Sigaretta elettronica
L'argomento è molto serio e vi prego di gestirlo con la dovuta serietà.
da circa 10 giorni sono venuto a conoscenza dell'esistenza di questo dispositivo.
il principio di funzionamento è molto semplice, una resistenza alimentata da una batteria, a partire da un liquido generà una nebbia contenente nicotina e aromi, che viene inalato ed è del tutto simile come sensazione al fumo di sigaretta.

la composizione del liquido per ricaricare le cartucce, è molto semplice.
glicerina: in percentuali variabili dal 20 all'80%
glicole propilenico: anche questo in percentuali variabili fino al 95%
acqua: dal 5 al 20%
nicotina: da 0 a 36mg/ml
aromi alimentari idrosolubili in genere 1%

il consumo medio di liquido, varia da 1 a 3 ml.

io ho iniziato ad usarla 5 giorni fa e da allora non fumo sigarette.
e non ne sento il bisogno :-)

mi sono iscritto su un forum specializzato, dove si affrontano parecchi argomenti e soprattutto gli aspetti legati alla presunta tossicità dei componenti o meglio dei loro deirivati (qualcuno pensa all'acroleina)

mi piacerebbe parlare con voi di questo dispositivo, dei suoi risvolti chimici e per quelli interessati, invitarvi sul forum a completare con le vostre conoscenze, quegli aspetti che con fatica riesco appena ad abbozzare.
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Non so assolutamente niente di questo dispositivo, ma per dire qualcosa solo dal punto di vista chimico riguardo quello che hai citato, c'è un fondo di verità, nel senso che l'acroleina (aldeide acrilica) si genera abbastanza facilmente per disidratazione della glicerina (ecco da dove eventualmente salta fuori). E l'acroleina è un agente fortemente irritante.
Ma tutto dipende come il solito dalla quantità, e senza sapere questo dato si possono fare tutte le ipotesi che si vogliono ma senza alcun fondamento scientifico.
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come detto da al l'acroleina si può generare dalla disidratazione della glicerina o glicerolo, ed è un'aldeide fortemente irritante per i polmoni; oltre al fatto che è un agente lacrimogeno, usato se non erro come agente lacrimogeno nella I WW... come forse saprai mordr3d pare ci sia un sottile filo che collega l'acroleina al rischio di contrarre il cancro ai polmoni.
ma come ben fa notare al si deve sempre tenere presente la quantità. cosa che non sappiamo.
però se da quel forum si capisce qualcosa di più magari postala, no?

PS: volevo mettere MSDS ma si riferisce all'acroleina pura
PPS: http://www.jtbaker.com/msds/englishhtml/a1538.htm
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le quantità in gioco sono potenzialmente molto piccole.

vi spiego meglio.

il liquido di ricarica nella maggior parte dei casi è fatto da glicole propilenico per il 50%, glicerina per il 40% e acqua per il 10%

a questa base si aggiungono aromi e nicotina.

una cartuccia contiene ediamente da 0,4 a 1ml di liquido ed eroga da 120 a 300 puff (boccate)
considerando questo il consumo giornaliero di glicerina in media supera di poco 1ml suddiviso in 15 ore (grosso modo)
se acroleina si forma (i dati che ho io dicono di no) il mio ragionamento è:

1: se se ne forma abbastanza dovrei avvertirla ?
2: se se ne forma poca potrebbe essere insignificante?

nel complesso anche se ci fosse una piccolissima (di più non credo anche perchè non ho sintomi di nessun genere) quantità di acroleina, il sistema rimarrebbe cmq di molti ordini di grandezza meno dannoso della sigaretta in se.
voi avete modo di rilevare l'acroleina in modo accurato e di dosarla ?
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ma com'è fatto questo coso? perché non posti un nome o una foto? tanto per capire un po' meglio....
Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos'altro che abbia il medesimo valore. In alchimia è chiamato il principio dello scambio equivalente.
Alphonse Elric
sito web; canale YT
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Ma chi è che stà facendo sti esperimenti ?
Come minimo dovrebbe avere un gascromatografo con assorbimento di massa o un HPLC e stabilire con facilità sti dettagli ?
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A a questi livelli (minimi) l'operazione di analisi sarebbe in ogni caso strumentale, ovvero riservata per ovvi motivi economici a enti adeguati e non certo alla portata di tutti.
L'ordine di grandezza della presenza di acroleina è sicuramente di pochi ppm e in quantità così piccole è difficile rilevarla con i sensi, pur essendo una sostanza fortemente lacrimogena oltre che irritante; per quest'ultimo motivo i ppm devono essere pochi per forza (altrimenti la sentiresti, eccome...), ma "quanti" siano in realtà solo un'analisi come si deve lo può stabilire.
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[Immagine: 185_20090519194810_311859.jpg]

questo è uno dei molti modelli esistenti. il principio è comune l'aspetto, i colori e le caratteristiche cambiano moltissimo.

quello in mezzo è l'atomizzatore, a sx c'è la batteria e a dx c'è la cartuccia.
dentro la cartuccia c'è una spugnetta impevuta della soluzione, che per capillarità finisce su quella reticella metallica.
sotto la reticella (senza contatto) c'è la resistenza che innesca la produzione della nebbia.
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(2010-01-02, 15:02)mordr3d Ha scritto: voi avete modo di rilevare l'acroleina in modo accurato e di dosarla ?

Non ho ancora cercato se ci sono analisi alternative all'analisi strumentale.
Secondo me, bisognerebbe usare la gascromatografia (non so se Zonighetti ha un GC?).
Dovresti procurarti acroleina (non necessariamente purissima) come sostanza di riferimento. È usata nella fabbricazione di diverse plastiche quindi si dovrebbe riuscire a trovarne un campione.

In alternativa, grazie al carattere innovativo della cosa, potresti richiedere l'aiuto di un'università che abbia il dipartimento di chimica, loro l'analisi dovrebbero riuscire a farla con poco sforzo.
Solo un'idea...

Cercando un pò ho trovato un metodo basato sulla colorimetria, però anche li ti serve lo spettrofotometro.
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(2010-01-02, 21:29)al-ham-bic Ha scritto: A a questi livelli (minimi) l'operazione di analisi sarebbe in ogni caso strumentale, ovvero riservata per ovvi motivi economici a enti adeguati e non certo alla portata di tutti.
L'ordine di grandezza della presenza di acroleina è sicuramente di pochi ppm e in quantità così piccole è difficile rilevarla con i sensi, pur essendo una sostanza fortemente lacrimogena oltre che irritante; per quest'ultimo motivo i ppm devono essere pochi per forza (altrimenti la sentiresti, eccome...), ma "quanti" siano in realtà solo un'analisi come si deve lo può stabilire.

quello che volevo capire è, se secondo voi, considerando le quantità coinvolte e l'esposizione giornaliera, il prodotto rimane comunque più sicuro di una sigaretta.
io sono convinto di si.
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