Quando l'occhio non ce la fa più

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Enotria

2012-04-15 17:20

Il nostro occhio ce la mette tutta, la nostra vista è magari acutissima, ma arriva il momento in cui gli oggetti che destano la nostra curiosità sono talmente minuscoli che diventano confusi ed i particolari si perdono.

E’ ora di ricorrere alla tecnologia o meglio, all’ottica, che ci può aiutare in diversi modi, con limiti diversi e costi diversi.

Il primo passo in genere è fatto con una semplice lente d’ingrandimento che ci permette di amplificare la nostra capacità visiva di alcune unità, al massimo si arriva al classico 10x, tanto usato dai gioiellieri per esaminare le imperfezioni delle gemme.

Ce la caviamo con pochi soldi, è abbastanza facile da utilizzare ed è diretta nel seguire un oggetto in movimento.

Notate che lo stesso principio vale anche se invece che guardare, noi vogliamo fotografare: in tal caso utilizziamo appunto delle lenti addizionali, che svolgono esattamente la stessa funzione.

Per coloro che vogliono fare il passo ulteriore ed entrare sul serio nel campo del realmente piccolo, la spesa successiva è in genere il microscopio stereoscopico.

E’ questi uno strumento già molto più costoso, ma dalle prestazioni quanto mai entusiasmanti. Ora gli ingrandimenti vanno dai 10x che era il limite della lente, ai 50x che rappresentano il limite dello stereo, ma c’è una grossa novità: ci si guarda dentro con entrambi gli occhi e si vede con un deciso effetto tridimensionale.

Finalmente, noi entriamo DENTRO al soggetto che osserviamo, lo vediamo come se noi fossimo degli gnomi che scoprono le lamelle di un fungo, l’occhio di una mosca, l’ala di una farfalla e, perché no, il viso arcigno di un monarca ritratto su di una moneta.

Ma non basta, un’altra caratteristica lo rende insostituibile: come la lente, anche lo stereo è diretto nella osservazione e gli oggetti li potete spostare senza errori. In questo modo diventa per noi molto facile lavorare sul soggetto ingrandito con mini attrezzi, che in genere sono aghi immanicati, piccole pinzette o, più spesso, le nostre stesse dita.

Economico stereoscopio a due soli ingrandimenti

Stereo_2.JPG
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Questo è quello che ci si può fare

Stereo_4.JPG
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Infine l’ultimo livello, quello dei professionisti, degli scienziati veri, quelli che non s'arrendono mai, il microscopio biologico !

Anche qui la spesa è non indifferente, come per lo stereo possiamo andare dai 100 Euro di un usato, ai mille e più del nuovo, ma non crediate che il prezzo incida molto sulla qualità della visione che vi verrà offerta o sulla qualità delle fotografie che riuscirete a fare. Voi potete benissimo acquistare su eBay un vecchio microscopio per 70 Euro ed ottenere risultati molto, ma molto migliori, di un plasticone nuovo da 500 !

Ma questo è tutto un altro discorso, la scelta fra usato e nuovo è troppo importante e merita un approfondimento a parte, pertanto la rimandiamo a data da destinarsi, per ora ho voluto solo farvi un esempio, nulla di più.

Un bellissimo microscopio degli anni 70

Vickers_2.JPG
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Una ultima osservazione: questi tre livelli di aiuto ottico nella visione non sono indipendenti e sostitutivi, ma ciascuno è propedeutico all'utilizzo dell'altro, ciascuno ha il suo campo di azione e tutti e tre si completano a vicenda.

Pertanto la logica dice di iniziare dal primo livello e poi proseguire con gli altri due in tempi successivi, ma alla fine, in ogni caso, sentirete la necessità di avere a disposizione tutto: lenti, stereoscopi e microscopi per entrare a pieno titolo dentro al fantastico micro mondo dell'infinitamente piccolo.

Prima di esaminare una fascia superiore di disponibilità economica e quindi con una più ampia scelta di strumenti, sarà meglio vedere cosa ci offre oggi il mercato del Nuovo.

La novità più grossa che ci viene detta entrando nel negozio di un venditore di microscopi, è che oggi gli obiettivi sono completamente diversi dai vecchi, sono di tipo “infinito”, per cui sono infinitamente migliori come qualità rispetto ai "vecchi" che ritroviamo fra l’usato.

Sfatiamo subito questa diceria ripulendola dalle chiacchiere dei venditori , o meglio, vediamo di riportarla nelle giuste dimensioni e di vedere cosa c’è di vero.

Gli obiettivi a coniugata infinita, questa la loro denominazione corretta, non sono certo la novità di oggi, venivano già costruiti anche un secolo fa, ma poi sono stati abbandonati perché non davano alcun vantaggio reale.

Sono stati ripresi in questi ultimi anni dalle fabbriche, semplicemente perché si è visto che ora danno dei grossi vantaggi nella costruzione meccanica, semplificando di molto la progettazione dei microscopi e, quindi, riducendone il costo di produzione.

Per farmi capire meglio, vi faccio un esempio reale: con i vecchi microscopi, l’inserimento di un qualsiasi accessorio comportava una modifica nella progettazione dello strumento, con aggiunta di lenti o con la sostituzione degli obiettivi con altri di tipo diverso, per cui la modifica era estremamente costosa.

Nei nuovi microscopi, questo non è più necessario, io posso interporre un illuminatore episcopico senza dover modificare nulla, posso allungare o accorciare come voglio il microscopio senza dover apportare nessuna altra variazione e, sopratutto, senza alcun costo aggiuntivo.

