2014-12-20, 16:27 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2015-03-23, 11:13 da Utente dell'ex MyttexAnswers.)
Buongiorno,
qualcuno tra voi, leggendo il titolo, avrà pensato all'ennesima preparazione dell'arcinoto sapone da bucato.
Non lo nego, ma il motivo di questa sintesi è quello di ottenere un prodotto sufficientemente puro da usarsi per scopi analitici.
E per farlo occorre partire da materie prime di qualità, cercando di replicare il più fedelmente possibile quel metodo usato due secoli orsono nelle città portuali della Francia meridionale. A dire il vero, il sapone era conosciuto e fabbricato da almeno un millennio, ma quello che si otteneva era piuttosto impuro a causa delle materie caustiche impiegate, principalmente ceneri di vegetali e calce.
Poi accadde un fatto notevole: in un'unica località, Marsiglia per l'appunto, si ritrovarono contemporaneamente presenti e per la prima volta nella storia tutti quei fattori che fecero da innesco alla nascita della moderna industria saponiera, almeno fino alla scoperta dei moderni detergenti sintetici.
L'ultimo tassello, quello che permise il salto di qualità, era la soda caustica prodotta industrialmente attraverso la reazione tra il carbonato di sodio e la calce idrata. Il resto era già presente da secoli: Olio di oliva (uno dei trigliceridi più facile da saponificare), acqua di mare (per separare meglio il sapone dalla massa di reazione), un porto dove far affluire con facilità le materie prime, una nazione in piena espansione economica e industriale nella quale la nascente scienza della chimica già vantava pionierii illustri. E poi la presenza nel territorio di una affermata e lunga tradizione manifatturiera.
Il risultato è sbalorditivo se si pensa che nel 1827 a Marsiglia si producevano qualcosa come 250000 quintali di sapone (da P.Baud, L'industrie chimique en France).
Ma ora è tempo di descrivere nei dettagli il procedimento.
Ingredienti:
100 g di olio di oliva
13,4 g di NaOH
- soluzione acquosa satura di cloruro di sodio (salamoia)
Procedimento:
Si mette l’olio di oliva in un beker da 600 mL e si scalda a 50 °C
A parte si scioglie l’NaOH in 30 g di acqua e si porta a 50 °C.
Sotto forte agitazione si aggiunge lentamente questa soluzione all’olio.
Si porta lentamente la temperatura a 100 °C con bagnomaria bollente, si copre con un vetro d’orologio e si lascia reagire, rabboccando frequentemente l’acqua che evapora.
Il contenuto del beker assume da subito un aspetto lattiginoso e già dopo 1 ora si può osservare una copiosa separazione di sapone sotto forma di grumi. Man mano la consistenza della massa aumenta e ad un certo punto occorre aggiungere acqua supplementare per permettere all’ancoretta magnetica di girare. Dopo circa 2 ore il tutto sarà diventato talmente viscoso che solo con l'aiuto di una spatola è ancora possibile rimescolare.
La reazione di saponificazione è allora terminata e questo è l'aspetto della massa di reazione:
Si riempie quindi il beker con una salamoia satura di NaCl e si prosegue, sotto costante agitazione, nella cottura a bagnomaria per un paio d’ore a 80 °C circa.
Si lascia raffreddare molto lentamente per alcune ore isolando termicamente il beker.
Si separano così due fasi: quella sopra di colore bianco è il sapone mentre quella limpida inferiore contiene la salamoia + glicerina.
Raccogliere per decantazione il sapone e trasferirlo in un altro beker dove si ripete il trattamento con salamoia già descritto. Raccogliere il sapone ( se possibile centrifugarlo per drenare ogni traccia di soluzione acquosa) ed essiccarlo a 50 °C per alcuni giorni. Si ottiene così il sapone di Marsiglia sotto forma una massa facilmente sbriciolabile di colore avorio.
saluti
Mario
qualcuno tra voi, leggendo il titolo, avrà pensato all'ennesima preparazione dell'arcinoto sapone da bucato.
Non lo nego, ma il motivo di questa sintesi è quello di ottenere un prodotto sufficientemente puro da usarsi per scopi analitici.
E per farlo occorre partire da materie prime di qualità, cercando di replicare il più fedelmente possibile quel metodo usato due secoli orsono nelle città portuali della Francia meridionale. A dire il vero, il sapone era conosciuto e fabbricato da almeno un millennio, ma quello che si otteneva era piuttosto impuro a causa delle materie caustiche impiegate, principalmente ceneri di vegetali e calce.
Poi accadde un fatto notevole: in un'unica località, Marsiglia per l'appunto, si ritrovarono contemporaneamente presenti e per la prima volta nella storia tutti quei fattori che fecero da innesco alla nascita della moderna industria saponiera, almeno fino alla scoperta dei moderni detergenti sintetici.
L'ultimo tassello, quello che permise il salto di qualità, era la soda caustica prodotta industrialmente attraverso la reazione tra il carbonato di sodio e la calce idrata. Il resto era già presente da secoli: Olio di oliva (uno dei trigliceridi più facile da saponificare), acqua di mare (per separare meglio il sapone dalla massa di reazione), un porto dove far affluire con facilità le materie prime, una nazione in piena espansione economica e industriale nella quale la nascente scienza della chimica già vantava pionierii illustri. E poi la presenza nel territorio di una affermata e lunga tradizione manifatturiera.
Il risultato è sbalorditivo se si pensa che nel 1827 a Marsiglia si producevano qualcosa come 250000 quintali di sapone (da P.Baud, L'industrie chimique en France).
Ma ora è tempo di descrivere nei dettagli il procedimento.
Ingredienti:
100 g di olio di oliva
13,4 g di NaOH
- soluzione acquosa satura di cloruro di sodio (salamoia)
Procedimento:
Si mette l’olio di oliva in un beker da 600 mL e si scalda a 50 °C
A parte si scioglie l’NaOH in 30 g di acqua e si porta a 50 °C.
Sotto forte agitazione si aggiunge lentamente questa soluzione all’olio.
Si porta lentamente la temperatura a 100 °C con bagnomaria bollente, si copre con un vetro d’orologio e si lascia reagire, rabboccando frequentemente l’acqua che evapora.
Il contenuto del beker assume da subito un aspetto lattiginoso e già dopo 1 ora si può osservare una copiosa separazione di sapone sotto forma di grumi. Man mano la consistenza della massa aumenta e ad un certo punto occorre aggiungere acqua supplementare per permettere all’ancoretta magnetica di girare. Dopo circa 2 ore il tutto sarà diventato talmente viscoso che solo con l'aiuto di una spatola è ancora possibile rimescolare.
La reazione di saponificazione è allora terminata e questo è l'aspetto della massa di reazione:
Si riempie quindi il beker con una salamoia satura di NaCl e si prosegue, sotto costante agitazione, nella cottura a bagnomaria per un paio d’ore a 80 °C circa.
Si lascia raffreddare molto lentamente per alcune ore isolando termicamente il beker.
Si separano così due fasi: quella sopra di colore bianco è il sapone mentre quella limpida inferiore contiene la salamoia + glicerina.
Raccogliere per decantazione il sapone e trasferirlo in un altro beker dove si ripete il trattamento con salamoia già descritto. Raccogliere il sapone ( se possibile centrifugarlo per drenare ogni traccia di soluzione acquosa) ed essiccarlo a 50 °C per alcuni giorni. Si ottiene così il sapone di Marsiglia sotto forma una massa facilmente sbriciolabile di colore avorio.
saluti
Mario