Solubilità e ph
Calcola a 25 C la solubilità del cloruro di argento (kps= 1.58x10-10): 
a)in soluzione pura
b)in una soluzione 0.9 M di acido nitrico
Calcolare il ph della soluzione di acido e il ph dopo l’aggiunta a quest’ultima soluzione equimolare diidrogenofosfato di sodio (acido fosforico pka1:2,12)


Non riesco a capire solo il punto b, il resto dell’esercizio sono riuscito a svolgerlo.

Una volta che dissocio il sale AgCl in Ag+ e Cl- non capisco in soluzione di HNO3 cosa succede.
Sia Ag+ che Cl- sono deboli quindi non dovrebbero reagire con gli H+ e NO3-, ma non capisco come cambia la solubilità.
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L'HNO3 è un elettrolita forte che aumenta la solubilità del composto poco solubile in quanto aumenta la forza ionica µ della soluzione e, di conseguenza, diminuisce i coefficienti di attività ƴ di Ag+ e di Cl-.

AgCl(s) <==> Ag+ + Cl-
s (H2O) = radq 1,58·10^-10 = 1,26·10^-6 mol/L

µ = ½ (ci · zi^2)
dove:
ci = concentrazione molare della specie iesima
zi = carica elettrica della specie iesima
µ = ½ (1,26·10^-6 · 1^2 + 1,26·10^-6 · 1^2 + 0,9 · 1^2 + 0,9 · 1^2) = 0,900 mol/L

In base alla legge di Debye-Hückel il coefficiente di attività medio del catione e dell'anione ƴ± è:
-log ƴ± = A · z+ · z- · radq (µ) / 1 + 0,328 · d ·radq (µ)
dove:
z+ e z- = carica, in valore assoluto, rispettivamente del catione e dell'anione
d = valore medio del diametro, espresso in Ångström, degli ioni solvatati dall'acqua (costante tabulata)
A e B = costanti empiriche funzioni della temperatura e del solvente. A 25°C per l'acqua tali coefficienti valgono A=0,509 e B=0,328
Sostituendo i valori numerici si ha:
-log ƴ± = 0,509 · 1 · 1 · radq (0,900) / 1 + 0,328 · 3 ·radq (0,900) = 0,250
ƴ± = 10^-0,250 = 0,563

Ks = 1,58·10^-10 = 0,563 [Ag+] · 0,563 [Cl-]
s = [Ag+] = [Cl-] = 2,23·10^-5 mol/L
Ciao
Luisa

Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”;
il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”.
(Primo Levi)


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Ok perfetto grazie mille.
A noi all’Università di medicina non hanno spiegato così nel complesso l’argomento quindi chiedo se c’è magari un modo più “semplice” per svolgere questo tipo di esercizio?
Grazie mille comunque per la riposta già ricevuta
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Non conosco altro metodo di risoluzione per l'aggiunta di un acido forte in soluzione abbastanza concentrata ad un composto poco solubile solido con il quale non è presente alcun ione in comune.
La risoluzione sarebbe diversa se si addizionasse un acido forte ad un composto poco solubile formato da un anione derivante da un acido debole, ad esempio argento ossalato.
Ciao
Luisa

Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”;
il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”.
(Primo Levi)


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