Praseodimio e sali

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Max Fritz

2011-06-13 09:22

Forse qualcuno di voi si sarà scordato dei post sulle terre rare e forse qualcun'altro si starà chiedendo se l'iniziativa è stata abbandonata o meno. Beh, non ho abbandonato nulla e sto lavorando da un po' con Nd e Pr come avevo già detto. Per il primo, che non perderò occasione di maledire, ho ancora bisogno di tempo per ottenerlo in forma decente. Pr invece è "pronto" per essere posto alla vostra attenzione.

Ecco qui il metallo, 100g:

Pr - 100g.JPG
Pr - 100g.JPG

Da una ventina di grammi circa di metallo ho preparato il cloruro, con l'arcinoto "tuffo nell'acido":

PrCl3-xH2O.JPG
PrCl3-xH2O.JPG
PrCl3-xH2O - 2.JPG
PrCl3-xH2O - 2.JPG

Trattasi di un solido cristallino di un bellissimo verde che forma facilmente soluzioni sovrasature dalle quali cristallizza come ammasso per raffreddamento veloce. E' ovviamente igroscopico, ma comunque gestibile: con un po' di accortezze lo si tiene facilmente allo stato solido; una capsulina contenente del sale da utilizzare per il passaggio successivo l'ho tenuta aperta per una settimana e solo verso il 9° giorno PrCl3 ha incominciato a sciogliersi.

Ho notato però degli "annerimenti" superficiali sul cloruro e, dopo aver fatto qualche test, ho scoperto che conteneva una certa quantità, non troppo alta di Fe (la purezza del metallo superava il 99% e HCl era a grado analitico). E' bastato sciogliere il sale e far gorgogliare nella soluzione qualche lenta bollicina di O2 per un po' di tempo per ossidare tutto Fe2+ a Fe3+ che, trovandosi poi in difetto di ioni Cl-, è precipitato come idrossido. Dopo filtrazione, anche il Montequi ha dato esito negativo per Fe3+, mentre il mercaptoacetato d'ammonio ha negato la presenza di Fe2+. Anche il colore della soluzione era notevolmente migliorato:

PrCl3 sol.JPG
PrCl3 sol.JPG

La purificazione dal ferro è stata fatta solo sulla quota di cloruro che avevo deciso di utilizzare per il passaggio successivo. I restanti 20g di cloruro che ho ottenuto li ho conservati solidi senza purificazione, che eventualmente effettuerò con più calma in un altro momento.

Dal liquido della foto precedente ho preparato l'idrossido tramite aggiunta di un eccesso di NaOH e successivi sciacqui. Qui ho un consiglio da dare: per evitare, soprattutto con le terre rare, la formazione di soluzioni colloidali di idrossidi mooolto molto difficilmente filtrabili (pensare che queste soluzioni faticano ad inumidire la carta assorbente, tanto trattengono l'acqua!!), consiglio di versare direttamente molte scaglie di idrossido di sodio nella soluzione satura del sale da trasformare e aggiungere pian piano acqua, mescolando e scaldando a fiamma media. Occorre fare attenzione, perchè la soda può reagire violentemente con acqua calda, ma la maggior parte dell'idrossido si compatterà in una polvere sottile e uniforme, che precipita molto velocemente.

Ecco l'ossido di praseodimio (III), ottenuto per blando riscaldamento dell'idrossido:

Pr2O3.JPG
Pr2O3.JPG

Ma la destinazione ultima di quella parte di PrCl3 che non ho conservato non era Pr2O3, bensì l'altro ossido noto del praseodimio, Pr6O11, costituito da una miscela di Pr2O3 e PrO2.

E' bastato scaldare Pr2O3 con fiamma a butano in un crogiolo largo, che facesse entrare facilmente l'ossigeno atmosferico. La fiamma è conveniente indirizzarla sul fondo del crogiolo e non direttamente sull'ossido. La conversione sarà abbastanza veloce; è conveniente polverizzare preventivamente tutto il Pr2O3 e mescolare di continuo, fino a che non si otterrà una polvere di un color marrone scuro davvero molto bello, quasi nero, che pare vellutato. Purtroppo la foto non è riuscita a cogliere l'esatta tonalità di marrone, che è dovuta forse più ad un aspetto "cangiante" che ad un vero unico colore.

