dissaldatura: uno strano effetto

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arkypita

2011-07-05 22:12

quando effettuo una saldatura il procedimento è questo:

- appoggio per qualche secondo la punta del saldatore sulla piazzola di rame da saldare, per pre-riscaldarla

- appoggio il filo di stagno tra piazzola, reoforo e punta

immediatamente il filo inizia a sciogliersi

- man mano che si consuma lo avvicino, stando attento a non metterne troppo, ma nemmeno troppo poco

-allontano il filo

-allontano il saldatore

ma la stranezza non è qui, è nel dissaldare. nel dissaldare infatti nonostante io tenga la punta del saldatore fortemente premuta sulla saldatura, e per parecchio tempo, questa tarda molto a fondere. se invece durante l'operazione di dissaldatura, avvicino un filo di stagno, questo fonde immediatamente, e con esso parte "a catena" la fusione della saldatura da dissaldare.

mi sembra che più le saldature sono vecchie più questo effetto è marcato. da cosa dipende? dall'ossidazione superficiale? però un minimo di effetto c'è anche su saldature fresche

dipende dal fatto che la massa da fondere è maggiore nel caso della dissaldatura?

dipende dal fatto che lo stagno che dal filo inizia a fondere aumenta la superficie di contatto con la saldatura?

dipende da tutti questi elementi?

oppure c'è qualcosa che mi sfugge

jobba

2011-07-06 11:25

Non conosco il dissaldatore io usavo il succhia stagno se si chiama così ,magari è la stessa cosa. Forse ed dico forse dipende dal fatto che quando stagni controlli la temperatura di fusione schiogliendo un pò di stagno, così facendo pulisci lo stagnatore ,mentre quando dissaldi magari non pulisci prima la punta questo potrebbe dare una leggera differenza. Io non ho mai fatto caso più di tanto a queste differenze , forse non ricordo perché è molto che non tolgo stagnature. Forse sulle stagnature vecchie lo stagno fa una patina oppure ,si sta piu tempo a scaldare un pezzo di stagno gia colato per via della superfice maggiore e per il fatto che trasmette calore anche ai componenti a cui è attaccato rispetto a scaldare un pezzetto di filo fine che appoggia su una "Base" basetta e componenti,gia caldi a dovere.

ale93

2011-07-06 11:41

@Jobba: prima si fonde lo stagno con il saldatore, poi lo si toglie via con il succhia stagno @Arky: non mi è mai successa una cosa così, prova magari a pulire la punta del saldatore dallo stagno che potrebbe essersi attaccato

al-ham-bic

2011-07-06 13:30

Il dissaldatore succhiastagno non c'entra niente col discorso.

Direi che i tre motivi detti da Arky sono tutti giusti e concomitanti, uniti alla leggera ox superficiale che isola momentaneamente il contatto termico e alla dispersione del calore per conduzione della massa da dissaldare, come ha detto anche Job.

(Avendo fatto in passato "milioni" di saldature ti capisco ed a volte il fenomeno (specialmente per saldature vecchie) diventa molto fastidioso).

Marzio

2011-07-06 19:16

arkypita ha scritto:

quando effettuo una saldatura il procedimento è questo:

- appoggio per qualche secondo la punta del saldatore sulla piazzola di rame da saldare, per pre-riscaldarla

- appoggio il filo di stagno tra piazzola, reoforo e punta

immediatamente il filo inizia a sciogliersi

- man mano che si consuma lo avvicino, stando attento a non metterne troppo, ma nemmeno troppo poco

-allontano il filo

-allontano il saldatore

ma la stranezza non è qui, è nel dissaldare. nel dissaldare infatti nonostante io tenga la punta del saldatore fortemente premuta sulla saldatura, e per parecchio tempo, questa tarda molto a fondere. se invece durante l'operazione di dissaldatura, avvicino un filo di stagno, questo fonde immediatamente, e con esso parte "a catena" la fusione della saldatura da dissaldare.

mi sembra che più le saldature sono vecchie più questo effetto è marcato. da cosa dipende? dall'ossidazione superficiale? però un minimo di effetto c'è anche su saldature fresche

dipende dal fatto che la massa da fondere è maggiore nel caso della dissaldatura?

dipende dal fatto che lo stagno che dal filo inizia a fondere aumenta la superficie di contatto con la saldatura?

dipende da tutti questi elementi?

oppure c'è qualcosa che mi sfugge

Io direi che è tutto normale!

Se appoggi la punta del saldatore asciutta sulla piazzola il calore ci mette più tempo a trasmettersi dalla punta allo stagno della piazzola.

