Inquinamento e industria tessile in pillole

Myttex Forum ha chiuso definitivamente. Non è più possibile inviare messaggi, ma il contenuto è ancora consultabile in questo archivio.

quimico

2017-03-17 18:48

Sapevi che stai contribuendo all’inquinamento marino attraverso il lavaggio dei tuoi indumenti? Ogni lavaggio di tessuti sintetici o misti (come cotone/poliestere) rilascia fibre plastiche di lunghezza minore di un millimetro, che gli impianti di trattamento delle acque di scarico non sono in grado di bloccare. Le fibre trovate nelle spiagge corrispondono ai materiali usati per gli indumenti: poliestere, acrilico e nylon. L’impatto delle micro e nano fibre sull’ecosistema (marino) deve essere ridotto.

Con piccoli cambiamenti nelle vostre abitudini di lavaggio, potete ridurre la quantità di fibre che noi tutti scarichiamo:

- Riempite sempre la vostra lavatrice completamente

- Usate detersivi liquidi invece di quelli in polvere

- Usate un ammorbidente

- Lavate sempre a bassa temperatura

- Evitate lavaggi lunghi

- Centrifugate i vestiti a bassa velocità

- Evitate di comprare vestiti sintetici e cercate vestiti in lana, cotone, lino, seta, cashmere o altre fibre naturali.

Le microfibre, una sottocategoria delle microplastiche, sono un inquinante emergente con una distribuzione globale nell'ambiente ed impatti ecologici negativi. Mentre sono state implementate recentemente delle norme che proibiscono alcune forme di inquinamento da microplastiche, come ad esempio quelle usate in cosmesi, non è stato ancora fatto nulla per le microfibre. Un'azione regolatoria è probabilmente bloccata da mancanze nella conoscenza per quanto riguarda le fonti delle microfibre e i loro potenziali impatti.

Questa contaminazione ubiquitaria degli oceani da parte delle microplastiche sta diventando un problema di grande interesse. Data la grandezza e l'unicità di questa contaminazione globale degli oceani, alcuni si riferiscono a questo periodo usando il termine plasticene (Reed, 2016) e descrivono gli oceani della terra una zuppa di plastica.

Ogni lavaggio, milioni di piccole fibre sintetiche sono rilasciate nell'acqua. Un gran numero di queste poi vengono scaricate non rilevate attraverso gli impianti di trattamento delle acque, finendo poi attraverso la catena alimentare di nuovo nei nostri piatti. Oltre a prodotti cosmetici come shampoo, dentifricio e scrub, è ormai chiaro che l'abbigliamento è una fonte di microplastiche; in particolare acrilico, nylon e poliestere sono i colpevoli principali. Con i tessuti acrilici, più di 3000 fibre per grammo possono liberarsi in un lavaggio. E una giacca in pile di 680 grammi perde quasi un 100000 di fibre alla volta.

Queste particelle di plastica sono ulteriormente scisse dall'acqua di mare salata che i pesci scambiano per plancton. Così, attraverso la catena alimentare, queste fibre sintetiche finiscono di nuovo sulle nostre tavole. Al giorno d'oggi, troviamo 1 particella di microplastica in ogni grammo di cozze, spesso dai vestiti.

Gli alchilfenoli etossilati (APEOs) sono surfattanti con azione emulsionante e disperdente, e sono stati usati per più di 50 anni in una vasta varietà di prodotti.

Nell'industria tessile, sono stati usati in detergenti e come agenti purganti, coprenti o idrorepellenti, nelle paste da stampa e negli adesivi, e nei coloranti.

I più importanti APEOs per l'industria tessile sono gli NPEO (nonilfenolo etossilati) e gli OPEO (ottilfenolo etossilati) a causa delle loro proprietà detergenti, ma sono una grande famiglia. Circa il 90% degli APEO prodotti sono infatti NPEO.

