Test argento

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Utente dell'ex MyttexAnswers

2014-08-13 10:52

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Buongiorno a tutti Sono un appassionato di argenti, ed uso spesso un prodotto chimico che si trova in commercio e che serve per verificare se un oggetto è d'argento o no. Si tratta sostanzialmente di un acido forte (nitrico o solforico) a cui viene aggiunta una soluzione di bicromato di potassio in percentuali variabili. Ci sono varie ricette su Internet. Facendo cadere una goccia di reagente sulla superficie da testare, se si tratta di argento, si ottiene una macchia rossa (bicromato d'argento) altrimenti non si hanno reazioni, o talvolta altri colori (ad es.blu scuro). Tuttavia ho riscontrato, su alcuni oggetti, un fenomeno che vado a descrivere: la prima goccie di reagente non provoca nessuna reazione, anche se la superficie del pezzo è accuratamente pulita. Se però depongo un'altra goccia nel medesimo punto, ottengo la macchia rossa che mi conferma la presenza d'argento. Ho cercato di spiegarmi il fenomeno supponendo che si tratti di leghe a basso titolo. Probabilmente l'acido della prima goccia di reagente si combina preferibilmente con il metallo vile della lega formando un composto solubile e incolore. La seconda goccia deposta sul medesimo punto, trova ora una superficie percentualmente più ricca di argento e dà origine alla reazione che produce il bicromato d'argento. Queste considerazioni, puramente qualitative, derivano dai lontani ricordi di chimica di molti, molti anni fa. Mi piacerebbe che qualcuno, più esperto di me, confermasse o confutasse la mia teoria. Grazie. Amena

Mario

2014-08-13 18:25

Non conosco il tipo di soluzione da lei usata, ma da come descrive il test posso ragionevolmente dire che il problema nasce dalla relativa inattaccabilità della lega da parte della soluzione acida. Normalmente la soluzione contiene acido nitrico in concentrazione non superiore all'1% perchè a concentrazioni maggiori il bicromato d'argento inizia a solubilizzarsi e rendere incerta la formazione del precipitato rosso . Comprenderà quindi che soluzioni così diluite in acido possano avere, su alcune leghe, scarsa capacità dissolutiva. In questi casi si dovrebbe procedere diversamente ovvero attaccando la lega con acido di concentrazione assai più grande (fino anche al 50%). Si riprende il residuo dopo attacco con una goccia di acqua e lo si porta cautamente a secco su un vetrino d'orologio. In questo modo praticamente tutto l'acido nitrico evapora e solo allora si può aggiungere la soluzione per il test. saluti Mario

I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: Utente dell'ex MyttexAnswers

Utente dell'ex MyttexAnswers

2014-08-14 10:32

Grazie per la risposta. Non conosco la concentrazione di acido nel reagente che si trova in commercio, l'etichetta dice solo che contiene acido solforico. Ho letto con interesse la reazione da lei proposta, tuttavia, a lato pratico, la trovo di difficile applicazione. Solitamente il reagente di cui parlo, viene usato "sul campo", cioè quando, ad esempio ad un mercatino domenicale, si vuole verificare se un oggetto privo delle punzonature di garanzia, sia o meno d'argento. La reazione rossa è puramente qualitativa e non da nessuna indicazione certa sul titolo della lega. Cordiali saluti Andrea