Per questo prima di dissaldare,ma anche nel saldare è utile, si "bagna" la punta con un pò di stagno e poi la si appoggia sulla piazzola,questa fonderà molto più velocemente e con meno richio di staccarla dallo stampato o di danneggiare componenti.

Ovvio poi che in stampati vecchi c'è anche l'ossido e iresidui del dissaldante e del flussante che sono contenuti negli stagni.

giorgio

2011-09-06 07:43

Intanto un saluto a tutti, visto che questo è il mio primo post. Sono felice di poter dare il mio contributo prima di fare alcune domande (motivo della registrazione...).

Sono un elettronico e passo la maggior parte del mio tempo in laboratorio; il fenomeno descritto è del tutto normale e dipende dall'azione del flussante.

Il filo per la saldatura usato in elettronica è una lega di stagno e rame (una volta era stagno piombo, per avere una lega autettica, ora il Pb è vietato), ma, cosa fondamentale, nell'estrusione del filo vengono realizzati uno o più canali, riempiti poi con un composto chiamato flussante, senza il quale la saldatura (che è in realtà una brasatura) sarebbe impossibile.

Il flussante è un miscuglio di vari composti chimici che, una volta riscaldati, separano e/o trasformano gli ossidi e gli altri composti insolubili presenti nel metallo fuso rendendolo (appunto) "fluido".

Nel corso della saldatura, l'apporto di flussante è automatico (insieme allo stagno), ma nella dissaldatura non c'è apporto di flussante e il risultato è un metallo fuso granuloso, con cattiva conduttività termica e quindi difficile da maneggiare.

Aggiungendo un po' di stagno "nuovo", si apporta anche del flussante che rende molto più facile maneggiare anche il volume di metallo della saldatura precedente.

Se non si vuole utilizzare lo stagno, la dissaldatura si può facilitare utilizzando del flussante (disponibile normalmente in forma liquida) con il quale bagnare la saldatura prima dell'operazione di riscaldamento.

Del resto è anche vero che una maggior massa di metallo riscaldato mantiene più a lungo il calore e resta in stato fuso più a lungo, facilitando la rimozione del componente ed è quindi prassi normale quella di aggiungere un'abbondante quantità di stagno nuovo (e quindi di flussante) nel corso di una dissaldatura.

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arkypita

2011-09-06 08:09

giorgio ha scritto:

Intanto un saluto a tutti, visto che questo è il mio primo post. Sono felice di poter dare il mio contributo prima di fare alcune domande (motivo della registrazione...).

Grazie, sei stato molto esaustivo. Un saluto anche a te!

Lupo solitario

2011-11-29 09:05

Non vorrei dire una banalità, ma un tempo, quand'ero ragazzino e facevo il radioamatore, circa ai tempi di Marconi :-D si usava il cloruro stannoso come "flussante", noi lo chiamavamo "disossidante" si ossidava a stannico riducendo tutti gli ossidi presenti.

Me lo ricordo come una pasta rosa, ovviamente aggiunto ad un gel veicolante, ma, cercando in rete, me lo descrive come bianco incolore.

vixeup

2011-11-29 14:19

Lupo solitario ha scritto:

Non vorrei dire una banalità, ma un tempo, quand'ero ragazzino e facevo il radioamatore, circa ai tempi di Marconi :-D si usava il cloruro stannoso come "flussante", noi lo chiamavamo "disossidante" si ossidava a stannico riducendo tutti gli ossidi presenti.

Me lo ricordo come una pasta rosa, ovviamente aggiunto ad un gel veicolante, ma, cercando in rete, me lo descrive come bianco incolore.

oggi il flussante è già incluso nello stagno, soluzione molto più pratica, ma se ne vende ancora separatamente. Il diverso colore credo dipenda dal fatto che ve ne sono di diverso tipo in commercio.

arces

2011-12-24 11:38

non potrebbe dipendere anche dalla potenza del saldatore? Ci sono in commercio svariati tipi di saldatori con potenza che varia da i 25 ai 60w mediamente, che scaldano le superfici differentemente, quindi, anche in "ottemperanza" del tipo di stagno utilizzato, della sua "viscosità" e consistenza in base al calore applicato, potremmo dedurre che: più il saldatore è potente, e più uno stagno "tenero" può raggiungere in minor tempo lo stato liquido. Giusto? (tanto per ovviare all'utilizzo del flussante dico, magari utilizzando semplicemente un saldatore più potente)

NaClO3

2011-12-24 19:48

Bè, più calorie fornisce meno tembo ci mette a fondere lo Sn.

