Tioacetamide

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Dott.MorenoZolghetti

2010-11-11 20:11

Un reagente che non dovrebbe mancare tra quelli di comune impiego in analitica è la tioacetamide.

È un solido cristallino bianco, con odore caratteristico di mercaptani, fondente a 114°C, solubile in acqua (16,3 g/dL, a 25°C), etanolo (26,4 g/dL). Ha una buona tossicità (DLm nel ratto: 200 mg/Kg via orale), e un fondatissimo sospetto di essere un agente carcinogenico.

La sua funzione in analitica è la generazione in situ di acido solfidrico. Infatti, quando le sue soluzioni acquose vengono riscaldate a 70-80 °C, il composto s’idrolizza e genera H2S, ammoniaca e acido acetico. L’acido acetico si coniuga con l’ammoniaca generando acetato di ammonio.

CH3CSNH2 + 2 H2O --> CH3COOH + NH3 + H2S

Si utilizzano soluzioni sature in acqua, che sono diluite al raddoppio, prima dell’uso (concentrazione d’impiego: 8%).

Si procede quindi a versare nella provetta in cui occorre precipitare metalli allo stato di solfuri, alcuni mL di soluzione di TAA, qualche goccia di HCl (se si tratta del secondo gruppo analitico) o di NH4OH (se si tratta del quarto gruppo analitico). Si mescola e si pone la provetta in un bagno bollente. Dopo qualche minuto (5-10 min) l’idrolisi è completa e i metalli sono precipitati come solfuri.

I vantaggi rispetto all’uso di un solfuro alcalino o ammonico o ancora, verso l’acido solfidrico gassoso, stanno tutti nel fatto che la generazione in situ di H2S impedisce che si formino delle zone di accumulo in cui si creano polisolfuri complessi solubili. L’acido così generato è equamente distribuito in tutta la soluzione e non porta a complessi solubili con cui si perdono metalli.

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