In foto i 6g di Pr6O11 che ho ottenuto:

Pr6O11.JPG
Pr6O11.JPG

Con il praseodimio non ho ancora del tutto terminato. Infatti non dimentico il favore che mi aveva fatto Chimico postandomi la procedura per la preparazione del complesso tra dibenzoilmetano ed Eu(III). La mia intenzione è di provare con Pr(III) e fermarmi al tris(1,3-difenil-1,3-propandion)acquopraseodimio (III). Vi farò sapere in una discussione a parte i risultati ottenuti, in caso siano positivi; altrimenti posterò qui un eventuale esito negativo. Ringrazio infine Al che mi aveva fornito preziosi consigli circa la preparazione dell'ossido di praseodimio (III,IV).

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ale93

2011-06-13 09:27

Molto interessante :-) Il cloruro ha un colore veramente fantastico *Sbav*

**R@dIo@TtIvO**

2011-06-13 09:34

Già belle le terre rare :-) e non solo il cloruro ha quel bel colore ma anche l'idrossido!!

quimico

2011-06-13 10:01

Il caro buon vecchio Cotton-Wilknson-Murillo-Bochmann, "Advanced Inorganic Chemistry" cita:

Solo pochi composti sono noti, essendo gli ossidi neri non-stechiometrici i più conosciuti, spesso formulati come Pr6O11, formati per riscaldamento di sali di PrIII o Pr2O3 all'aria.

"Pr6O11" si dissolve in acidi a dare PrIII(aq) e libera ossigeno, cloro, e così via, a seconda dell'acido usato.

Quando fluoruri alcalini miscelati nel corretto rapporto stechiometrico con sali di Pr sono scaldati in F2 a 300-500 °C, vengono ottenuti composti come NaPrF5 o Na2PrF6.

L'azione di HF anidro sull'ultimo produce PrF4, sebbene questo non possa essere ottenuto per diretta fluorazione di PrF3. C'è piccola evidenza che Pr(NO3)4 sia parzialmente formato per azione di N2O5 e O3 su PrO3.

Il praseodimio(IV) è un ossidante davvero energico: la coppia PrIV/PrIII è stata stimata possedere un potenziale di riduzione E0 di +2.9V. Questo potenziale è sufficiente affinché PrIV possa egli stesso ossidare l'acqua, così che la sua assenza in acqua non sia sorprendente.

Altre informazioni, giusto per completare la cosa:

Il praseodimio è un elemento chimico del 6° periodo, appartenente alla serie dei lantanidi e avente configurazione elettronica [Xe]4f35d16s2, numero atomico 59, peso atomico 140.907, m.p. 935 °C, b.p. 3017 °C e densità 6.7 g/cm3. In natura è presente un solo isotopo, il 141Pr, stabile; artificialmente sono stati ottenuti numerosi isotopi radioattivi a numeri di massa compresi tra 134 e 149, tutti a breve vita. Fu isolato nel 1885 come ossido da Auer von Welsbach a partire dalla cosiddetta didimia, miscela di ossidi di lantanidi (neodimio e praseodimio) proveniente dal minerale cerite dopo estrazione del lantanio e del cerio; il metallo fu preparato per la prima volta nel 1902 da Muthman per elettrolisi del cloruro fuso. Elemento piuttosto raro, è presente nella crosta terrestre in quantità di ca. 5 ppm (mai libero, ma in composti corrispondenti allo stato di ossidazione +3). A causa delle somiglianze nei valori di raggio ionico, è contenuto, insieme ai vari lantanidi e al lantanio, nei minerali del cerio, quali il fosfato monazite e il fluorocarbonato bastnaesite, i silicati allanite e cerite. Deve il suo nome (gemello verde) al colore verde dei suoi sali. Per separare il praseodimio dagli altri lantanidi e dal lantanio può essere usato il metodo di scambio ionico su resine in presenza di acido etilendiaminotetraacetico come complessante. Il praseodimio metallico può essere ottenuto per riduzione del trifluoruro anidro con calcio metallico, a 1000-1500 °C e sotto vuoto. Per elettrolisi di miscele fuse di alogenuri di lantanidi si possono ottenere direttamente le leghe come il cosiddetto didimio (ca. 24% Pr, 76% Nd) e il mischmetal (ca. 50% Ce, 22% La, 18% Nd, 5% Pr più altri lantanidi e Fe), quest'ultimo utilizzato quale agente disossidante e desolforante in metallurgia e in leghe piroforiche.