Gli APEOs sono dappertutto, anche nella polvere nelle nostre case, nel nostro sangue e nelle urine, nel latte materno e nel sangue da cordone ombelicale dei nuovi nati. Essi sono dappertutto nel mondo nelle acque di superficie, nei sedimenti, negli scarichi fognari, nell'atmosfera, negli organismi acquatici, e anche nei tipici prodotti alimentari destinati al consumo umano. Gli APEOs sono lenti a biodegradare e tendono a bioaccumularsi. Si muovono anche all'interno della catena alimentare ed infine arrivano a noi. Sebbene essi non siano cancerogeni, teratogeni o mutageni, quando essi si degradano, i loro sottoprodotti hanno una tossicità maggiore, attività estrogena, persistenza e tendenza a bioaccumularsi rispetto agli stessi APEOs.

Gli APEOs sono tossici per gli organismi acquatici e sono interferenti endocrini in animali superiori, e quindi essi pongono un rischio per l'uomo. Quali interferenti endocrini ambientali, queste nuove sostanze possono invadere il corpo umano attraverso una varietà di canali, con effetti simili a quelli degli estrogeni, e sono pericolosi per la normale secrezione ormonale, portando un ridotto conteggio dello sperma negli uomini.

Una ricerca pubblicata nel settembre del 2006 nell'edizione di Toxicological Sciences mostra che la placenta umana risponde agli alchilfenoli nel terzo trimestre. Il risultato potrebbe essere un termine anticipato della gravidanza ed un difetto nella crescita per il feto.

I seguenti utenti ringraziano quimico per questo messaggio: Beefcotto87, ohilà, NaClO, luigi_67

EdoB

2017-03-17 19:36

Molto interessante. Questa notizia mi mancava, io sono dell'idea che si può guardare il mondo in due modi (quindi anche i danni dell'uomo) : 1) con compatimento verso l'ecosistema 2) osservando l'ecosistema dall'esterno Nel primo ci si dispiace tutti per la flora e la fauna che roviniamo, in maniera a mio parere molto ipocrita (nonostante io mi impegni per salvaguardare l'ambiente e ''non ci abbia già dato a mucchio'';-) Nel secondo vedo tutto ciò come una maniera della natura di regolare l'ecosistema, che sia una guerra, un cataclisma o un'epidemia eventualmente il numero di umani si ridurrà (se non si azzererà) e le micro plastiche si depositeranno sui fondali marini per poi trasformarsi in petrolio. In poche parole il porcaio che abbiamo fatto si rimarginerà a costo di 7 miliardi di vite umane, milioni di vite animali E miliardi di anni. Ma questa è solo una mia idea...

Mario

2017-03-18 13:56

E così anche le microfibre vanno ad aggiungersi all'elenco sempre più lungo degli inquinanti.

Qualche dubbio però mi rimane e stento a credere che siano poi così pericolose.

Dopo tutto la natura ha saputo fare di meglio con le sue fibre (micro e non) a base di silicati di magnesio. In certe località non è neanche necessario scavare e basta un poco di vento per disperderle. Per non parlare del dilavamento ad opera della pioggia e delle acque superficiali.

Le quantità interessate sono dell'ordine di nmila tonnellate che neanche la calcolatrice tascabile riesce a visualizzare visto che va in overrange.

Perchè prendersela con quelle sintetiche? Non bastano quelle naturali? O forse è sconveniente parlarne visto che non portano acqua al mulino dei bioradical chic?

saluti

Mario

I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: fosgene, quimico, NaClO, luigi_67

lerry.chimico

2017-03-19 13:19

certo il problema degli interferenti endocrini è qualcosa di non così tanto conosciuto ma è sicuramente una delle problematiche più preoccupanti ,in particolare mi colpisce molto il discorso degli ftalati utilizzati come composti ad azione ammorbidente elasticizzante ,ecc..dei vari polimeri plastici che vengono utilizzati spesso nei giocattoli per bambini ,sicuramente gran parte di quelli costruiti in cina ,dove utilizzano di tutto e di più senza nessuna regolamentazione..

fare giocare i bimbi piccoli con sta roba è veramente pericoloso!

mahh! si salvi chi può

I seguenti utenti ringraziano lerry.chimico per questo messaggio: NaClO