Enotria
2012-02-19 23:21
Quando noi utilizziamo il microscopio, sfruttiamo solo due dimensioni, in quanto le nostre immagini sono costituite da punti che hanno solo due dimensioni X e Y, ma non hanno il senso della profondità Z.
Magari, noi ci sforziamo come matti per dare una parvenza di tridimensionalità, sfruttando particolari forme di illuminazione o di ripresa ma, per quanto facciamo, le nostre rappresentazioni sono e saranno sempre e soltanto bidimensionali e la rappresentazione fotografica, impietosa, è sempre pronta a ricordarcelo.
Eppure la profondità esiste, il nostro microscopio la esplora, siamo solo noi che non ne teniamo conto ma, quando muoviamo la messa a fuoco, non facciamo altro che spostarci proprio nella profondità della terza dimensione.
Se voi esaminate il vostro microscopio, vedrete che la manopola della messa a fuoco micrometrica è graduata, ogni tacca rappresenta uno o più micron proprio nel senso della terza dimensione, la profondità, solo che nessuno di noi ne tiene conto, del resto sarebbe una fatica da matti, impossibile per un essere umano memorizzare ogni punto dell'immagine.
Ma perfettamente fattibile da un computer !
Facciamo un esempio pratico, io non sono certo un micologo, per cui come campione mi accontento di una comunissima muffa che ho fatto sviluppare su della farina di grano bagnata e depositata in una capsula Petri.
La tecnica di illuminazione che sfrutteremo è la ripresa in luce radente invertita, vedi sul mio sito http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/micro/radinv.htm , in modo da avere già in partenza una buona visione tridimensionale, ma potete naturalmente utilizzare il metodo che preferite.
Data la presenza contemporanea nell’immagine al microscopio di grosse spore di germinazione, ife, micelio e di piccole spore di diffusione, useremo la tecnica di ripresa fotografica mediante stack di una decina di foto, fatte ad altezze diverse.
Elaborando le immagini mediante un software tipo Helicon Focus o simili, otteniamo subito una foto unica, in cui tutti i piani del nostro campione risultano a fuoco: spore, ife, sporine, ecc.
Già abbiamo ottenuto un buon risultato, ma proseguiamo l’elaborazione al computer !
Mentre il programma scansionava le nostre foto, intelligentemente prendeva anche nota della profondità dei vari punti nel preciso momento in cui risultavano a fuoco. Come risultato il computer ha adesso in mente tutte le posizioni dei vari punti e, finalmente, la loro profondità relativa.
Miracoli dell'informatica, il PC si è quindi creato una matrice matematica in cui ha memorizzato i valori di X, Y e Z di ciascun punto ed ora è in grado di rappresentarli anche sotto altri punti di vista.
Facile ora ricreare non un’immagine, ma un filmato, in cui vediamo il nostro campione ruotare liberamente, mostrandoci le piccole spore sul fondo del vetrino, le grosse spore progenitrici in posizione più elevata e l’intreccio delle ife che si accavallano liberamente su e giù intrecciandosi.
http://www.youtube.com/watch?v=_kKDnSHt3Ho
Vi chiedo perdono per la mia ignoranza della giusta terminologia micologica, io sono soltanto un meccanico microscopista, nulla di più.
Cordiali saluti
I seguenti utenti ringraziano Enotria per questo messaggio: Max Fritz, Dott.MorenoZolghetti, GabriChan