Il praseodimio è un metallo argenteo, paramagnetico a tutte le temperature, abbastanza tenero, duttile e malleabile. Chimicamente è assai reattivo e si ossida all'aria umida a t.a., per cui va mantenuto in atmosfera inerte; reagisce con gli acidi forti e deboli e con l'acqua (soprattutto a caldo) liberando idrogeno, mentre a temperature più elevate reagisce violentemente con gli alogeni e con questi tutti i non-metalli. Forma composti (generalmente di tipo ionico) in corrispondenza degli stati di ossidazione 2+, +3, +4; mentre lo stato +2 è pochissimo stabile, lo stato +3 (nel quale il praseodimio assomiglia molto a lantanio, cerio, neodimio) è quello che corrisponde alla maggior parte dei composti stabili (anche in soluzione acquosa), generalmente di colore verde chiaro. I composti del praseodimio corrispondenti allo stato +4 (che non possono esistere in soluzione acquosa) sono invece pochissimo stabili (meno dei corrispondenti composti del cerio) e agiscono da fortissimi ossidanti.

Il praseodimio e i suoi composti hanno impieghi piuttosto limitati.

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Max Fritz

2011-06-13 11:08

Ti ringrazio molto quimico!

Sulla reattività del metallo, di cui ho dimenticato di parlare nel post iniziale, posso dire che all'aria reagisce con una certa lentezza. In acqua fredda la reazione è quasi invisibile, in acqua calda si nota con facilità.

quimico

2011-06-13 11:12

infatti come detto reagisce di più a caldo in acqua. sulla reattività all'aria dipende dalle dimensioni... in fase massima come hai notato la reazione è lenta, se avessi polvere sarebbe diverso. ma questo già lo sai asd

al-ham-bic

2011-06-13 22:36

Ottimo lavoro... "as usual"... ;-)

Quicksilv3r

2011-06-13 22:49

Che invidia..

Ma ti pare giusto??? :-P

Ottimo lavoro davvero, anche se mi prende male... :-@

Max Fritz

2011-06-14 18:25

Grazia a tutti!!

Come promesso, vi presento il lavoro sul complesso tra Pr(III), acqua e dibenzoilmetano. Spero sia effettivamente riuscito, anche se non ho elementi certi per dirlo.

Ho seguito la procedura che mi aveva cercato Chimico, che ringrazio ancora molto!!

In un pallone a due colli da 250mL ho versato 48mL di acetone, 1,3g di dibenzoilmetano, 0,3g di KOH e 12mL di acqua. Ho montato a riflusso con refrigerante a serpentina e ho versato dal collo laterale, tramite imbuto gocciolatore, una soluzione di 0,74g di praseodimio (III) cloruro (2mmoli, calcolato sul prodotto eptaidrato) in 10mL di acqua. Ho poi sciacquato l'imbuto gocciolatore con pochi altri mL di acqua per assicurarmi che tutto il PrCl3 fosse finito nel pallone. Ho continuato il riflusso per 5 min. e ho lasciato raffreddare. A differenza di quanto diceva la procedura, il prodotto faticava a precipitare e ho dovuto far evaporare un po' di acetone e compensarlo con acqua, grattando contemporaneamente le pareti del pallone e raffreddando in bagno a ghiaccio per farlo precipitare definitivamente. In parte è precipitato come sostanza collosa/resinosa, che si è poi indurita. Il tutto è stato polverizzato, filtrato e sciacquato più volte con acqua distillata. Ho poi ricristallizzato da etanolo:acetone 1:1, ottenendo 1,02g di (mi auguro) tris(1,3-difenil-1,3-propandion)acquopraseodimio (III). Il prodotto si presenta come una polvere giallo scuro, inodore, solubile lentamente in acetone. Ad alte temperature non sembra decomporsi, ma fonde in una "melassa" arancione-giallastra, trasparente, che si indurisce per raffreddamento senza cristallizzare. E' leggermente fluorescente in giallo-verdastro agli UV-B, ma non presenta alcuna fluorescenza alla lampada di Wood.

