a parte) e trasparenza alla maggior parte delle radiazioni luminose. Ho sentito dire che ci sono delle particolari reazioni chimiche che necessitano di tubi al quarzo, spesso molto costosi e di difficile reperibilità... io adesso ne possiedo due, non so ancora cosa farci, ma almeno sono costati nulla

A destra invece possiamo ammirare la resistenza elettrica prima contenuta nel tubo. Il materiale è ancora sconosciuto... probabilmente sarà tungsteno, ma non ci metterei la mano sul fuoco


A voi la parola
