Microrganismi procariotici nel latte appena munto

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Mercaptano

2019-12-31 16:30

Si tratta di una semplicissima esperienza con microscopio ottico e vetrini preparati con la seguente metodica: a)      Vetrino “a fresco” A a.      Sotto cappa, su di un vetrino portaoggetti adeguatamente disinfettato con etanolo, si deposita una microgoccia di latte. b.      Si pone il vetrino sopra la camera di lavaggio e vi si aggiunge una goccia di blu di metilene diluito. c.       Si lascia agire per 2'. d.      Si effettua il lavaggio, inclinando il vetrino a 45° circa e facendovi scorrere acqua distillata fino all'eliminazione dell'eccesso di colorante. e.      Si procede all'osservazione a fresco con microscopio ottico (obiettivi 4x, 10x, e 40x). f.       Si pone una goccia di olio di cedro sul preparato e si esegue un osservazione a 100x in immersione. b)     Vetrino “a fresco” B a.      Si ripete lo stesso procedimento del vetrino A senza effettuare la colorazione. c)      Vetrino "a secco" a.      Si replica lo stesso procedimento eseguito per il vetrino “a fresco” A, fino alla colorazione. b.      Prima di eseguire il lavaggio, si passa velocemente il vetrino sulla fiamma ossidante di un bunsen, utilizzando pinze di legno per reggerlo e avendo cura di non far evaporare tutto il liquido. c.       Si esegue il lavaggio come esposto in precedenza. d.      Si pone un vetrino coprioggetti sul campione, pressandolo con un pezzo di carta assorbente, in modo da asciugare eventuali eccessi dell'acqua di lavaggio. e.      Si esegue un’osservazione mediante microscopio ottico (obiettivi 4x, 10x, 40x). Sono state inoltre eseguite, per completezza, le preparazioni di altri 2 campioni con l’impiego di vetrini coprioggetto e senza flambare sul bunsen, in maniera da poter osservare i procarioti ancora in vita senza sporcare gli obiettivi. Il procedimento è identico a quello esposto per il vetrino a secco, salvo che per il primo vetrino, nel quale non è stato posto blu di metilene. L'osservazione più interessante riguarda il seguente video girato col cellulare puntato sull'oculare e obiettivo 40x, nel quale si evidenziano microrganismi procariotici che si muovono nella matrice acquosa extracellulare, ben distinta dalle micelle lipidiche  tipiche della composizione del latte non scremato.  https://youtu.be/Obt-k4sbpVw

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A.Berenini

2020-01-07 12:35

Esperienza tanto interessante quanto semplice da praticare.

Un consiglio per la ripresa video: il cellulare va appoggiato completamente all'oculare il più possibile con la fotocamera centrata (chiaramente questa operazione è quasi impossibile per gli smartphone che hanno la fotocamera molto spostata nell'angolo); così facendo è più semplice da tener fermo sempre in asse e perpendicolare al fascio di luce. Personalmente non ho trovato differenze nell'usare la messa a fuoco manuale o automatica, ma in genere è da preferire quella manuale.

Mi permetto di aggiungere: l'identificazione dei microrganismi del latte permette di risalire alla loro origine (all'interno della filiera produttiva). Le varie fasi di produzione del latte (secrezione nella mammella, mungitura, refrigerazione, trasporto...) avvengono in condizioni diverse (soprattutto di temperatura), quindi identificando il microrganismo (termofilo, psicrofilo...) si risale alla fase produttiva responsabile della contaminazione.

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