2018-06-10, 09:25 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2018-06-10, 09:42 da Rosa.)
Buongiorno perché è sbagliata la formula con la molalità che ho scritto? Il binonio correttivo è n[1+alfa(ni- 1)] oppure 1+alfa(ni- 1)] senza moltiplicare per n?
2018-06-10, 10:06 (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 2018-06-10, 10:08 da Fermio.)
Nel caso di sali, in cui a=1 e v=n ioni dissociati, ci si può ridurre semplicemente al coefficiente di Van't Hoff i=2,3... comunque resta vera (per i sali) Ntot=n[1+a(v-1)]. Visto che la molalità (e molarità) contiene il numero di moli nel numeratore della frazione, questo si mangia l'n davanti alla parentesi.
Se usi la stessa formula per gli acidi deboli o gas che si dissociano parzialmente, ti consiglio di non affidarti sempre alla formula, ma di verificarla sempre di volta in volta, perché dipende da come avviene la dissociazione e la reazione.
Citazione:“La vocazione dell'uomo di scienza è di spostare in avanti le frontiere della nostra conoscenza in tutte le direzioni, non solo in quelle che promettono più immediati compensi o applausi.”
Grazie magari aspetto anche conferma della Prof.ssa non per mancanza di fiducia ma la Prof.ssa è una fonte attendibilissima in questo periodo di esami ....di ansia ansia Grazie ancora!
Il numero di ioni positivi e negativi che si liberano da ogni particella di elettrolita è di solito indicato con la lettera greca ν(che non è una v minuscola) e si pronuncia ni, da non confondere con il simbolo che si usa per indicare il numero di moli iniziale = ni. http://www.dmi.units.it/~fonda/Simboli.pdf Il coefficiente di Van't Hoff è: i = [1 + α (ν -1)] Se abbiamo un elettrolita forte formato da uno ione positivo e da uno ione negativo (tipo NaCl) il suo grado di dissociazione α è 1, perciò i = 2. Se abbiamo un elettrolita debole formato da uno ione positivo e da uno ione negativo (tipo CH3COOH) il suo grado di dissociazione α è <1, perciò i = <2.
Ciao Luisa
Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”; il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”. (Primo Levi)