2012-07-06, 19:04 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2012-07-08, 14:31 da Dott.MorenoZolghetti.)
Due settimane fa sono stato a un convegno nell'Oltrepo e rientrando ho fatto tappa a Milano. Piazza del Duomo era gremita di turisti accaldati, non vi era neppure una bava di vento. Dopo un rapido pranzo vegetariano e un sorbetto al limone, accompagnato da un amico, ho fatto visita a un gioiellino del Cinquecento che non conoscevo: san Maurizio al Monastero Maggiore.
Insolitamente deserta, questa piccola chiesa, nasconde nel suo interno alcuni tesori davvero sorprendenti. Costruita su antiche rovine romane, di cui ancora si conservano ampi ruderi, rappresenta un pezzo di storia già a partire dall'età carolingia. Il sito dunque è davvero antico, mantre l'edificio attuale risale al 1503, pur con rimaneggiamenti anche radicali.
E' annesso alla chiesa un museo archeologico davvero molto ricco in reperti. Sembra piccolo da chi lo osserva dall'esterno, ma entrando nelle sue sale ci si accorge di un'ampia dislocazione su quattro piani, di cui uno ipogeo. Ma andiamo per ordine, iniziamo dalla chiesa.
Il progetto architettonico è attribuito quasi unanimamente a Gian Giacomo Dolcebuono, già noto per la sua collaborazione alla realizzazione del tiburio del Duomo. In effetti la struttura laga forme neo-medioevali, romaniche e gotiche, fondendone le caratteristiche salienti in un movimento d'effetto. La volta a botte dell'aula, traversata da finte crociere, bene rappresenta la miscela di stili. Poggia su lunette nelle quali si aprono rosoni strombati da cui cala una luce insolita e molto suggestiva. (segue)
Insolitamente deserta, questa piccola chiesa, nasconde nel suo interno alcuni tesori davvero sorprendenti. Costruita su antiche rovine romane, di cui ancora si conservano ampi ruderi, rappresenta un pezzo di storia già a partire dall'età carolingia. Il sito dunque è davvero antico, mantre l'edificio attuale risale al 1503, pur con rimaneggiamenti anche radicali.
E' annesso alla chiesa un museo archeologico davvero molto ricco in reperti. Sembra piccolo da chi lo osserva dall'esterno, ma entrando nelle sue sale ci si accorge di un'ampia dislocazione su quattro piani, di cui uno ipogeo. Ma andiamo per ordine, iniziamo dalla chiesa.
Il progetto architettonico è attribuito quasi unanimamente a Gian Giacomo Dolcebuono, già noto per la sua collaborazione alla realizzazione del tiburio del Duomo. In effetti la struttura laga forme neo-medioevali, romaniche e gotiche, fondendone le caratteristiche salienti in un movimento d'effetto. La volta a botte dell'aula, traversata da finte crociere, bene rappresenta la miscela di stili. Poggia su lunette nelle quali si aprono rosoni strombati da cui cala una luce insolita e molto suggestiva. (segue)
*** Cercar di far bene e non di far molto. (A. L. Lavoisier) ***