Libro: Zio Petros e la congettura di Goldbach

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Max Fritz

2011-07-19 11:55

Il libro è stato scritto da Apostolos Doxiadis, scrittore greco tutt'ora in vita, nel 1992. L'autore è stato un precoce talento matematico, ma ha poi cambiato strada scegliendo di dedicarsi alla scrittura. Questo libro è di gran lunga il suo lavoro più noto.

Si tratta a tutti gli effetti di un romanzo, appassionante, dal ritmo non mozzafiato, ma ben cadenzato e dagli innumerevoli spunti di riflessione insoliti e profondi. Il tema principale è questa congettura che il matematico Christian Goldbach elaborò nel 1742. Il suo enunciato è molto semplice, ed afferma che:

"Ogni numero pari maggiore di due può essere scritto come somma di due numeri primi"

La dimostrazione di questa semplice frase, che ad una prima verifica empirica appare logica e banale, è uno dei più grandi problemi irrisolti della Matematica (e in particolare della Teoria dei Numeri).

Il libro è raccontato da un ragazzo affascinato dal modo di fare di questo suo zio Petros, isolato dagli altri parenti, considerato una pecora nera, silenzioso, misterioso e laconico.

Il protagonista riesce, grazie alla sua passione per la matematica, a farsi raccontare la vita dello zio, anche lui precoce talento di questa scienza, scoprendo che ha trascorso l'intera vita a cercare di dimostrare la congettura di Goldbach. Proprio nel periodo in cui i due si incontrano, però, lo zio ha da poco abbandonato questo suo progetto che l'ha oramai isolato dal resto del mondo, dopo essere venuto a conoscenza di un importante risultato scoperto da un altro matematico (non specifico quale risultato per non svelare troppi dettagli) che secondo lui vanifica i suoi tentativi di dimostrazione.

La storia acquista un andamento sempre più in crescendo quando il ragazzo si ripropone di convincere lo zio a ricominciare il suo colossale lavoro, e culmina nel finale a sorpresa (o no?) quasi commovente.

Il rapporto tra i due protagonisti è complesso, tanto che il narratore tante volte arriva ad apostrofare lo zio con frasi di odio, quante poi si ritrova ad ammirarlo incondizionatamente.

Ma il "succo" della faccenda è proprio il senso della matematica: una scienza diversa dalle altre, non propriamente, almeno nei suoi aspetti più puri, attinente alla realtà, ma paradossalmente dalle origini più reali e concrete di qualsiasi altra scienza.

Il matematico che va a fondo di una grande scoperta, secondo il narratore, impazzisce e si ammala quasi per la sua "colpa" di aver scavato troppo nel cercare una verità assoluta, totale.

Emerge anche lo sfaccettato rapporto tra semplicità e complessità: l'enunciato semplice e scontato della congettura rivela uno dei mondi più astratti, più complessi e più intricati che la mente umana possa concepire, ed è facile fare grossi sbagli sottovalutandolo

In ultima analisi il libro porta a chiedersi: cos'è la matematica, perchè l'uomo ne è così affascinato e, soprattutto, l'ha inventata lui o è sempre esistita? Ebbene l'uomo non si stupirebbe del fatto che i numeri primi sembrano non rispettare nessuno schema se fossero stati dettati a caso da un altro uomo e non provenissero invece da un procedimento logico e "naturale". E' proprio l'estrema naturalità della matematica e la facilità con cui nasce nella mente umana a farcela sembrare affascinante. Ma siccome solo una mente in grado di elaborare e trattare i numeri in maniera attiva può dar vita a questa scienza, essa è una proprietà e una prerogativa stessa dell'essere umano: la continua ricerca di schemi operata dall'uomo è forse il denominatore comune di tutte le sue azioni e il fatto di non riuscire a riconoscere uno schema è probabilmente l'origine di tutte le delusioni.

ZioPetroselacongetturadiGoldbach.JPG
ZioPetroselacongetturadiGoldbach.JPG

Dott.MorenoZolghetti

2011-07-23 05:26

E' un libro che non ho mai letto, quindi mipare sia il caso di porvi rimedio. Grazie per la recensione. ;-)