Tris(dibenzoilmetan)acquopraseodimio (III) .JPG
Tris(dibenzoilmetan)acquopraseodimio (III) .JPG

I seguenti utenti ringraziano Max Fritz per questo messaggio: ale93

quimico

2011-06-14 18:48

bravo bravo. figata.

NaClO3

2011-06-14 19:04

finalmente mi usi un buon refrigerante a serpentina, complimenti (per il complesso, non per il refrigerante!)

**R@dIo@TtIvO**

2011-06-14 19:18

complimenti, come potresti accertarti che sia veramente il complesso con Pr(III) ??

NaClO3

2011-06-14 19:19

il praseodimio c'è, e non si scappa.

dici che fondendo non si decompone, ma l'acqua che compone l'acquoione non se ne va?

**R@dIo@TtIvO**

2011-06-14 19:24

mi sono spiegato male intendevo proprio quel complesso..

Max Fritz

2011-06-14 21:55

Dunque, accertarmi che sia esattamente quello è difficile analiticamente, penso ci si possa arrivare più logicamente.

L'acqua portando a fusione dovrebbe allontanarsi, infatti, dalla procedura che aveva postato Chimico (nella discussione "Brainstorming possibili sintesi";-) il secondo step prevedeva proprio la perdita dell'acqua, ma in condizioni troppo eccessive perchè potessi tentarla. Inoltre è previsto che fonda senza decomporsi, sempre da quanto aveva postato Chimico. Il dibenzoilmetano c'è necessariamente, altrimenti non avrebbe quel colore e non sarebbe solubile in acetone e non in acqua. A conti fatti direi che c'è una buona probabilità che si tratti del prodotto desiderato. Il dubbio mi sorgeva più per la mancanza di letteratura a riguardo che per altro (la procedura di cui parlavo ricordo che tratta il complesso con Eu(III), non con Pr): non potendo avere particolari conferme circa l'aspetto e quant'altro, mi riservo il beneficio del dubbio ;-)

al-ham-bic

2011-06-14 22:03

Ben detto tutto il discorso  si si

**R@dIo@TtIvO**

2011-06-15 08:40

mi hai convinto asd!

NaClO3

2011-06-15 14:23

non c'è da essere convinti o meno, scusa R@d, Max o Al che voi sappiate, non esiste un'analisi sistematica per questo tipo di composti?

ricerca di gruppi specifici della molecola, punto di fusione ecc?

**R@dIo@TtIvO**

2011-06-15 16:01

clor il discorso era convincente, so che servono prove..

Max Fritz

2012-10-23 18:53

Ho convertito anche in questa volta l'igroscopico sale che avevo preparato nel modo descritto nel primo post (in questo caso si trattava del cloruro di praseodimio (III)) in solfato, per aggiunta di acido solforico concentrato ad una soluzione satura di cloruro in acqua, raffreddamento, diluizione e precipitazione del solfato con acetone. La ricristallizzazione l'ho effettuata a freddo, poichè quando marco mi ha suggerito l'altro metodo, questo sale era già a buon punto e ho preferito dargli tempo. Verso la fine, mi si erano formate, ai bordi del recipiente, delle cristallizzazioni aciculari, costituite da aghetti sottilissimi e setosi, di un verde molto chiaro: a prima vista sembravano quasi muffe. Quotidianamente, man mano che si formavano, le facevo ricadere nel liquido, nel quale si ridiscioglievano in poco tempo, contribuendo ad accrescere i cristalli veri e propri.

E' interessante notare che il solfato microcristallino ha una tonalità di verde un po' azzurrata, quasi turchese, e molto molto chiara, mentre i cristalli sono di un verde acceso e brillante.

La soluzione di solfato con del ppt. indisciolto sul fondo:

Praseodimio solfato soluzione.JPG
Praseodimio solfato soluzione.JPG

E i cristalli alla luce della lampadina a fluorescenza:

Praseodimio solfato ottaidrato - 2.JPG
Praseodimio solfato ottaidrato - 2.JPG
Praseodimio solfato ottaidrato - 3.JPG
Praseodimio solfato ottaidrato - 3.JPG

I cristalli sono meno dettagliati di quelli di neodimio, anche se alcuni sono notevolmente più grandi (0,8mm di lato).

La quantità in foto è di 11,5g.

I seguenti utenti ringraziano Max Fritz per questo messaggio: Mario, ClaudioG., ale93