Salve a tutti vorrei una mano nella risoluzione di un esercizio, vorrei sapere se è giusto il procedimento della redox e poi come continuare nell'esercizio. Grazie mille a tutti
ES. A 2.00 L di una soluzione contenente acido iodidrico concentrato e dicromato di sodio viene aggiunto ioduro di stagno (II) solido. Avviene la reazione che porta alla formazione di ioduro di stagno (IV), ossido di cromo (III) e ioduro di sodio. Bilanciare la reazione con il metodo ionico-elettronico e calcolare (a) la molarità della soluzione iniziale di dicromato di sodio, (b) i grammi di ioduro di stagno (II) necessari affinché la molarità dello ioduro di stagno (IV) nella soluzione finale sia pari a 0.200 M.
Il bilanciamento della redox è sbagliato Inoltre non hai scritto le cariche degli ioni che rivestono un ruolo importante nel bilanciamento di una qualsiasi reazione, soprattutto di una redox.
Per i calcoli stechiometrici devi abbozzare almeno un tentativo di risoluzione, come il regolamento prescrive.
Ciao Luisa
Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”; il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”. (Primo Levi)
Grazie mille Luisa . Ho svolto un'altro esercizio simile per caso potresti dirmi se questa volta è tutto corretto? Grazie. Diego.
ES. A 500 mL di una soluzione contenente acido cloridrico concentrato e nitrito di potassio viene aggiunto permanganato di potassio solido. Avviene la reazione che porta alla formazione di cloruro di manganese (II), nitrato di potassio e cloruro di potassio. Bilanciare la reazione con il metodo ionico-elettronico e calcolare (a) la molarità della soluzione iniziale di nitrito di potassio e (b) i grammi di permanganato di potassio necessari affinché la molarità del cloruro di manganese (II) nella soluzione finale sia pari a 0.100 M.
È tutto corretto tranne: - la carica degli ioni che a volte non metti - la dissociazione dell'MnCl2: MnCl2 Mn2+ + 2 Cl-
Ciao Luisa
Dal laboratorio se ne usciva ogni sera, e più acutamente a fine corso, con la sensazione di avere “imparato a fare una cosa”; il che, la vita lo insegna, è diverso dall’avere “imparato una cosa”. (Primo Levi)