2017-06-29, 20:32 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2017-06-30, 17:13 da Mario.)
Quasi tutti i metodi gravimetrici usati per la determinazione dell'oro si basano sulla riduzione del clorocomplesso a metallo.
Spesso e volentieri , specialmente per piccole quantità, l'oro si separa parzialmente sotto forma di particelle finemente suddivise che non vengono completamente trattenute anche dal filtro più fine. In altri casi parte del metallo rimane aderente alle pareti del beker con le ovvie conseguenze.
La situazione non migliora sostanzialmente con l'impiego di reagenti organici. Il precipitato che si forma non ha quasi mai una composizione costante e riproducibile e questo costringe l'analista ad eliminare la parte organica mediante incenerimento e pesare il metallo tal quale perdendo così il vantaggio di un favorevole peso molecolare.
Questo stato di cose ebbe fine quando, all'inizio degli anni '60, si dimostrarono i vantaggi nell'uso dell'acido tioglicolico come agente precipitante.
Eccoci allora a presentare questa metodica e verificarne l'efficacia.
Si parte, come al solito, con qualche spezzone di scheda elettronica, di quelle con i contatti dorati. Per semplificare seleziono solo parti senza lega Sn-Pb, altrimenti avrei dovuto procedere alla loro separazione e perdere tempo.
L'attacco è sempre quello con acqua regia tiepida. Dopo dissoluzione si riprende con poco HCl e si tira quasi a secco su piastra calda. Rimane un residuo salino umido di colore verde. Dopo aver sciolto in poca acqua i sali si filtra e si trasferisce in una provetta. Si procede alla separazione dell'oro dagli elementi interferenti operando un'estrazione con solvente organico (etere isopropilico) in ambiente acido per HCl 6N. Per sicurezza ho aggiunto alcune goccie di H3PO4 per impedire l'estrazione del ferro.
Tutto l'oro passa nell'etere conferendogli una netta colorazione gialla.
Si pipetta la fase organica trasferendola in un beker da 50 ml. L'operazione di estrazione va ripetuta almeno altre tre volte in modo da avere certezza quantitativa. Gli estratti vengono fatti evaporare fino a quasi secchezza. Si riprende con ca. 20 ml di acqua acidificata con HCl e si fa bollire per espellere il solvente residuo.
Infine si aggiungono 15 ml di HCl 37% e tanta acqua per fare 45 ml. Sotto agitazione si aggiungono a freddo 5 ml di acido tioglicolico al 10%. Si forma un precipitato fioccoso bianco.
Si lascia digerire a bagnomaria bollente per 1 ora circa. Il precipitato prende un colore giallo chiaro.
Si filtra su carta fascia nera lavando con acqua distillata. Il filtrato ha un leggero colore rosato e viene scartato.
La quantità di precipitato che rimane sul filtro dopo essiccazione è molto piccola ma va detto che la quantità di oro era davvero bassa.
Il precipitato aderisce fortemente alle fibre di cellulosa e riesce impossibile staccarlo. Si consiglia pertanto di eseguire la filtrazione su Gooch e di essiccare il composto a 115 °C prima della pesata.
Il composto ottenuto ha formula C2H3O2SAu. Il fattore analitico è perciò uguale a 0,684
saluti
Mario
Spesso e volentieri , specialmente per piccole quantità, l'oro si separa parzialmente sotto forma di particelle finemente suddivise che non vengono completamente trattenute anche dal filtro più fine. In altri casi parte del metallo rimane aderente alle pareti del beker con le ovvie conseguenze.
La situazione non migliora sostanzialmente con l'impiego di reagenti organici. Il precipitato che si forma non ha quasi mai una composizione costante e riproducibile e questo costringe l'analista ad eliminare la parte organica mediante incenerimento e pesare il metallo tal quale perdendo così il vantaggio di un favorevole peso molecolare.
Questo stato di cose ebbe fine quando, all'inizio degli anni '60, si dimostrarono i vantaggi nell'uso dell'acido tioglicolico come agente precipitante.
Eccoci allora a presentare questa metodica e verificarne l'efficacia.
Si parte, come al solito, con qualche spezzone di scheda elettronica, di quelle con i contatti dorati. Per semplificare seleziono solo parti senza lega Sn-Pb, altrimenti avrei dovuto procedere alla loro separazione e perdere tempo.
L'attacco è sempre quello con acqua regia tiepida. Dopo dissoluzione si riprende con poco HCl e si tira quasi a secco su piastra calda. Rimane un residuo salino umido di colore verde. Dopo aver sciolto in poca acqua i sali si filtra e si trasferisce in una provetta. Si procede alla separazione dell'oro dagli elementi interferenti operando un'estrazione con solvente organico (etere isopropilico) in ambiente acido per HCl 6N. Per sicurezza ho aggiunto alcune goccie di H3PO4 per impedire l'estrazione del ferro.
Tutto l'oro passa nell'etere conferendogli una netta colorazione gialla.
Si pipetta la fase organica trasferendola in un beker da 50 ml. L'operazione di estrazione va ripetuta almeno altre tre volte in modo da avere certezza quantitativa. Gli estratti vengono fatti evaporare fino a quasi secchezza. Si riprende con ca. 20 ml di acqua acidificata con HCl e si fa bollire per espellere il solvente residuo.
Infine si aggiungono 15 ml di HCl 37% e tanta acqua per fare 45 ml. Sotto agitazione si aggiungono a freddo 5 ml di acido tioglicolico al 10%. Si forma un precipitato fioccoso bianco.
Si lascia digerire a bagnomaria bollente per 1 ora circa. Il precipitato prende un colore giallo chiaro.
Si filtra su carta fascia nera lavando con acqua distillata. Il filtrato ha un leggero colore rosato e viene scartato.
La quantità di precipitato che rimane sul filtro dopo essiccazione è molto piccola ma va detto che la quantità di oro era davvero bassa.
Il precipitato aderisce fortemente alle fibre di cellulosa e riesce impossibile staccarlo. Si consiglia pertanto di eseguire la filtrazione su Gooch e di essiccare il composto a 115 °C prima della pesata.
Il composto ottenuto ha formula C2H3O2SAu. Il fattore analitico è perciò uguale a 0,684
saluti
Mario