
Forse qualcuno di voi si sarà scordato dei post sulle terre rare e forse qualcun'altro si starà chiedendo se l'iniziativa è stata abbandonata o meno. Beh, non ho abbandonato nulla e sto lavorando da un po' con Nd e Pr come avevo già detto. Per il primo, che non perderò occasione di maledire, ho ancora bisogno di tempo per ottenerlo in forma decente. Pr invece è "pronto" per essere posto alla vostra attenzione.
Ecco qui il metallo, 100g:
Da una ventina di grammi circa di metallo ho preparato il cloruro, con l'arcinoto "tuffo nell'acido":
Trattasi di un solido cristallino di un bellissimo verde che forma facilmente soluzioni sovrasature dalle quali cristallizza come ammasso per raffreddamento veloce. E' ovviamente igroscopico, ma comunque gestibile: con un po' di accortezze lo si tiene facilmente allo stato solido; una capsulina contenente del sale da utilizzare per il passaggio successivo l'ho tenuta aperta per una settimana e solo verso il 9° giorno PrCl3 ha incominciato a sciogliersi.
Ho notato però degli "annerimenti" superficiali sul cloruro e, dopo aver fatto qualche test, ho scoperto che conteneva una certa quantità, non troppo alta di Fe (la purezza del metallo superava il 99% e HCl era a grado analitico). E' bastato sciogliere il sale e far gorgogliare nella soluzione qualche lenta bollicina di O2 per un po' di tempo per ossidare tutto Fe2+ a Fe3+ che, trovandosi poi in difetto di ioni Cl-, è precipitato come idrossido. Dopo filtrazione, anche il Montequi ha dato esito negativo per Fe3+, mentre il mercaptoacetato d'ammonio ha negato la presenza di Fe2+. Anche il colore della soluzione era notevolmente migliorato:
La purificazione dal ferro è stata fatta solo sulla quota di cloruro che avevo deciso di utilizzare per il passaggio successivo. I restanti 20g di cloruro che ho ottenuto li ho conservati solidi senza purificazione, che eventualmente effettuerò con più calma in un altro momento.
Dal liquido della foto precedente ho preparato l'idrossido tramite aggiunta di un eccesso di NaOH e successivi sciacqui. Qui ho un consiglio da dare: per evitare, soprattutto con le terre rare, la formazione di soluzioni colloidali di idrossidi mooolto molto difficilmente filtrabili (pensare che queste soluzioni faticano ad inumidire la carta assorbente, tanto trattengono l'acqua!!), consiglio di versare direttamente molte scaglie di idrossido di sodio nella soluzione satura del sale da trasformare e aggiungere pian piano acqua, mescolando e scaldando a fiamma media. Occorre fare attenzione, perchè la soda può reagire violentemente con acqua calda, ma la maggior parte dell'idrossido si compatterà in una polvere sottile e uniforme, che precipita molto velocemente.
Ecco l'ossido di praseodimio (III), ottenuto per blando riscaldamento dell'idrossido:
Ma la destinazione ultima di quella parte di PrCl3 che non ho conservato non era Pr2O3, bensì l'altro ossido noto del praseodimio, Pr6O11, costituito da una miscela di Pr2O3 e PrO2.
E' bastato scaldare Pr2O3 con fiamma a butano in un crogiolo largo, che facesse entrare facilmente l'ossigeno atmosferico. La fiamma è conveniente indirizzarla sul fondo del crogiolo e non direttamente sull'ossido. La conversione sarà abbastanza veloce; è conveniente polverizzare preventivamente tutto il Pr2O3 e mescolare di continuo, fino a che non si otterrà una polvere di un color marrone scuro davvero molto bello, quasi nero, che pare vellutato. Purtroppo la foto non è riuscita a cogliere l'esatta tonalità di marrone, che è dovuta forse più ad un aspetto "cangiante" che ad un vero unico colore.
In foto i 6g di Pr6O11 che ho ottenuto:
Con il praseodimio non ho ancora del tutto terminato. Infatti non dimentico il favore che mi aveva fatto Chimico postandomi la procedura per la preparazione del complesso tra dibenzoilmetano ed Eu(III). La mia intenzione è di provare con Pr(III) e fermarmi al tris(1,3-difenil-1,3-propandion)acquopraseodimio (III). Vi farò sapere in una discussione a parte i risultati ottenuti, in caso siano positivi; altrimenti posterò qui un eventuale esito negativo. Ringrazio infine Al che mi aveva fornito preziosi consigli circa la preparazione dell'ossido di praseodimio (III,IV).
