I nuovi microscopi

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Enotria

2012-02-13 08:17

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Sul Forum abbiamo spesso assistito a molte discussioni in cui venivano confrontate le prestazioni dei microscopi moderni, rispetto a quelli di oltre mezzo secolo fa.

La domanda che sempre veniva posta era: “meglio gli uni o migliori gli altri ?”.

In questa disputa io sono sempre stato fra i più convinti sostenitori della supremazia tecnica dei “vecchi” rispetto ai “nuovi” e come, a parità di spesa sostenuta, la qualità tecnica dei “vecchi” microscopi è molto più elevata di quella riscontrabile nei “nuovi”.

Tanti sono i motivi che portano a questo risultato ma, il più importante, è che confrontando a parità di prezzo, si finisce con il mettere a confronto dei microscopi nuovi, ma di fascia bassa (Zeiss Primostar, Nikon Eclipse 50, ecc.), con dei microscopi vecchi di oltre mezzo secolo, ma pur sempre di alta qualità al momento della loro uscita (Zeiss Standard, Nikon S, Leitz OrthoLux, ecc.).

Purtroppo, al giorno d'oggi, la concorrenza produttiva, nel cercare continuamente nuovi risparmi, ha sempre peggiorato la qualità nel tempo, eliminando materiali costosi, lavorazioni costose, controlli costosi, ecc.

Ma è mai possibile che i microscopi di oggi siano così sdozzi ? Possibile che proprio nulla sia migliorato ?

Se le condizioni di confronto restano le stesse, a parità di prezzo, c’è ben poco di migliorato, se non la attenzione per l’ergonomia che una volta era piuttosto trascurata, mentre oggi, dato che incide ben poco sul prezzo, viene tenuta in grande considerazione e magnificata ad ogni piè sospinto.

E se invece togliamo il vincolo del prezzo e mettiamo a confronto il microscopio professionale di oggi con quello, sempre professionale, ma di mezzo secolo fa, cosa succede ?

Bé, allora le cose cambiano e di parecchio.

Proviamo ad esaminare con attenzione un microscopio moderno ma di fascia superiore, ad esempio un Nikon Eclipse E400, del costo di diverse migliaia di Euro anche se usato.

Immagine: La struttura triangolare e la base molto stretta. Notare anche il tavolo ruotato di 180°

Strut_Tri.JPG
Strut_Tri.JPG

Una prima osservazione riguarda l’aspetto generale ed è comune a tutti i microscopi moderni: la forma a piramide dello stativo, la sottigliezza della base, la nervatura delle strutture portanti .

Queste caratteristiche sono ormai patrimonio comune e servono a dare la necessaria stabilità, pur alleggerendo tutta la struttura portante.

Il tavolo porta oggetti è ora ruotabile di 180°, non sarà certo il massimo, ma almeno per certi controlli di polarizzazione è già sufficiente.

Poi vediamo come l’utilizzo degli obiettivi a coniugata infinita ci consente di modificare, senza conseguenze ottiche, la posizione della testata e degli oculari per adeguarli alla posizione naturale dell’osservatore, rendendo più riposante l’osservazione.

Altro importante accorgimento ergonomico è la sottigliezza della base, in modo da mantenere quasi unite le mani, in una posizione molto più riposante.

Poi, attorno alle stesse si è creata una vera e propria “postazione di lavoro” dove ciascuna mano ha la possibilità di svolgere diversi compiti, ben definiti, pur con minimi movimenti.

Notate come nello stativo per utenti destri, la mano destra ha il compito di operare il movimento del tavolo e, contemporaneamente, di focheggiare con la punta del dito medio. La mano sinistra, meno abile, deve invece operare la macro messa a fuoco ed, eventualmente, aiutare nella micro.

Immagine: La "postazione" della mano destra.

Manovre_Dx.JPG
Manovre_Dx.JPG

Anche certi comandi sono ora molto più completi per ottenerne un migliore sfruttamento. Guardate, ad esempio, il comando della luminosità, ora formato da una manopola ruotante per alzare o abbassare la luminosità, un pulsante di extra tensione per survoltare la lampada nel momento dello scatto fotografico ed un selettore a scatti per la regolazione semi fissa della temperatura di colore della luce, che viene poi riportata alla giusta luminosità mediante l’inserimento di batterie di filtri ND.

Immagine: Regolazione di luminosità, Survoltore, Regolazione temperatura colore.

Illumina.JPG
Illumina.JPG

Poi notiamo che nuovi dispositivi si sono aggiunti per agevolare o rendere più sicura la manualità dell’operatore, ad esempio sempre con la mano destra è possibile operare il blocco della corsa di messa a fuoco, per impedire all’obiettivo di toccare il vetrino, con sicuro danno per entrambi. In questo modo, se la parfocalità è rispettata, basta una regolazione una tantum e tutti gli obiettivi non scenderanno mai più del necessario per la corretta messa a fuoco.

Fin qui nulla di sostanziale quindi, solo accorgimenti più o meno raffinati, più o meno utili, per agevolare l’utilizzo del microscopio.

Abbandoniamo ora le apparenze e andiamo a vedere la qualità della struttura meccanica e la cura con cui sono state assemblate le varie parti.

Dato che devo smontarlo per revisionarlo, guardiamo nella sua intimità il blocco di messa a fuoco di destra. Naturalmente le manopole sono di plastica, ma alberi e parte delle trasmissioni sono in acciaio, con boccole e guide in ottone, anche se molti componenti sono solo in fusione di lega, quindi non auto lubrificanti, e questo è stato il motivo del "grippaggio" del microscopio e della sua conseguente riparazione.

Immagine: Blocco della messa a fuoco, particolari meccanici.

