2012-04-24, 23:03 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2012-04-30, 11:05 da Max Fritz.)
Per gli amanti di storia della chimica, questo libro di sole 240 pagine (ma molto "dense"...) è come una piccola antologia del periodo più significativo della nascita di questa scienza, che va da Paracelso a Stahl, ovvero dalla fine del '500 agli inizi del '700.
Quasi tutto il libro è basato sugli scritti originali dei vari personaggi che hanno fatto quella storia e ne rende chiaro il pensiero, ma soprattutto si comincia a comprendere l'evoluzione del pensiero chimico nel tempo, che nasce proprio in questi due secoli.
Ciò che stupisce veramente è proprio questa evoluzione (assolutamente ancora incompiuta ai primi del '700), che passa da idee "filosofiche" per noi strampalatissime, ai bagliori delle particelle di Boyle e arriva al famigerato (ma innovativo) flogisto di Stahl.
Se si vuol dare un'occhiata alle teorie chimiche di Philipp Aureolus Theophrast Bombast von Hoheneim e di tanti altri nomi noti e famosi che non cito (garantisco che sono interessanti e del tutto inaspettate!), questo libro è una buonissima lettura, anche se abbastanza impegnativa (non si legge "tutto in un colpo").
Dello stesso Autore (Ferdinando Abbri) e stessa collana di storia della scienza fa parte "La chimica del '700", che costituisce il naturale prosieguo e l'aggancio verso la chimica ottocentesca che conosciamo, ormai finalmente scevra da implicazioni teologiche o filosofiche che hanno pesantemente pervaso tutti gli uomini di scienza dei secoli precedenti.
E' incredibile verificare come il concetto (in senso lato) "l'ha detto Aristotele o la Bibbia" abbia impiegato secoli a morire.
Ferdinando Abbri
Elementi, principi e particelle
Loescher Editore, 1980
(la foto fa un po' schifo ma avevo fretta...)
Quasi tutto il libro è basato sugli scritti originali dei vari personaggi che hanno fatto quella storia e ne rende chiaro il pensiero, ma soprattutto si comincia a comprendere l'evoluzione del pensiero chimico nel tempo, che nasce proprio in questi due secoli.
Ciò che stupisce veramente è proprio questa evoluzione (assolutamente ancora incompiuta ai primi del '700), che passa da idee "filosofiche" per noi strampalatissime, ai bagliori delle particelle di Boyle e arriva al famigerato (ma innovativo) flogisto di Stahl.
Se si vuol dare un'occhiata alle teorie chimiche di Philipp Aureolus Theophrast Bombast von Hoheneim e di tanti altri nomi noti e famosi che non cito (garantisco che sono interessanti e del tutto inaspettate!), questo libro è una buonissima lettura, anche se abbastanza impegnativa (non si legge "tutto in un colpo").
Dello stesso Autore (Ferdinando Abbri) e stessa collana di storia della scienza fa parte "La chimica del '700", che costituisce il naturale prosieguo e l'aggancio verso la chimica ottocentesca che conosciamo, ormai finalmente scevra da implicazioni teologiche o filosofiche che hanno pesantemente pervaso tutti gli uomini di scienza dei secoli precedenti.
E' incredibile verificare come il concetto (in senso lato) "l'ha detto Aristotele o la Bibbia" abbia impiegato secoli a morire.
Ferdinando Abbri
Elementi, principi e particelle
Loescher Editore, 1980
(la foto fa un po' schifo ma avevo fretta...)