2021-03-26, 22:15
Bella domanda.
Il nostro mondo oggi è pieno di nozioni sbagliate. Pensiamo, per esempio, ai terrapiattisti. Se accadono fenomeni di questo genere, se non c’è più differenza tra scienza e fantascienza, allora vuol dire che noi come scienziati abbiamo fallito nel dare il messaggio giusto su quale sia la vera natura della scienza.
Ognuno saprà dire la sua, quindi io dico la mia (e lascio a voi la risposta alla domanda): oggi più che mai c'è troppa disinformazione, la Scienza è troppo spesso presa o meglio rubata per giustificare certi atteggiamenti e pensieri che di scientifico non hanno nulla. Oggi si tenda a definirsi scienziati senza aver la benché minima idea di cosa sia la Scienza, come funzioni e a cosa porti.
Oggi, vuoi per la facilità con cui si trovano le informazioni, vuoi per l'idea che basti leggere due righe su Internet, tutti si assurgono ad esperti di qualsiasi cosa. E purtroppo credono a qualsiasi cosa il primo ciarlatano dica, o scriva.
Di esempi ne abbiamo quanti ne volete: la Terra piatta o cava, le missioni Apollo, la cura per il cancro, i vaccini, eccetera. Scegliete il vostro preferito.
A questo punto, ti viene da pensare: allora, perché fare scienza? Qual è lo scopo del fare scienza?
La domanda più importante di tutte è però quella che si fanno moltissime persone: la società cosa ottiene da tutta questa ricerca? La risposta è ovvia per me, perché le risposte sono chiare, scientificamente, tecnologicamente e praticamente. Ma il fatto che le persone pongano questa domanda dimostra un fraintendimento di quello che è la scienza, e significa che dobbiamo migliorare la nostra capacità di comunicare i metodi e le intenzioni della scienza.
C’è un’altra ragione per cui il momento condiviso da uno scienziato con un non specialista è fondamentale: può essere uno dei modi più efficaci per contrastare gli atteggiamenti anti-scientifici, e può aiutare a dissuadere le persone da molte convinzioni pseudoscientifiche, che è uno dei problemi più importanti che il mondo deve affrontare oggi.
Pensa un attimo alle conseguenze di ciò che stiamo vivendo: l’attuale tendenza verso il pensiero pseudoscientifico contribuisce, per esempio, a non combattere efficacemente il riscaldamento globale, o alla sfiducia irrazionale nei vaccini, o a promulgare il concetto screditato di “scienza della razza”.
Il compito della divulgazione scientifica è molto chiaro e può essere riassunto in un unico messaggio: la scienza non è un tentativo segreto ed elitario, ma è il metodo migliore che noi esseri umani abbiamo a nostra disposizione per rispondere a domande fondamentali. E la scienza dovrebbe appartenere a tutti.
Consiglio del prof. Bressanini per tutti coloro che vorranno/vogliono fare i divulgatori scientifici: http://bressanini-lescienze.blogautore.e...vulgatori/
Il nostro mondo oggi è pieno di nozioni sbagliate. Pensiamo, per esempio, ai terrapiattisti. Se accadono fenomeni di questo genere, se non c’è più differenza tra scienza e fantascienza, allora vuol dire che noi come scienziati abbiamo fallito nel dare il messaggio giusto su quale sia la vera natura della scienza.
Ognuno saprà dire la sua, quindi io dico la mia (e lascio a voi la risposta alla domanda): oggi più che mai c'è troppa disinformazione, la Scienza è troppo spesso presa o meglio rubata per giustificare certi atteggiamenti e pensieri che di scientifico non hanno nulla. Oggi si tenda a definirsi scienziati senza aver la benché minima idea di cosa sia la Scienza, come funzioni e a cosa porti.
Oggi, vuoi per la facilità con cui si trovano le informazioni, vuoi per l'idea che basti leggere due righe su Internet, tutti si assurgono ad esperti di qualsiasi cosa. E purtroppo credono a qualsiasi cosa il primo ciarlatano dica, o scriva.
Di esempi ne abbiamo quanti ne volete: la Terra piatta o cava, le missioni Apollo, la cura per il cancro, i vaccini, eccetera. Scegliete il vostro preferito.
A questo punto, ti viene da pensare: allora, perché fare scienza? Qual è lo scopo del fare scienza?
La domanda più importante di tutte è però quella che si fanno moltissime persone: la società cosa ottiene da tutta questa ricerca? La risposta è ovvia per me, perché le risposte sono chiare, scientificamente, tecnologicamente e praticamente. Ma il fatto che le persone pongano questa domanda dimostra un fraintendimento di quello che è la scienza, e significa che dobbiamo migliorare la nostra capacità di comunicare i metodi e le intenzioni della scienza.
Cambiare i punti di vista delle persone sulla ricerca è difficile, ma un modo per farlo è tornare alle domande fondamentali che guidano la ricerca scientifica.
Chi siamo noi? Dove stiamo andando? Come funziona il mondo che ci circonda? Gli esseri umani sono naturalmente affascinati da queste domande filosofiche, perché siamo curiosi di sapere come funziona la natura, e inquadrare la nostra ricerca in questo modo ha un effetto molto potente nel comunicare la scienza al pubblico.C’è un’altra ragione per cui il momento condiviso da uno scienziato con un non specialista è fondamentale: può essere uno dei modi più efficaci per contrastare gli atteggiamenti anti-scientifici, e può aiutare a dissuadere le persone da molte convinzioni pseudoscientifiche, che è uno dei problemi più importanti che il mondo deve affrontare oggi.
Pensa un attimo alle conseguenze di ciò che stiamo vivendo: l’attuale tendenza verso il pensiero pseudoscientifico contribuisce, per esempio, a non combattere efficacemente il riscaldamento globale, o alla sfiducia irrazionale nei vaccini, o a promulgare il concetto screditato di “scienza della razza”.
Il compito della divulgazione scientifica è molto chiaro e può essere riassunto in un unico messaggio: la scienza non è un tentativo segreto ed elitario, ma è il metodo migliore che noi esseri umani abbiamo a nostra disposizione per rispondere a domande fondamentali. E la scienza dovrebbe appartenere a tutti.
Consiglio del prof. Bressanini per tutti coloro che vorranno/vogliono fare i divulgatori scientifici: http://bressanini-lescienze.blogautore.e...vulgatori/
La chimica è una cosa che serve a tutto. Serve a coltivarsi, serve a crescere, serve a inserirsi in qualche modo nelle cose concrete.