Ma non c’è assolutamente nessun aumento della qualità negli obiettivi, che anzi, non di rado, possono essere anche scambiati e mescolati con quelli "vecchi".

Zeiss Axioskop con ob. infinito misti ad ob. 160mm.

Ob_Misti.JPG
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(segue)

Requisiti meccanici ed ottici

Come minimo, una buona struttura, stabile e robusta, con una buona attenzione per l’ergonomia, visto che in futuro la nostra schiena non migliorerà di certo.

Poi certamente ci sarebbe molto utile la possibilità di sostituire il rotore porta obiettivi, in questo modo noi possiamo avere già pronto il rotore con gli obiettivi per il CdF e, magari, un altro già predisposto con gli obiettivi per lavorare in episcopia e, perché no, un terzo con obiettivi di alta qualità, magari un quarto con gli obiettivi per la ricerca su strutture vitali ed in pieno sviluppo, e poi . . . . e poi . . . .

Peccato solo che la sostituzione del revolver sia possibile solo su pochi microscopi con caratteristiche professionali, perché è veramente molto comoda.

Indispensabile poi la presenza della testata fotografica e, se vi è possibile, sceglietela con la possibilità di parzializzare la luce fra oculari e ripresa. In questo modo il lavoro diventa veramente comodissimo, si guarda e si fotografa senza più intervenire sul microscopio.

Secondo me, anche la dotazione di un polarizzatore è sempre indispensabile in mille occasioni, io vi consiglio vivamente di montarlo, anche dato il suo basso costo. Piuttosto, controllate che la polarizzazione sia facilmente escludibile, in modo da non penalizzare inutilmente la luminosità.

Per l’illuminazione, data per scontata la presenza del Kholer, la scelta fra led e lampade alogene non è essenziale, fate come preferite, accertatevi però che le lampade siano facilmente reperibili ed abbiano un costo umano, altrimenti passate senza troppi rimpianti ad un buon led.

In tutti i casi garantitevi una buona riserva di luminosità e di potenza, vedrete che in futuro non sarà mai abbastanza, vi sono tecniche come ad esempio il Campo Oscuro, lo stesso CdF, la polarizzazione ed altre, che la luce se la mangiano come fosse pane e vedrete che non sarà mai troppa.

Nella foto un vecchio microscopio, ma dotato di tutti questi requisiti e molti altri in più, un ottimo Zeiss Standard WL nelle sue tre versioni successive.

Zeiss Standard WL

Zeiss_WL.jpg
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Parliamo ora di marche e modelli e, già che li citiamo per nome, anche di prezzi.

Andiamo in casa Zeiss, nel settore dell’usato troviamo i grandi microscopi del passato, primi fra tutti il famoso Universal ed il suo fratellino più piccolo, lo Standard WL. Con la dotazione che abbiamo descritto, con CdF e testata trinoculare, la cifra andrà tra i 1000 ed i 1500 Euro.

Se invece vogliamo stare sul moderno, come minimo partiamo dall’Axioskop, quindi con spese attorno ai 4000 Euro se nuovo o sui 2000 se usato.

Passiamo alla Nikon, qui nell’usato troviamo la serie Optiphot ed il Labophot 2A come usato di qualità, mentre sul nuovo passiamo alla serie Eclipse, però con spese che vanno ben oltre i 5000 e, da ben considerare, visto che ciascun obiettivo non costa mai meno di 1000 Euro ciascuno, anche se usato.

Nikon Optiphot-2

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In casa Leitz abbiamo alcuni modelli molto validi, tipo Diaplan, Orthoplan, ecc., ma il loro prezzo sarà sempre oltre i 1500 Euro, naturalmente per strumenti usati.

Come nuovo non abbiamo nulla, anche perché non esiste più la Leitz, ma la nuova Leica, con prezzi al di fuori delle normali tasche.

Stesso discorso vale per l’Olympus, abbiamo degli ottimi usati, ma a prezzi sempre superiori ai 1500 Euro ed un nuovo assolutamente improponibile.

Possiamo forse riaprire il discorso Wild, ma solo se vi piace il suo gusto ampiamente retrò: la qualità è ai massimi livelli, non c’è discussione, ed il prezzo per un Wild M20 con trinoculare, contrasto di fase ed ottimi obiettivi alla fluorite si mantiene normalmente sotto i mille Euro, ma l’aspetto è decisamente funereo.

Zeiss Axioskop

Axio_2.JPG
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Vi chiedo scusa, ma non sapevo del limite dei 10.000 caratteri in ciascun messaggio, purtroppo ho dovuto tagliare del testo per riuscire a postarlo ed ho fatto ancora più confusione ! azz! Blush

Vedrò di risolvere il problema con l'amministrazione del Forum, che già in altre occasioni si è dimostrata quanto mai disponibile e comprensiva.

Cordiali saluti

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MVC-455F.JPG
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I seguenti utenti ringraziano Enotria per questo messaggio: pelle96, Dott.MorenoZolghetti, Rusty, None

pelle96

2012-04-16 08:19

Grazie mille Enotria!

Per la cronaca: ora si riesce a visualizzare anche dal Suo sito!

Beefcotto87

2012-04-16 08:22

Pelle, evita se puoi di scrivere messaggi che non apportino nulla al forum ("grazie", "lo farò", ecc...), grazie! Per ringraziare c'è il tasto apposito, per comunicazioni private gli MP. Il messaggio sarà cancellato.