2015-05-30, 07:45 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2015-05-30, 07:49 da ohilà.)
Una volta finito di leggere il libro su Fermat ho notato il suo vicino sullo scaffale, interessante anche lui.
Questo parla della situazione delle armi chimiche italiane, descrivendone la storia della produzione nel nostro Paese e l'impiego che ne abbiamo fatto nelle operazioni militari, con particolare attenzione alle guerre coloniali in Africa e alla seconda guerra mondiale.
Si sofferma poi sugli incidenti occorsi per colpa della fuoriuscita accidentale di queste sostanze, primo tra tutti il Disastro di Bari del 2 Dicembre 1943, quando i tedeschi bombardarono alcune navi nel porto pugliese colpendone una che trasportava armi chimiche, soprattutto iprite, causando oltre mille vittime.
Dopodiché viene spiegato il problema molto attuale della bonifica dei vecchi armamenti ancora sparsi per tutto il territorio nazionale.
L'autore è un giornalista, non un chimico.
Viene anche descritto un episodio che, in un certo senso, mi riguarda a vicino. Ne approfitto per raccontarvelo.
Io abito a un paio di chilometri dal Lago di Vico nella zona dei Monti Cimini (tra Roma e Viterbo). Ebbene da queste parti c'era la "Chemical City" uno dei più importanti depositi di armi chimiche segreti in Italia, con centinaia di tonnellate di fosgene, iprite e arsine.
Nonostante fosse stato dichiarato, anche a livello parlamentare, che tali depositi non esistessero più da tempo, nel 1996 accadde un incidente durante un'operazione di bonifica, di cui la popolazione era del tutto all'oscuro.
Un ciclista che ha avuto la sfortuna di trovarsi da quelle parti fu colto da un improvviso malore. All'ospedale: intossicazione da fosgene...
Nonostante fu resa nota al pubblico l'esistenza dell'installazione i dettagli non si sono mai saputi. Neppure la magistratura ha potuto accedervi per il processo riguardante l'uomo intossicato. Per altro c'è il fondato sospetto che almeno una parte di quelle sostanze siano finite nel Lago...
Beh, è un libretto carino. Se vi va leggetelo!

Questo parla della situazione delle armi chimiche italiane, descrivendone la storia della produzione nel nostro Paese e l'impiego che ne abbiamo fatto nelle operazioni militari, con particolare attenzione alle guerre coloniali in Africa e alla seconda guerra mondiale.
Si sofferma poi sugli incidenti occorsi per colpa della fuoriuscita accidentale di queste sostanze, primo tra tutti il Disastro di Bari del 2 Dicembre 1943, quando i tedeschi bombardarono alcune navi nel porto pugliese colpendone una che trasportava armi chimiche, soprattutto iprite, causando oltre mille vittime.
Dopodiché viene spiegato il problema molto attuale della bonifica dei vecchi armamenti ancora sparsi per tutto il territorio nazionale.
L'autore è un giornalista, non un chimico.
Viene anche descritto un episodio che, in un certo senso, mi riguarda a vicino. Ne approfitto per raccontarvelo.
Io abito a un paio di chilometri dal Lago di Vico nella zona dei Monti Cimini (tra Roma e Viterbo). Ebbene da queste parti c'era la "Chemical City" uno dei più importanti depositi di armi chimiche segreti in Italia, con centinaia di tonnellate di fosgene, iprite e arsine.
Nonostante fosse stato dichiarato, anche a livello parlamentare, che tali depositi non esistessero più da tempo, nel 1996 accadde un incidente durante un'operazione di bonifica, di cui la popolazione era del tutto all'oscuro.
Un ciclista che ha avuto la sfortuna di trovarsi da quelle parti fu colto da un improvviso malore. All'ospedale: intossicazione da fosgene...
Nonostante fu resa nota al pubblico l'esistenza dell'installazione i dettagli non si sono mai saputi. Neppure la magistratura ha potuto accedervi per il processo riguardante l'uomo intossicato. Per altro c'è il fondato sospetto che almeno una parte di quelle sostanze siano finite nel Lago...
Beh, è un libretto carino. Se vi va leggetelo!