E quindi per meno tempo è esposto in forma liquida.

ENNIO VOCIRZIO

2012-04-20 16:03

Stavo leggendo questa discussione e volevo apportare un mio consiglio.

Niente di complicato e forse voi conoscete bene quanto sto per proporvi.

Nei casi in cui io trovo una saldatura difficile, ed intendo qualsiasi tipo di saldatura a stagno su parti metalliche delle più varie, adopero una soluzione alcolica di colofonia che mi preparo io stesso e che stendo sul punto da saldare prima di accendere il saldatore.

Posso assicurarvi che i risultati sono ottimi.

Un saluto cordiale a tutti

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jobba

2012-04-21 12:08

Interessante. Quando hai tempo ,voglia ecc.. ti va di postare qualcosa sull'argomento? Magari potresti mettere anche la tua preparazione. Grazie. Ciao.

ENNIO VOCIRZIO

2012-04-21 19:42

jobba ha scritto:

Interessante.

Quando hai tempo ,voglia ecc.. ti va di postare qualcosa sull'argomento?

Magari potresti mettere anche la tua preparazione.

Grazie.

Ciao.

Caro Amico,

la colofonia è una resina estratta da piante della varietà delle conifere. Contiene principalmente acido Abietico ed è sempre stata utilizzata come dissaldante nelle saldature in elettronica ed anche in altre attività generiche che fanno uso sia di saldatura a stagno che di altro tipo.

La colofonia unita ad altre sostanze flussanti costituiva l’anima (la parte interna) dei fili di stagno piombo che un tempo si utilizzavano molto per saldare in elettronica.

Detto fra di noi, la lega Pb60Sn40 (proprio quelle di cui sto parlando) si utilizza ancora adesso, poiché le normative internazionali permettono alle aziende un certo numero di anni per l’adeguamento alle norme e quindi è ancora consentito l’uso. Ovviamente quest’utilizzo avviene in modo molto limitato e con il dovere della tracciabilità e con l’obbligo inoltre di smaltimento autorizzato. Oggi per saldare in elettronica abbiamo leghe prevalentemente a base di stagno nelle quali sono aggiunti pochi punti percentuali di rame, argento e anche nichel. Le cosiddette LeadFree che detto fra di noi hanno ridotto purtroppo la qualità dei manufatti tecnologici.

I flussanti che si impiegano all’interno di queste leghe moderne possono avere composizione chimica anche molto diverse però hanno lo stesso obiettivo. Rendere le parti che devono essere saldate pulite da ossidi che impediscono una saldatura soddisfacente.

La colofonia ha questa prerogativa.

Come vedi ho postato una foto trovata in rete sulla colofonia, chiamata anche pece greca puoi divertirti a fare una ricerca e scoprirai tante cose su questo prodotto già conosciuto ai tempi degli antichi egizi.

Oggi è possibile reperirla da un ferramenta fornito oppure anche da un venditore di articoli musicali, poiché è utilizzata per rendere più abrasivi gli archetti del violino. In quest’ultimo caso però la pagheresti troppo cara. Meglio rivolgersi al ferramenta.

Il prezzo si aggira sui 7- 10 euro al kg ed in alcuni casi costa anche di meno.

Si prendono pochi grammi (3 - 5 grammi) e si polverizzano in un mortaio, poi si aggiunge alcol etilico puro al 99% (quello per liquori va molto bene) in una quantità approssimativamente pari ai 10 - 20 cc. Si fa sciogliere bene e la soluzione giallina è pronta.

Tramite un pennellino (quello che le donne utilizzano per darsi lo smalto alle unghie va molto bene) si ungono le superfici da saldare, indi si effettua la saldatura subito dopo che si è asciugato (cioè qualche minuto).

E’ importante che le parti metalliche da saldare siano però preventivamente pulite.

Bisogna però ricordarsi che la colofonia è una resina fiammabile e può provocare dermatite da contatto. Io personalmente non ho mai avuto problemi ma è importante parlare anche di queste cose. Se si maneggia un prodotto è meglio sempre avere un contatto molto limitato con le sue polveri e le sostanze che lo contengono. Comunque quello che più conta e stare molto attenti al pericolo di incendi.

Sono a tua completa disposizione per ogni altro chiarimento e saluto te e tutti gli altri amici di questa sessione con estrema cordialità.

Un grande abbraccio

COLOFONIA.jpg
COLOFONIA.jpg

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