2015-04-30, 19:20 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2015-04-30, 20:42 da ohilà.)
E' da un po' di tempo che volevo provare a fare qualche ioduro alchilico.
Le sintesi classiche usano l'acido iodidrico oppure iodio/fosforo, ma c'è un altro sistema che prevede la formazione di HI in situ con una miscela di KI/H3PO4/P2O5 e, devo dire, è un'ottima alternativa agli altri metodi.
Attenzione: Gli ioduri alchilici a minor PM si possono fare sempre in questo modo, ma sono forti agenti alchilanti in grado di attaccare anche il DNA e quindi risultano molto tossici e cancerogeni. Lo iodopentano, invece, dovrebbe essere più sicuro, ma è meglio stare attenti lo stesso.
Il pentossido di fosforo è parecchio corrosivo e reagisce violentemente con l'acqua.
- Prima di cominciare volevo ringraziare il buon al-ham-bic, che mi ha dato qualche consiglio!
MATERIALI
- 1-Pentanolo
- Acido fosforico 85%
- Pentossido di fosforo
- Ioduro di potassio
- Esano
- Metabisolfito di sodio
- Vetreria per riflusso e distillazione
PROCEDURA
Pesare velocemente in un pallone 10,8 grammi di anidride fosforica e poi aggiungere (lentamente!) 38,6 grammi di ac. fosforico 85%. Si liberano abbondanti fumi bianchi e il tutto si scalda un po'.
Quando la miscela si è raffreddata aggiungere 55,5 grammi di ioduro di potassio e poi 14,5 grammi di alcol amilico.
Montare un refrigerante a ricadere e scaldare a 120°C (sotto il p.eb.). Per controllare la temperatura io ho usato un bagno d'olio. Il colore scurisce sempre di più fino a diventare di un rosso scuro tipico dell'acido iodidrico.
Si continua a riscaldare per sei ore agitando manualmente il più spesso possibile. Se avete un agitatore magnetico riscaldante potete ridurre il riflusso a tre/quattro ore.
Far raffreddare e versare la miscela in 50 ml d'acqua. Si vedono due fasi distinte: quella inferiore, molto scura, costituita dal nostro ioduro e quella acquosa superiore. C'è anche un po' di fosfato di potassio indisciolto e qualche goccia di pentanolo non reagito che galleggia.
Aggiungere 80 ml di esano avio e agitare per qualche minuto. Entrambe le fasi diventano molto scure e difficili da distinguere, ma bisogna separarle conservando quella superiore.
Si decolora la fase organica agitandola insieme a 20 ml di sodio metabisolfito al 10%. Diventa incolore, ma è ancora torbida per la presenza di acqua.
Far evaporare il solvente. Per riscaldamento lo iodopentano imbrunisce di nuovo un pochino...
Distillare raccogliendo intorno a 154-155°C. Il liquido nella caldaia diventa rosso.
Si ottengono 11-12 ml di ioduro di amile, che, per ora, è giallo paglierino, ma scurirà irrimediabilmente entro poco tempo. Se serve si anidrifica con MgSO4 anidro. In genere si vende stabilizzato con rame: che dite metto un chiodino di Cu nella boccetta?
Ho utilizzato una procedura del Vogel, modificandola un pochino per adattarla ai mezzi che avevo a disposizione.
P.S. A poco più di un'oretta dalla distillazione è già diventato quasi arancione per l'esposizione all'aria. Ora l'ho chiuso per bene nella sua bottiglietta ambrata, anche se non aiuta molto...
Le sintesi classiche usano l'acido iodidrico oppure iodio/fosforo, ma c'è un altro sistema che prevede la formazione di HI in situ con una miscela di KI/H3PO4/P2O5 e, devo dire, è un'ottima alternativa agli altri metodi.
Attenzione: Gli ioduri alchilici a minor PM si possono fare sempre in questo modo, ma sono forti agenti alchilanti in grado di attaccare anche il DNA e quindi risultano molto tossici e cancerogeni. Lo iodopentano, invece, dovrebbe essere più sicuro, ma è meglio stare attenti lo stesso.
Il pentossido di fosforo è parecchio corrosivo e reagisce violentemente con l'acqua.
- Prima di cominciare volevo ringraziare il buon al-ham-bic, che mi ha dato qualche consiglio!

MATERIALI
- 1-Pentanolo
- Acido fosforico 85%
- Pentossido di fosforo
- Ioduro di potassio
- Esano
- Metabisolfito di sodio
- Vetreria per riflusso e distillazione
PROCEDURA
Pesare velocemente in un pallone 10,8 grammi di anidride fosforica e poi aggiungere (lentamente!) 38,6 grammi di ac. fosforico 85%. Si liberano abbondanti fumi bianchi e il tutto si scalda un po'.
Quando la miscela si è raffreddata aggiungere 55,5 grammi di ioduro di potassio e poi 14,5 grammi di alcol amilico.
Montare un refrigerante a ricadere e scaldare a 120°C (sotto il p.eb.). Per controllare la temperatura io ho usato un bagno d'olio. Il colore scurisce sempre di più fino a diventare di un rosso scuro tipico dell'acido iodidrico.
Si continua a riscaldare per sei ore agitando manualmente il più spesso possibile. Se avete un agitatore magnetico riscaldante potete ridurre il riflusso a tre/quattro ore.
Far raffreddare e versare la miscela in 50 ml d'acqua. Si vedono due fasi distinte: quella inferiore, molto scura, costituita dal nostro ioduro e quella acquosa superiore. C'è anche un po' di fosfato di potassio indisciolto e qualche goccia di pentanolo non reagito che galleggia.
Aggiungere 80 ml di esano avio e agitare per qualche minuto. Entrambe le fasi diventano molto scure e difficili da distinguere, ma bisogna separarle conservando quella superiore.
Si decolora la fase organica agitandola insieme a 20 ml di sodio metabisolfito al 10%. Diventa incolore, ma è ancora torbida per la presenza di acqua.
Far evaporare il solvente. Per riscaldamento lo iodopentano imbrunisce di nuovo un pochino...
Distillare raccogliendo intorno a 154-155°C. Il liquido nella caldaia diventa rosso.
Si ottengono 11-12 ml di ioduro di amile, che, per ora, è giallo paglierino, ma scurirà irrimediabilmente entro poco tempo. Se serve si anidrifica con MgSO4 anidro. In genere si vende stabilizzato con rame: che dite metto un chiodino di Cu nella boccetta?
Ho utilizzato una procedura del Vogel, modificandola un pochino per adattarla ai mezzi che avevo a disposizione.
P.S. A poco più di un'oretta dalla distillazione è già diventato quasi arancione per l'esposizione all'aria. Ora l'ho chiuso per bene nella sua bottiglietta ambrata, anche se non aiuta molto...