Ecco qui il metallo, 100g:
Da una ventina di grammi circa di metallo ho preparato il cloruro, con l'arcinoto "tuffo nell'acido":
Trattasi di un solido cristallino di un bellissimo verde che forma facilmente soluzioni sovrasature dalle quali cristallizza come ammasso per raffreddamento veloce. E' ovviamente igroscopico, ma comunque gestibile: con un po' di accortezze lo si tiene facilmente allo stato solido; una capsulina contenente del sale da utilizzare per il passaggio successivo l'ho tenuta aperta per una settimana e solo verso il 9° giorno PrCl3 ha incominciato a sciogliersi.
Ho notato però degli "annerimenti" superficiali sul cloruro e, dopo aver fatto qualche test, ho scoperto che conteneva una certa quantità, non troppo alta di Fe (la purezza del metallo superava il 99% e HCl era a grado analitico). E' bastato sciogliere il sale e far gorgogliare nella soluzione qualche lenta bollicina di O2 per un po' di tempo per ossidare tutto Fe2+ a Fe3+ che, trovandosi poi in difetto di ioni Cl-, è precipitato come idrossido. Dopo filtrazione, anche il Montequi ha dato esito negativo per Fe3+, mentre il mercaptoacetato d'ammonio ha negato la presenza di Fe2+. Anche il colore della soluzione era notevolmente migliorato:
La purificazione dal ferro è stata fatta solo sulla quota di cloruro che avevo deciso di utilizzare per il passaggio successivo. I restanti 20g di cloruro che ho ottenuto li ho conservati solidi senza purificazione, che eventualmente effettuerò con più calma in un altro momento.
Dal liquido della foto precedente ho preparato l'idrossido tramite aggiunta di un eccesso di NaOH e successivi sciacqui. Qui ho un consiglio da dare: per evitare, soprattutto con le terre rare, la formazione di soluzioni colloidali di idrossidi mooolto molto difficilmente filtrabili (pensare che queste soluzioni faticano ad inumidire la carta assorbente, tanto trattengono l'acqua!!), consiglio di versare direttamente molte scaglie di idrossido di sodio nella soluzione satura del sale da trasformare e aggiungere pian piano acqua, mescolando e scaldando a fiamma media. Occorre fare attenzione, perchè la soda può reagire violentemente con acqua calda, ma la maggior parte dell'idrossido si compatterà in una polvere sottile e uniforme, che precipita molto velocemente.
Ecco l'ossido di praseodimio (III), ottenuto per blando riscaldamento dell'idrossido:
Ma la destinazione ultima di quella parte di PrCl3 che non ho conservato non era Pr2O3, bensì l'altro ossido noto del praseodimio, Pr6O11, costituito da una miscela di Pr2O3 e PrO2.
E' bastato scaldare Pr2O3 con fiamma a butano in un crogiolo largo, che facesse entrare facilmente l'ossigeno atmosferico. La fiamma è conveniente indirizzarla sul fondo del crogiolo e non direttamente sull'ossido. La conversione sarà abbastanza veloce; è conveniente polverizzare preventivamente tutto il Pr2O3 e mescolare di continuo, fino a che non si otterrà una polvere di un color marrone scuro davvero molto bello, quasi nero, che pare vellutato. Purtroppo la foto non è riuscita a cogliere l'esatta tonalità di marrone, che è dovuta forse più ad un aspetto "cangiante" che ad un vero unico colore.
In foto i 6g di Pr6O11 che ho ottenuto:
Con il praseodimio non ho ancora del tutto terminato. Infatti non dimentico il favore che mi aveva fatto Chimico postandomi la procedura per la preparazione del complesso tra dibenzoilmetano ed Eu(III). La mia intenzione è di provare con Pr(III) e fermarmi al tris(1,3-difenil-1,3-propandion)acquopraseodimio (III). Vi farò sapere in una discussione a parte i risultati ottenuti, in caso siano positivi; altrimenti posterò qui un eventuale esito negativo. Ringrazio infine Al che mi aveva fornito preziosi consigli circa la preparazione dell'ossido di praseodimio (III,IV).