kps e quoziente di reazione Q
   
   

Da dove trae quel "[I-] = 2,2*10^-3"?
Io avrei usato, per ricavarne la molarità, kps = [Pb+][I-]^2 ossia 9,8*10^-9 = (1,1*10^-3)(2x)^2 proseguendo radq x^2 = radq 2,23*10^-6 infine x = 1,5*10^-3 perciò [I-] = 2x = 2*(1,49*10^-3) = 2,98 *10^-3.
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Se non vado errato per ogni atomo di Pb che va in soluzione sono associati 2 atomi di I per cui moltiplichi per 2. Poi successivamente calcoli il quoziente di reazione.
[radioattivo] Mirko [radioattivo]
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ddem
Ciao,
la concentrazione di I- è dedotta dalla stechiometria di dissociazione del sale: PbI2 -> Pb^2+ + 2I-.
Detto questo, rileggendo il testo, dopo un certo tempo la quantità di ione Pb (II) risulta 0.0011 M (prodotta evidentemente dalla dissoluzione dello ioduro di piombo II). non essendoci altre sorgenti di ione ioduro, va da se che la concentrazione di ione ioduro presente in soluzione (anch'essa prodotta dalla dissociazione degli ioni contenuti nel solido PbI2) deve essere doppia rispetto a quella degli ioni piombo, essendo la stechiometria di dissociazione 1:2 (infatti 0.0011*2 = 0.0022)
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(2020-11-03, 16:07)Ale985 Ha scritto: Ciao,
la concentrazione di I- è dedotta dalla stechiometria di dissociazione del sale: PbI2 -> Pb^2+ + 2I-.
Detto questo, rileggendo il testo, dopo un certo tempo la quantità di ione Pb (II) risulta 0.0011 M (prodotta evidentemente dalla dissoluzione dello ioduro di piombo II). non essendoci altre sorgenti di ione ioduro, va da se che la concentrazione di ione ioduro presente in soluzione (anch'essa prodotta dalla dissociazione degli ioni contenuti nel solido PbI2) deve essere doppia rispetto a quella degli ioni piombo, essendo la stechiometria di dissociazione 1:2 (infatti 0.0011*2 = 0.0022)
Limpido il ragionamento ma sono curiosa di conoscere il motivo per il quale, tramite la formula che ho utilizzato, che ripeto essere kps = [Pb+][I-]^2, non ho ottenuto la soluzione corretta. Il 2 nel termine 2x tiene conto della stechiometria del composto, l'esponente 2 deriva dalle regole di scrittura dell'espressione d'equilibrio.. insomma, mi sembra di aver applicato la formula in modo rigoroso. Cosa c'è che non va?
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Tu hai risolto il seguente esercizio:

Calcolare la concentrazione di ione I- necessaria per far precipitare come PbI2(s) (Kps = 9,8·10^-9) una soluzione di ione Pb2+ 1,1·10^-3 M.

Kps = [Pb2+][I-]^2 = 9,8·10^-9
[I-] = radq (9,8·10^-9 / 1,1·10^-3) = 2,98·10^-3 mol/L

A livello pratico ti devi immaginare di avere un primo becher contenente una soluzione di Pb(NO3)2 1,1·10^-3 M e un secondo becher contenente una soluzione di KI 2,98·10^-3 M. Versando la soluzione di KI nella soluzione di Pb(NO3)2 si ottiene un miscuglio eterogeneo formato da una soluzione satura di PbI2 e un corpo di fondo di PbI2 solido.

La domanda che pone l'esercizio è però diversa: una quantità indefinita di PbI2 solido viene posto in un becher contenente una quantità indefinita di acqua; si mescola fino a quando non si notano più cambiamenti nel sistema, si preleva un volume noto di soluzione e con un determinato metodo analitico (non importa sapere quale) si determina la concentrazione di ione Pb2+, che risulta essere 1,1·10^-3 M. In base alla stechiometria del composto, la concentrazione di ione I- non può che essere il doppio di quella di Pb2+:

[I-] = 2[Pb2+] = 2,2·10^-3 mol/L

Il prodotto ionico dei due ioni è minore della costante che regola l'equilibrio di dissoluzione:
Qr = 1,1·10^-3 · (2,2·10^-3)^2 = 5,3·10^-9
di conseguenza l'equilibrio non è stato raggiunto, la soluzione non è satura e si può sciogliere un'ulteriore quantità di PbI2 solido.

È quello che si fa in pratica quando si mette lo zucchero in una tazzina di caffè: se ne mette un cucchiaino, si mescola e pichiettando sul fondo della tazzina "si sente" se tutto lo zucchero si è sciolto; se non c'è solido e si desidera un caffè molto dolce se ne può addizionare ancora!!!
Ciao
Luisa

Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”;
il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”.
(Primo Levi)


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