2015-09-28, 11:58 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2015-09-28, 12:32 da LuiCap.)
Spero che la Zanichelli non mi faccia causa 
Queste prime schede sono tratte da:
F. Bagatti, M. Braghiroli, E. Corradi, A.Desco, C. Ropa
LABORATORIO DI CHIMICA (libro per studenti)
Zanichelli, Bologna, 1991
Queste altre schede sono tratte dalla Guida per l'insegnante dello stesso testo:
Infine queste ultime schede sono la traccia di una mia lezione che, partendo dai dati sperimentali osservati e/o misurati, generalizza i risultati ottenuti:
È ovvio che le generalizzazioni a cui si arriva non sono assolute, tra il nero e il bianco ci sta sempre il grigio, ma, a mio parere sono un ottimo punto di partenza per chi inizia a studiare chimica in un biennio degli ITI. Gli approfondimenti verranno in seguito nel corso del triennio e nei corsi universitari.
Tenete presente, tuttavia, che l'esperienza che ho riportato veniva eseguita integralmente quando nel biennio degli ITI si faceva chimica solo al secondo anno con 5 ore settimanali, di cui 2 di laboratorio. Tutta l'esperienza era propedeutica ai legami chimici principali e secondari e richiedeva, come minimo, 6 ore di laboratorio (3 settimane) più tutte le ore spese per trarre le conclusioni.
Ora nel biennio degli ITI si fa chimica sia in 1ª che in 2ª, con 3 ore di cui 1 di laboratorio in entrambe le classi.
Portare i ragazzi in laboratorio per 1 ora è alquanto dispersivo: tutta l'esperienza verrebbe conclusa nell'arco di 6 settimane!!!
Non credo di dover aggiungere altro se non "grazie Gelmini Marystar"
E infatti ora l'esperienza viene svolta in modo molto più semplificato con la ovvia conseguenza della perdita notevole della sua efficacia.

Queste prime schede sono tratte da:
F. Bagatti, M. Braghiroli, E. Corradi, A.Desco, C. Ropa
LABORATORIO DI CHIMICA (libro per studenti)
Zanichelli, Bologna, 1991
Queste altre schede sono tratte dalla Guida per l'insegnante dello stesso testo:
Infine queste ultime schede sono la traccia di una mia lezione che, partendo dai dati sperimentali osservati e/o misurati, generalizza i risultati ottenuti:
È ovvio che le generalizzazioni a cui si arriva non sono assolute, tra il nero e il bianco ci sta sempre il grigio, ma, a mio parere sono un ottimo punto di partenza per chi inizia a studiare chimica in un biennio degli ITI. Gli approfondimenti verranno in seguito nel corso del triennio e nei corsi universitari.
Tenete presente, tuttavia, che l'esperienza che ho riportato veniva eseguita integralmente quando nel biennio degli ITI si faceva chimica solo al secondo anno con 5 ore settimanali, di cui 2 di laboratorio. Tutta l'esperienza era propedeutica ai legami chimici principali e secondari e richiedeva, come minimo, 6 ore di laboratorio (3 settimane) più tutte le ore spese per trarre le conclusioni.
Ora nel biennio degli ITI si fa chimica sia in 1ª che in 2ª, con 3 ore di cui 1 di laboratorio in entrambe le classi.
Portare i ragazzi in laboratorio per 1 ora è alquanto dispersivo: tutta l'esperienza verrebbe conclusa nell'arco di 6 settimane!!!
Non credo di dover aggiungere altro se non "grazie Gelmini Marystar"

E infatti ora l'esperienza viene svolta in modo molto più semplificato con la ovvia conseguenza della perdita notevole della sua efficacia.
Ciao
Luisa
Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”;
il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”.
(Primo Levi)
Luisa
Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”;
il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”.
(Primo Levi)