Libro: Il sentiero dei nidi di ragno

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Dott.MorenoZolghetti

2011-12-10 11:07

E' certamente un testo molto noto dell'autore Italo Calvino, che non richiede certo presentazioni. E' anzi, il primo romanzo di Calvino (1947), e se mi è concesso, anche il meno bello. Tuttavia ha un qualcosa di avvolgente.

L'ho riletto recentemente: l'ho iniziato e l'ho finito senza fermarmi che una volta, per rispondere all'odioso telefono. La storia è semplice, ma vissuta, vi si intravede tutta l'emozione dell'uomo sofferente per una realtà ostile quale è stata la dittatura nazi-fascista. Anche tra i "carugi" delle cittadine liguri dove l'Autore è vissuto da bambino.

E' lo scrivere di un uomo che è stato "Resistenza", che è stato "Comunista", che ha saputo sublimare i propri ideali di giustizia e di morale in un tempo (la Liberazione) in cui morale e giustizia erano incerti.

Tutto con un buco di ragno, a ridosso di un fosso, in cui il terreno era minato da piccole gallerie rivestite di seta.

Nel romanzo si parla con crudezza e a parlare è un bambino "adultizzato" proprio dalla crudezza del tempo, di quel vissuto sospeso tra illegalità e immoralità. Pin è un bambino divenuto grande per forza, a ceffoni. Ha una sorella prostituta e incontra il "Lupo Rosso" in un'improvvisata prigione fascista. Tutto ruota intorno a una pistola, una vecchia P38.

Si svolgono le solite vicende che ogni partigiano conosce, che ciascun cittadino ha sentito o sperimentato se respirava l'aria della guerra del '45.

Il romanzo termina con la celebre frase: "E continuano a camminare, l'omone e il bambino, nella notte, in mezzo alle lucciole, tenedosi per mano". Sentimentalismo affatto gratuito.

Per Oscar Mondadori, 9 euro.

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