Ottone.JPG
Ottone.JPG

Anche le cremagliere qui sono in metallo, finalmente non si sgraneranno più al minimo sforzo, ma occhio che invece gli ingranaggi sono in Derlin, un magnifico materiale plastico, ma sempre plastica è.

Ancora, la delicata battuta fra il corpo e la testata, dov’è la sede della coda di rondine, è in lega e gli stessi appoggi sono fusi in un corpo unico.

Chissà che fine hanno fatto gli appoggi a vite perfettamente regolabili per la centratura dell’asse ottico e bloccabili in posizione da altrettante viti ?

Chissà ora come fanno a centrare l’asse, magari ci danno dentro con la lima !

Immagine: Sede della coda di rondine con appoggi in fusione.

Coda_Rond.JPG
Coda_Rond.JPG

Ciascuno di noi, se esamina con attenzione il microscopio prima dell’acquisto, può trarre le sue conclusioni. Da parte mia, dopo aver smontato e messo a nudo centinaia di microscopi diversi, la mia idea me la sono fatta, anche se poi tanti altri fattori possono concorrere nella nostra scelta.

Pertanto, ciascuno di voi farà i suoi ragionamenti e prenderà le sue decisioni, il mio compito sul Forum è solo l’informazione: spero sia stata utile ed ora a voi la scelta ! :-D

Cordiali saluti

I seguenti utenti ringraziano Enotria per questo messaggio: Dott.MorenoZolghetti

Mario

2012-02-13 17:34

La ringrazio, Enotria, per il tempo che ci dedica e per gli interessanti articoli che scrive.

E' per me sempre un piacere leggere le sue recensioni.

Spero a breve in una sua opinione qualitativa anche su obiettivi e oculari.

E se non è chiedere troppo vorrei sapere cosa ne pensa dei microscopi russi (es. serie LOMO Biolam).

Infine un chiarimento, non conosco il Derlin che lei ha citato come materiale per ingranaggi. Cos'è?

grazie

Mario

francesca63

2012-02-13 21:43

Mario ha scritto:

La ringrazio, Enotria, per il tempo che ci dedica e per gli interessanti articoli che scrive.

E' per me sempre un piacere leggere le sue recensioni.

Spero a breve in una sua opinione qualitativa anche su obiettivi e oculari.

E se non è chiedere troppo vorrei sapere cosa ne pensa dei microscopi russi (es. serie LOMO Biolam).

Infine un chiarimento, non conosco il Derlin che lei ha citato come materiale per ingranaggi. Cos'è?

grazie

Mario

il derlin e' una resina acetalica, un materiale usato anche in alcuni tipi di cuscinetto per la sua leggerezza, doti autolubrificanti e resistenza.chiaro che non ha la resistenza meccanica dell'acciaio , ma viene abbondantemente usato nei meccanismi di alcuni telescopi motorizzati cassegrian o matsukov inferiori agli 8" di diametro ( poi i pesi si fan sentire).

Mario

2012-02-13 22:03

Adesso capisco.

Comunque il suo nome corretto è Delrin, ha invertito la lr.

Noto inoltre che lei storpia i nomi che scrive.

La dicitura corretta dei noti telescopi catadiottrici è Cassegrain e Maksutov.

Visto che siamo in tema è come parlare di astronomia e poi finire in gastronomia a comperare un etto di mortadella.

Saluti

Mario

Enotria

2012-02-13 23:22

Signori, mi state mettendo in soggezione, comincio ad essere preoccupato.

Come prima cosa, non capisco perché mi state dando del lei, è vero che sono vecchio, ma insomma, ancora un po' me la cavo. Blush

Poi mi sono accorto che scrivendo in fretta le mie note, spesso mi capita di invertire due lettere adiacenti e, talvolta, l'errore mi sfugge nonostante abbia l'abitudine di rileggere e di correggere quello che scrivo.

Il brutto è che non ho ancora capito se le lettere mi si invertono solo sulla tastiera perché accavallo le dita o se partono già invertite dal mio cervello.

Ma, credo che queste siano le famose "gioie della terza età", ogni giorno ne salta fuori una nuova ! O_O

Comunque, il Delrin (per voi chimici PoliOssiMetilene, per gli amici semplicemente POM) è una resina che anche io uso normalmente quando costruisco dei pezzi al tornio, si lavora molto bene ed ha una ottima resistenza.

Per la LOMO sono d'accordo che merita di parlarne, anche perché tra la sua produzione vi sono dei componenti di alta qualità e di costo relativamente basso che meritano di essere citati.

Ottimo, sono ben contento quando mi fate delle richieste, allora vedo di preparare qualche cosa e ci vediamo qui fra qualche giorno.

Cordiali saluti

francesca63

2012-02-14 03:50

Mario ha scritto:

Adesso capisco.

Comunque il suo nome corretto è Delrin, ha invertito la lr.

Noto inoltre che lei storpia i nomi che scrive.

La dicitura corretta dei noti telescopi catadiottrici è Cassegrain e Maksutov.

Visto che siamo in tema è come parlare di astronomia e poi finire in gastronomia a comperare un etto di mortadella.

Saluti

Mario

si mario hai ragione, ho scritto con una buona base di dislessia, il problema e' che dormendo poco o nulla quando arrivo alle 22 di sera sono decisamente stordita , quasi ubriaca di sonno.

posso avere il perdono, o sono condannata ad essere relegata a fare la casalinga che compra la mortadella?

p.s.

possiedo sia un maksutov meade lx125 con autostar ( di annata , oramai e fermo da 10 anni ed oltre nella sua valigia per giochi sulla meccanica ) ed ho anche avuto parecchi anni fa anche un lx-200 schmidt-cassegrain 8" sempre con autostar, ma questa e' un'altra storia.