Piccola pausa chimica e momentaneo scantonamento nell'elettronica...

Tempo fa mi sono procurato una cella di Peltier per sperimentare un po' con questo interessante dispositivo. Dico solo due parole al riguardo perchè si trova tutto quello che si vuole in rete: una cella di Peltier è una piastrina quadrata di allumina (la mia è mm 40x40) contenente un materiale semiconduttore che alimentato opportunamente trasferisce calore da una superficie a quella opposta; in pratica un lato della piastrina diventa molto calda e l'altra molto fredda. Ovvio che l'impiego di queste celle è per "creare" il freddo, perchè per scaldare basta una volgare resistenza e la legge di Ohm. Fine delle due parole di teoria.
Ho assemblato la cella a "panino imbottito": in mezzo al posto del salame c'è la cella, dalla parte "calda" un dissipatore di calore molto efficiente con ventolina, dalla parte "fredda" un radiatorino di rame (ex raffreddante per schede grafiche di PC). Le fotografie dovrebbero commentarsi da sole.
Il becker conteneva inizialmente acqua a 23° e dopo circa mezz'ora (quando ho fatto la foto) era a 8°, come ben si vede dal termometro e dalla condensa. Se avessi aspettato di più si sarebbe raffreddata ulteriormente.
Tutto sembra facile e comodo, ma l'inconveniente di questi dispositivi è il rendimento molto basso; nel caso in oggetto i dati di alimentazione si possono vedere dall'ultima foto: 3,8 A a 14 V, più di 50 W di assorbimento!
Ho cercato di essere più breve possibile; se qualcuno è interessato alla parte realizzativa di questa sperimentazione e ha dei dubbi chieda; sulla parte teorica spendere un po' di fatica in rete.
(Da domani si ritorna in carreggiata e mano alle provette...
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Tempo fa mi sono procurato una cella di Peltier per sperimentare un po' con questo interessante dispositivo. Dico solo due parole al riguardo perchè si trova tutto quello che si vuole in rete: una cella di Peltier è una piastrina quadrata di allumina (la mia è mm 40x40) contenente un materiale semiconduttore che alimentato opportunamente trasferisce calore da una superficie a quella opposta; in pratica un lato della piastrina diventa molto calda e l'altra molto fredda. Ovvio che l'impiego di queste celle è per "creare" il freddo, perchè per scaldare basta una volgare resistenza e la legge di Ohm. Fine delle due parole di teoria.
Ho assemblato la cella a "panino imbottito": in mezzo al posto del salame c'è la cella, dalla parte "calda" un dissipatore di calore molto efficiente con ventolina, dalla parte "fredda" un radiatorino di rame (ex raffreddante per schede grafiche di PC). Le fotografie dovrebbero commentarsi da sole.
Il becker conteneva inizialmente acqua a 23° e dopo circa mezz'ora (quando ho fatto la foto) era a 8°, come ben si vede dal termometro e dalla condensa. Se avessi aspettato di più si sarebbe raffreddata ulteriormente.
Tutto sembra facile e comodo, ma l'inconveniente di questi dispositivi è il rendimento molto basso; nel caso in oggetto i dati di alimentazione si possono vedere dall'ultima foto: 3,8 A a 14 V, più di 50 W di assorbimento!
Ho cercato di essere più breve possibile; se qualcuno è interessato alla parte realizzativa di questa sperimentazione e ha dei dubbi chieda; sulla parte teorica spendere un po' di fatica in rete.
(Da domani si ritorna in carreggiata e mano alle provette...
